Essere eletti al Parlamento Europeo, è come entrare nel paese dei balocchi. I latori di questo mandato percepiscono uno stipendio di 10.975 euro. Ma non è tutto. A questo vanno aggiunte altre voci, indennità e rimborsi per una vita piena di “sacrifici”. L’europarlamentare è un’anima vagante sempre in viaggio tra la residenza del Paese di origine e quella istituzionale di Bruxelles o Strasburgo. Sono 732 in tutto con la borsa 24ore imbottita di camicie stirate e cravatte nuove. Le spese sono una voce che sfonda le tasche e, quali tasche, poco importa.
La tariffa “YY”, per esempio, provvede a rimborsare, dei viaggi aerei con una cifra fissa indipendentemente dal prezzo effettivo del biglietto. Per esempio, se Roma-Bruxelles, con l’Alitalia, costa 250 euro, l’europarlamentare italiano vedrà rimborsarsi la cifra di 1.421 euro con un surplus di 1.172 euro. A questa va aggiunta la “indennità di distanza” calcolata in proporzione ai chilometri percorsi che, nel nostro esempio, corrispondono a 274 euro. Molti, per approfittare, spendono meno viaggiando con linee low cost sbarcando nello scalo più lontano possibile. A conti fatti, tre soli viaggi come questo, bastano ad incassare 6 mila euro netti e senza oneri. Continua…
Hans Peter-Martin, eurodeputato austriaco, in un rigurgito di dignità, ha posto un problema, a suo dire, di decenza denunciando lo status quo. Tra privilegi, benefit e spese per gli eurodeputati, Bruxelles e Strasburgo, spendono 300 milioni di euro che si aggiungono ai 250 milioni di costi di gestione.
Continua…Ogni europarlamentare riceve 3.900 euro all’anno per la partecipazione a convegni e conferenze fuori dell’Unione Europea. Si tratta di cifre forfettarie di dieci volte superiori alle spese effettivamente sostenute. Continua…
Per questo fu proposto un emendamento risalente al 2003 col quale si proponeva che il rimborso fosse equivalente alle spese effettivamente sostenute. Risultato: bocciatura solenne. Tra gli oppositori, gli italiani Francesco Speroni, Antonio Tajani, Marco Pannella e Gianni Vattimo.
Continua…Diaria. Ogni europarlamentare incassa 268 euro per ogni giorno di lavoro, in pratica, per ogni firma di registrazione, non per la presenza fisica. Infatti, alle 7.00 del mattino accade che gli eurodeputati «timbrano il cartellino» dice Peter-Martin, e partono subito per casa con il primo aereo. Hans Herbert von Arnim, docente di scienze politiche ed esperto di tematiche retributive ha affermato: «E’ un classico abuso di potere, agiscono senza alcuna forma di controllo. In qualsiasi azienda sarebbe una frode». Ha suscitato l’indignazione di quasi la totalità dei parlamentari europei il servizio di una televisione tedesca che ha ripreso, qualche mese fa, l’andazzo della “firma e via” chiedendo «rispetto per la dignità e per la vita privata degli individui». Continua…
Sino a tre anni addietro, le ore utili per firmare andavano dalle 8.00 alle 21.00. Ma, questo orario significava creare disagi ai parlamentari che, a causa di ciò, perdevano il primo aereo utile per il ritorno a casa. Per questi motivi oggi si firma a partire dalle ore 7.00 perché così si agevola sia l’incasso della diaria sia sia la partenza con il primo aereo.
Continua…Euro 14.865 mensili per permettersi un segretario, un portaborse. Continua…
Il portaborse deve essere una persona di fiducia. Si sa che lo spolier sistem consiste proprio in questo: cambio del personale negli avvicendamenti di potere. Ognuno porta con sé i suoi. Tralasciando nomi e cognomi di europarlamentri italiani che hanno messo a libro paga figli e fratelli di colleghi, ci consoli il fatto che gli inglesi detengono il record di mogli e figli portaborse.
Continua…3.785 euro vengono elargiti all’europarlamentare per permettergli di sostenere le spese di un ufficio di segreteria nelle propria patria. Tale beneficio si protrae anche dopo la fine del mandato per i tre mesi successivi ma purtroppo solo per il 50% dell’importo. Indipendentemente dal tragitto in chilometri compiuto dalla corsa del taxi, 40 euro servono a coprire il tragitto casa-aeroporto anche quando è la moglie a scorazzarli dall’aeroporto a casa. Per farsi condurre all’europarlamento, dall’aeroporto, sono state predisposte 97 auto blu e relativi autisti che costano un milione di euro all’anno.
Continua…Pensioni. Per i deputati, i contributi per la pensione provengono dal fondo spese per la gestione. La proposta di non attingere ai fondi pubblici per la pensione dei deputati è stata bocciata da 349 parlamentari. Tra i contrari gli italiani: Matteo Salvini, Gabriele Albertini, Renato Brunetta, Mercedes Bresso e Lilli Gruber.
Ci sarebbe da divertirsi a fare due conticini totalizzanti ma, a prima vista, i dati sono assai sufficienti per poterci buttare a capofitto nel lavoro di europarlamentare
Frequentare il Parlamento Europeo, dunque, significa guadagnare molto per viaggi, per diarie, per spostamenti in taxi, per benefit ed indennità per la partecipazione a conferenze e via discorrendo. Assentarsi non conviene, è poco remunerativo. In questo senso, allora, Umberto Bossi, Alessandra Mussolini, Adriana Poli Bortone, Paolo Cirino Pomicino, Vito Bonsignore, Gianni De Michelis e Giorgio Carollo, tre i meno assidui in assoluto al Parlamento europeo, ostentano un chiaro segno di indifferenza per i vantaggi dovuti alle presenze. Essi saranno pure degli assenteisti, ma , senza tema d’essere smentiti, sono almeno tra i meno venali in assoluto.