Politica ed antipolitica: la fisica delle idee

L’antipolitica è un po’ come l’antimateria. E’ composta da anti-tesi corrispondenti alle tesi della politica ordinaria. Per la materia, quando una delle sue particelle viene a contatto con una antiparticella, ambedue si annichiliscono ed emettono radiazioni elettromagnatiche. In politica, avviene qualcosa di simile quando le anti-tesi dell’antipolitica si scontrano con quelle della politica. Si annichiliscono a vicenda ed anch’esse emettono “radiazioni”: una qualunquista, l’altra finta-responsabile. Con la prima subentra la rassegnazione, la superficialità caratterizzata dallo sfiancamento della delusione tra la gente. Si arriva persino a stigmatizzare la banalità. I partiti sono la causa dei mali, delle indigenze, delle ruberie di questo mondo. Cosa aspetteremmo da un partito come Alleanza Nazionale la cui sede è in via della Scrofa? Oppure l’Udc in via dei Due Macelli? Rifondazione Comunista che è passata all’Ocurità delle Botteghe a viale del Policlinico? E che la sede di Forza Italia il cui leader soffre di un forte complesso di superiorità (parole sue) si trovi a via dell’Umiltà?
Il qualunquismo, diviene ragione di protesta. Si evolve in una esagerazione insipida che non ha neanche la forza necessaria di distruggere. Diciamo che danneggia bene e gravemente.
Con la seconda “radiazione”, finta-responsabile, si muovono i moniti severi delle istituzioni più autorevoli. Si cerca di ritrovare il rispetto perduto e la credibilità richiesta per ricominciare a fare politica. Questa volta, onesta ed efficiente. E’ questo l’aspetto più sopraffino dell’antipolitica. Convincere, reclutare, recuperare la fiducia della gente ed il suo consenso, è oggetto di discussione, di analisi, di progetto. Insomma, il “non si può andare avanti così” assurge ad inno sino a divenire esagerato e per questo anche inefficace. Finta-responsabile, perché predica solo ma non intende, in realtà, perseguire affatto le correzioni del sistema distorto nel quale la politica è caduta.
Il tentativo dell’antipolitica, la sua naturale propensione, sarebbe quella di essere antinomica alla politica per avere conferma della sua validità.
Fortunatamente, sia il qualunquismo che la “reazione” finta-responsabile, essendo frutto dell’annichilimento tra tesi ed anti-tesi, non ha energia fattuale sufficiente ad imporre il primato dell’antipolitica nella contrapposizione con la politica. Si tratta di energia potenziale, negativa ma per la maggior parte, potenziale.
Allora, se così stanno le cose, il singulto necessario per porre rimedio al proliferare dell’antipolitica, deve provenire solamente da “tesi” nuove. Tesi che non hanno e non avranno per molti anni, il loro corrispettivo in anti-tesi. Non sembra ci sia niente altro da fare e niente di male che affidare ai giovani, alla freschezza ed alla novità delle azioni, un nuovo programma sul quale ricostruire il primato della politica.

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