Cari Italiani:
aiutate noi emigrati a capire che succede nel Bel Paese. Immersi come siamo nella bufera della speculazione globale, leggiamo i titoli dei vostri giornali che come ogni anno parlano di: “bollino nero sulle autostrade- milioni di vacanzieri in movimento-cronache pruriginose dalle coste assolate della Penisola innondate di pettegolezzi piu' o meno gustosi-parlamentari che si godranno 25 giorni di ferie (il nuovo ministro della giustizia in Polinesia)-scuole chiuse per mesi-e via citando.
Qui negli Stati Uniti (dove la situazione generale si sta deteriorando) le scuole di ogni ordine e grado hanno riaperto nella maggioranza degli stati; le universita' non hanno mai chiuso perche' impegnate nei corsi estivi; la gente non e' andata in vacanza perche' sono pochi a permetterselo e i dodici giorni di ferie di ogni americano vengono spalmati nel corso dell'anno per coprire anche assenze per malattia o ragioni familiari che non sarebbero riconosciute dalla azienda. Tutti quelli che hanno un impiego se lo tengono stretto e vanno a lavorare- gli altri lottano per sopravvivere (il livello dei suicidi e' aumentato); le ultime indagini dicono che l'immagine dei politici del Congresso e' ai minimi storici unitamente a quella del Presidente che cerca in qualche modo di mettere tappi alle falle del sistema che fa acqua da tutte le parti.
Il vostro Premier ha affermato recentemente che voi italiani siete fortunati perche' state bene, siete proprietari di case e non vivete male come altri popoli, a cominciare da quello americano.
Ed ecco la proposta che ci permettiamo di inviare al Sig. Presidente Napolitano: perche' non sostituire l'inno di Mameli con “Lasciatemi cantare con la chitarra in mano…sono un italiano”.
Ve la ricordate la favola di Esopo?
“In una giornata d’inverno le formiche stavano facendo seccare il loro grano che s’era bagnato. Una cicala affamata venne a chiedere loro un po’ di cibo. E quelle le dissero: “Ma perché non hai fatto provvista anche tu, quest’estate?”. “Non avevo tempo”, rispose lei, “dovevo cantare le mie melodiose canzoni”. “E tu balla, adesso che è inverno, se d’estate hai cantato!”, le dissero ridendo le formiche.
PS: Questa modesta nota non e' rivolta a quelle decine di milioni di italiani lavoratori, artigiani, piccoli imprenditori, pensionati e giovani che tirano la cinghia e non sanno cone andare avanti. Ma a quelle decine di milioni di sfruttatori che vivono da sempre sulle spalle degli altri.