Il regime delle intercettazioni

L’esigenza di regole certe e garantiste

Ultimamente la questione delle intercettazioni telefoniche è al centro del dibattito giuridico per evitare, da un lato, gli abusi, dall’altro, garantirne la bontà e la necessità d’uso in casi espressamente previsti dalla legge. Il mondo del giornalismo è sotto accusa per vaer, in più di una circostanza, rese pubblici fatti e circostanze, nonché conversazioni che altrimenti avrebbero goduto del massimo della riservatezza. Le cronache di questi giorni, hanno fatto segnalare la pubblicazione di conversazioni telefoniche a seguito delle quali, si stanno istruendo inchieste atte ad appurare la liceità di operazioni di alta finanza finalizzate a scalare istituti di credito prestigiosi. Nella bailamme delle rivelazioni, anche conversazioni private, che nulla avevano a che fare con i fatti incriminati, sono state rese di dominio pubblico. Stiamo parlando di un argomento che ha invaso le prime pagine dei giornali degli ultimi mesi. Ci si riferisce alla “scalata” che la Banca popolare di Lodi aveva intrapreso nella Banca Antoniana Popolare Veneta ( Antonveneta) ed al ruolo della Banca d’Italia.

Intercettazioni si sono avute anche per quanto riguarda un presunto mercato delle cattedre universitarie. Sta di fatto che, se i giornalisti che in tutta questa faccenda hanno reso di dominio pubblico cose segretissime, si sono “macchiati” di qualche responsabilità, bisogna pur riconoscere che hanno contribuito a denunciare un mal costume deleterio per tutta la società civile.

C’è chi propone la non punibilità di rivelazioni che contribuiscano ad esaudire un diritto: quello di informare l’opinione pubblica su quanto, nelle secrete stanze avviene a sua insaputa.

In Parlamento si discuterà un apposito Ddl insieme a cinque proposte presentate alla commissione Giustizia della Camera.

La pubblicazione dei verbali del caso Bankitalia è stata dirompente provocando una ragnatela di sensazioni alcune di indignazione, altre di approvazione. Il problema è più complesso di quanto non appaia a prima vista. Le implicazioni di carattere etico e costituzionale, si intrecciano a vicenda perché il rischio è la compromissione di semplici cittadini che, per una semplice telefonata fatta ad un amico il cui apparecchio è sotto controllo, possono venire indicati come sospetti con il loro nome su tutti i giornali.

La disciplina della materia è chiamata a regolare diverse esigenze, spesso, in contrasto tra loro. Si pensi alle norme di garanzia, alle immunità parlamentari ed all’efficacia degli strumenti di investigazione. Le stesse trascrizioni dei verbali di intercettazione sono costosissime e molto spesso redatte anche con un margine “pericoloso” di approssimazione, che rende ambigua l’interpretazione stessa dei dialoghi.

Nel 2004 sono state autorizzate 165.011 intercettazioni telefoniche ed ambientali con una spesa pari a 262.709.316 €. In ogni caso sembra che questo sia un fenomeno tutto italiano in continua crescita. Per esempio, dati risalenti al 1996, in Francia sono state disposte 11 mila intercettazioni, in Germania 6.400, in Gran Bretagna 1.300 a fronte di 44 mila in Italia.

Il disegno di legge citato approvato il 9 settembre 2005: «Disposizioni in materia di intercettazioni telefoniche ed ambientali e di pubblicità negli atti del fascicolo del pubblico ministero e del difensore», detta nuove regole a magistrati e giornalisti per arginare gli abusi indiscriminati dell’utilizzo delle intercettazioni. Un inconveniente, però, non sembra ancora superato e molti si auspicano che il legislatore intervenga in una correzione necessaria e cioè di riconoscere, alle conversazioni intercettate, non già il valore di prova, ma solo indizio di approfondimento delle indagini. Troppo spesso, persone intercettate, del tutto estranee ai fatti oggetto di indagine, a causa di trascrizioni sbagliate e di errori commessi dagli addetti alle trascrizioni, sono stati coinvolti in procedimenti penali.

Il Parlamento dovrà prendere atto che il numero delle intercettazioni è elevato e che questo metodo debba essere affidato ad un organo che offra il massimo delle garanzie in termini di privacy. Nondimeno l’attenzione deve essere rivolta a far rispettare le leggi già esistenti dove si impongono criteri di intercettazione ben individuati come effettuarle negli uffici giudiziari e, solo eccezionalmente presso impianti aperti al pubblico; evitare che una singola intercettazione dia vita a tutta un’altra serie di indagini parallele inutili, dispendiose e, spesso, controproducenti.

Per quanto riguarda i giornalisti,, se le intercettazioni verranno trascritte integralmente, nei provvedimenti cautelari, non sarà facile vietarne la pubblicazione sino alla fine delle indagini preliminari.

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