La mia intervista di sul Fatto Quotidiano: un referendum abrogativo della legge elettorale, per abrogare il porcellum ed evitare che si vada alle elezioni e ancora una volta venga negata ai cittadini la possibilità di scegliere.
Onorevole Di Pietro, qual è l’obiettivo di questo referendum?
Riteniamo fondamentale che alle prossime elezioni i cittadini abbiano la possibilità di scegliere chi mandare in Parlamento. Sappiamo che l’ipotesi che proponiamo non è risolutiva.
Quale legge vorreste?
Presenteremo in Parlamento come IdV una legge che preservi il sistema bipolare che permetta ai cittadini di sapere cosa faranno e con chi coloro per i quali votano. Siamo contro le ipotesi dei terzopolisti, che chiedono il voto lasciandosi la possibilità di scegliere cosa fare e con chi stare. Andiamo per i collegi uninominali con candidati scelti attraverso le primarie.
Senza nessuna componente proporzionale?
Personalmente non la prevediamo in questo momento, ma non siamo contro il diritto di tribuna per i partiti minori.
Le firme vanno raccolte entro il 30 settembre: non le sembra una corsa contro il tempo?
Noi garantiamo il risultato, ma comunque è un atto politico. L’Idv parallelamente raccoglie le firme per l’abrogazione delle province, che concettualmente fa parte della stessa lotta, alla casta e agli sprechi.
Il Pd è con voi nel referendum elettorale?
Ho mandato un appello a Bersani. Non c’è peggior complice di Ponzio Pilato. Quello che rivolgiamo ai Democratici è un appello accorato: esca allo scoperto e dica cosa vuol fare. Scelga secondo scienza e coscienza. Non vorrei succedesse come nel caso dei quesiti sull’acqua, sul nucleare e sul legittimo impedimento, dove hanno cantato vittoria a posteriori. Ora vogliamo una mano.
Postato da Antonio Di Pietro