UNA VENDEMMIA DA EROI

Pendenze e altitudine rendono ostile la vendemmia nei vigneti terrazzati di Cantina Valle Isarco.
Sforzi e difficoltà sono però ripagati da un’annata di ottima qualità
Altro che meccanizzazione: in Valle Isarco la vendemmia è una questione da eroi, con il superpotere della forza di volontà. I 150 ettari di vigneto di Cantina Valle Isarco, infatti, sono disposti in un’area meravigliosa dal punto di vista paesaggistico, ma decisamente ostile agli interventi dell’uomo. Le vigne sono dislocate in un’area montuosa che parte dai 500 metri a Chiusa per toccare quota 1000 metri di altitudine, in un territorio estremo che raggiunge una pendenza molto ripida, fino al 60%. Qui dove altitudine e pendenze importanti sono le principali caratteristiche del territorio, l’ingegnosità dell’uomo, il suo impegno e la sua determinazione hanno portato alla coltivazione delle viti in un territorio estremo in cui la vendemmia viene definita “eroica”. In quest’area infatti, dal 1961, anno di fondazione della cooperativa vinicola, i soci della cantina, le loro famiglie e i loro collaboratori si occupano della raccolta dei grappoli esclusivamente a mano, lavorando tra i filari stretti e ripidi, dove nessuna operazione può essere meccanizzata.

 

VENDEMMIA IN RITARDO, MA DI ALTA QUALITÀ

Eventi atmosferici straordinari e temperature anomale hanno segnato l’inizio della vendemmia anche in Alto Adige: nei vigneti terrazzati di Cantina Valle Isarco, i 135 soci della cooperativa vinicola, quest’anno hanno impugnato tronchetto e ceste con un po’ di ritardo. Le basse temperature primaverili – che in altre aree con le gelate di aprile hanno apportato numerosi danni alle coltivazioni – qui nella zona vitivinicola più a nord d’Italia hanno causato un ritardo nella fioritura delle vigne. Di conseguenza la vendemmia vera e propria è iniziata solo intorno al 20 settembre, con un ritardo di circa 10 giorni sulla data di inizio più usuale. Le prime varietà vendemmiate sono state il Müller Thurgau, il Pinot Bianco e il Sauvignon.

Se la primavera è stata ostile, però, il mese di settembre ha regalato nel territorio tra Chiusa e Bressanone calde giornate di sole che hanno favorito una maturazione dell’uva ottimale, con grappoli caratterizzati da croccante acidità e da un’aromaticità straordinaria. In generale il particolare microclima dell’area, caratterizzato da calde giornate estive e rigide notti nel periodo della vendemmia, assicura ogni anno vini freschi, fruttati e ricchi di contenuto minerale, e il 2021 non fa di certo eccezione, prospettando all’orizzonte un’annata di ottima qualità.

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