GINO BUCCHINO RIPERCORRE LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE

Intervista all'on. Gino Bucchino

“E’ stata una campagna elettorale nella quale il vero valore aggiunto è stato l’entusiasmo che il Pd ha portato tra i nostri connazionali, e la speranza per un’Italia davvero migliore. Una campagna grazie alla quale ho potuto conoscere tante persone ed esperienze, che mi ha portato dal gelo in Canada fino alle temperature tropicali del Messico”.
Gino Bucchino ripercorre “una campagna elettorale ingestibile, dai tempi pazzeschi per chi, come me, ha avuto meno di un mese per coprire un intero continente”, ma anche ricco di passione civile e politica. Con la convinzione che il voto dei nostri connazionali promuoverà il messaggio del Pd.

C’è qualcosa che l’ha colpita particolarmente nei suoi incontri con i nostri connazionali?

“Sì, ed è stata la meraviglia che ho provato nel vedere il grande consenso intorno al Pd. Ho potuto constatare con mano come tra i nostri connazionali c’è tanta voglia di novità. Di più: di rinnovamento. Ho ricevuto centinaia di domande sul Partito Democratico e durante ogni incontro una parte importante dei discorsi e dei dibattiti riguardava proprio questo argomento. Un entusiasmo, non lo nascondo, che ha contagiato anche me, rafforzando la spinta per fare dell’Italia un paese migliore e pienamente civile.

Il Pd ha fatto breccia tanto tra gli emigrati di prima generazione quanto tra quelli della nuova?

Sì, e devo dire che anche questo fatto mi ha molto sorpreso, in positivo. Perché mentre i giovani emigranti, pur conservando uno strettissimo legame con l’Italia, si sentono cittadini del mondo e quindi predisposti verso il nuovo, gli emigranti di prima e seconda generazione appartengono a un’altra tradizione politica e nell’immaginario sono più legati alle vecchie appartenenze. Eppure, anche tra loro ho visto che la venuta del Pd è stata accolta con sincero entusiasmo.

Restiamo agli emigrati di vecchia e nuova e vecchia generazione: quali differenze tra le loro richieste?

Gli emigranti di prima e seconda generazione chiedono attenzione soprattutto sulla questione delle pensioni e, in questo senso, sono preoccupati per i segnali di disattenzione che giungono dall’Italia. Domandano poi assistenza sanitaria, ed è difficile far capire loro che questa è legata soprattutto al principio di residenza, e il riacquisto della cittadinanza. Le nuove leve, invece, chiedono soprattutto il riconoscimento all’estero dei titolo di studio e lo snellimento delle pratiche burocratiche per l’apertura di attività imprenditoriali.

Cosa li accomuna?

Il fatto che sono tutti molto informati sull’Italia. Riguardo alla comunicazione cominciano ad essere abbastanza soddisfatti e certamente la nuova Rai International, più ricca di contenuti, ha dato un contributo importante. E poi tutti lamentano il modo in cui è stata gestita la tornata elettorale: c’è stata una mancanza di coordinamento troppo grande tra i consolati: basti pensare che l’informativa per il voto non era unico, ma ogni consolato lo redigeva a modo proprio. Anche l’anagrafe elettorale ha avuto grossi ‘buchi’: bisogna arrivare a una sua gestione da parte del ministero degli Esteri e dei consolati.

Come guardano i nostri connazionali all’Italia?
In questo momento, con preoccupazione. Vedere il nostro Paese attraversare una fase di crisi, con quello che succede sul caso Alitalia, la disgregazione sociale, sentire Bossi che minaccia di scendere in armi a Roma, li mette in apprensione. E’ anche per questa ragione che il messaggio di Walter Veltroni è stato accolto con così tanta positività: il suo approccio pacato, con il sorriso sulle labbra, il suo rispetto verso la gente è stato percepito come una speranza di rinnovamento.

Una campagna elettorale si fa anche contro degli avversari politici: cosa dice riguardo agli ‘altri’?
Guardi, a dire il vero ci ho visto molta poca qualità e molta voglia di occuparsi di potere. C’è soprattutto una differenza tra noi e loro: noi avanziamo delle proposte, mentre loro fanno propaganda. Promettono senza entrare nei contenuti. Questo fatto mi induce ad essere ottimista e mi induce a pensare che anche questa volta la nostra parte raccoglierà la maggioranza dei consensi tra i cittadini all’estero e forse, rispetto alle passate elezioni, avrà anche un miglioramento.

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