Istat. Inflazione: aumentano i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori mentre gli italiani sono sempre più poveri

Come di consueto, Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, riporta le ultime rilevazioni ISTAT relative all’andamento dei prezzi ed agli effetti sui consumatori nell’ultimo mese.
Secondo l’ente statistico, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), comprensivo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,4% rispetto al mese di febbraio 2011 e del 2,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (era +2,4% a febbraio 2011). Il dato definitivo conferma la stima provvisoria.
L’inflazione acquisita per il 2011 è pari all’1,8%.
L’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi si stabilizza all’1,7%.
Al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo sale all’1,9% dall’1,8% di febbraio 2011.
Sul piano tendenziale, la crescita dei prezzi dei beni sale al 2,8%, con un’accelerazione di due decimi di punto percentuale rispetto a febbraio 2011 (+2,6%), mentre quella dei prezzi dei servizi si porta al 2,0% dall’1,9% del mese precedente. Come conseguenza di tali andamenti, il differenziale inflazionistico tra beni e servizi aumenta.
L’accelerazione dell’inflazione registrata a marzo risente in primo luogo delle tensioni sui prezzi dei Beni alimentari e dei Beni energetici non regolamentati. Un effetto di sostegno alla dinamica dell’indice generale deriva anche dall’andamento dei prezzi dei servizi, ed in particolare di quelli relativi ai Trasporti e ai Ricreativi, culturali e per la cura della persona.
I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori aumentano dello 0,5% su base congiunturale e del 3,2% rispetto all’anno precedente (era +3,1% a febbraio 2011).
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del 2,2% rispetto al mese precedente e del 2,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (la stima provvisoria era +2,6%), con un’accelerazione di sette decimi di punto percentuale rispetto a febbraio 2011 (+2,1%). La forte variazione congiunturale è in gran parte dovuta al venire meno dei saldi stagionali.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, segna un aumento dello 0,4% rispetto al mese precedente e del 2,5% rispetto a marzo 2010. (Fonte ISTAT)

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