Il soggetto bizzarro irrita. La stazza, piccola mongolfiera imbottita, tende ad allungarsi sulle punte. La testa sfregiata dai solchi del pettine conduce il viso indisponente. Il pizzo a riso, contenuto dagli angoli della bocca, stringe le labbra a libretto. Gli occhi infiammati si fanno spazio tra le palpebre come attori tra un sipario. Il mento spinge in alto la fronte supponente con la posa saccente del maestro scocciato. Le mani presuntuose e dita all’indice muovono l’aria in segno di minaccia di una lex magistralis definitiva. Non ascolta zittisce; non chiede impone; non risponde offende; non offre pretende; non tollera affronta; non attende irrompe; non compra vende. Insomma il complesso è compatibile con una seducente capacità urticante degli indici pressori degli altri.