COERENZE, PROFUGHI E BOMBE (e una riflessione da LEGGERE…)

La situazione in Libia, estremamente confusa, credo confermi i molti dubbi sull'organizzazione della iniziativa militare che avevo sottolineato la scorsa settimana e che sono stati recepiti anche nelle cautele del nostro governo e degli atti parlamentari. Quello che mi ha stupito e francamente deluso è che anche in questo caso – pur nella gravità della situazione – abbiano prevalso i posizionamenti di politica interna.
Il PD, per esempio, ha addirittura votato contro il documento della maggioranza che riportava integralmente tutto quanto lo stesso PD aveva richiesto, senza neppure chiederne il voto – semmai – per parti separate. Pochi istanti dopo è stato poi votato il documento PD (con il voto di quasi tutti) con testo identico a quello da loro bocciato poco prima. Questa volta, bontà loro, le diverse “anime” della sinistra si sono finalmente trovate d'accordo. Misteri della politica italiana. Credo che l'Italia cerchi in questi giorni di fare intanto la propria parte ma con molta maggiore prudenza rispetto alle prime ore e deve continuare a farlo solo sotto il “cappello” dell' ONU e senza lasciarsi prendere la mano da una posizione francese che non mi sembra né limpida né coerente con i grandi rischi che agitano il Mediterraneo. In questo senso ho sottoscritto con altri 55 colleghi una mozione al Governo in cui si chiede di mantenere una posizione equilibrata e prudente. A seguito il testo:
“La complessità di quanto accade in Libia da qualche settimana avrebbe dovuto far prevalere una ragionevole opzione diplomatica, accompagnata da un concreto intervento umanitario, promosso da tutti gli Stati europei. E' quello che, da solo e senza incertezze, ha fatto il Governo italiano allorché ha allestito un campo di accoglienza al confine con la Tunisia e allorché ha inviato aiuti materiali a Bengasi: con ciò l'Italia si è preso carico, nei fatti e non a parole, Nella sopravvivenza e della dignità di tanti esseri umani. La risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell'ONU ha segnato un approccio differente, al quale l'Italia è tenuta a dare esecuzione, pur se – in un'ottica di sostegno alle popolazioni civili – permangono perplessità: a) sulla chiara identificazione degli obiettivi della missione militare, b) sui tempi e sui modi per perseguirli, c) sulla individuazione dell'unità di comando, d) sul rispetto dei limiti contenuti nella risoluzione medesima, e) sulle fughe in avanti di qualche partner troppo zelante.
L'approvazione in sede parlamentare da parte dei sottoscritti della linea del Governo è frutto del sincero apprezzamento per il lavoro che l'Esecutivo sta svolgendo nella gestione della crisi nell'intera regione del Nord-Africa, e al tempo stesso dell'avvenuta ricezione nella risoluzione della maggioranza di larga parte delle preoccupazioni da noi espresse. Per questo, alla luce del voto parlamentare, confidiamo che, come più volte è accaduto in un passato recente e meno recente, il nostro Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi – e con lui il Governo -, confermi l'attenzione allo sforzo diplomatico, e a punti per noi ineludibili, come l'eguale attenzione alla tutela dei diritti nell'intera area mediorientale, oggi calpestati, con costi umani pesanti, in Yemen, nel Barhein, in Siria, con particolare riferimento alla tutela delle comunità cristiane sopravviventi in tali Paesi, e il pericolo di deteriorare i rapporti col mondo arabo e con le comunità musulmane a seguito della missione.”
Ecco come si possano tenere pur all'interno di un appoggio leale alla maggioranza anche posizioni chiare e coerenti, pur se parzialmente autonome.
INTANTO ARRIVANO I PROFUGHI
Diventa poi sempre più grave il grande problema dei profughi per i quali l'Europa intera non può tirarsi indietro. Visto comunque che molti immigrati tunisini desiderano recarsi in Francia vediamo di non scoraggiarne l'esodo al di là delle Alpi rendendoci conto che non si può lasciare il peso di questa pressione migratoria su Lampedusa e pochi altri centri d'accoglienza. A questo proposito non ho capito perchè arrivino migliaia di persone al giorno trattati nell'emergenza come bestie e stipati fino a 400 clandestini su barconi scassati di 18 metri: Poi si fa muovere addirittura la nave San Marco ( 8.000 tonnellate di stazza ed un ponte di 133 metri) da Augusta a Lampedusa e ritorno per prenderne a bordo solo 550… Mah…

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