Brembate di Sopra. Occorre una legge che vieti questo schifo televisivo

Come avevo previsto, e del resto era facile, la gigantografia della minorenne uccisa a Brembate di Sopra, ieri sera 28 febbraio troneggiava nel salotto di Bruno Vespa. Hanno trovato il corpo della poveretta, ed è subito cominciato lo schifo televisivo. C'è una legge che tutela l'immagine dei minori vivi, sarebbe necessaria e urgente una legge che tuteli l'immagine dei minori uccisi. Ho seguito solo per pochi minuti la trasmissione, ché con l'età (settantacinque!) la mia sensibilità si è acuita. Ho notato Simonetta Matone, giudice minorile, la quale osservava che la fanciulla, come si poteva vedere, “era già formata, già donna”. Poi c'era Paolo Crepet, come il solito dall'espressione assente, annoiatissima, come per dire: “Ma io che ci sto a fare qua?”. Eppure è sempre là. Un signore (non so chi fosse) insisteva nell'affermare che era della massima importanza conoscere in quali condizioni fossero i vestiti della sventurata. E la gionalista in collegamento da Brembate ha fatto la rivelazione: i pantaloni erano tirati su, e l'indumento più intimo della minorenne presentava un taglio da coltello. L'assassino ha infierito sulla vittima, i giornalisti della televisione continuano lo scempio. Ciò che sconcerta e addolora ad un tempo, è l'indifferenza con la quale donne e uomini riescono a parlare di simili tragedie. Oggi, a fornire altri particolari d'essenziale importanza, penseranno Milo Infante e Lamberto Sposini. Occorre una legge che ponga limiti a questo schifo televisivo.

Renato Pierri

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