Replica di Miriam Della Croce alla risposta di Umberto Galimberti: "Non riduciamo l’etica a etica sessuale"

D La Repubblica n. 730 – 21 febbraio 2011
Arti a confronto
L'arte della Chiesa: “Si moltiplicano notizie che riferiscono di comportamenti contrari al pubblico decoro e si esibiscono squarci, veri o presunti, di stili non compatibili con la sobrietà e la correttezza, mentre qualcuno si chiede a che cosa sia dovuta l'ingente mole di strumenti di indagine… passando da una situazione abnorme all'altra, è l'equilibrio generale che ne risente in maniera progressiva, nonché l'immagine generale del paese” (Angelo Bagnasco). L'arte di Dio: “Sia il vostro linguaggio: sì, sì; no, no; il superfluo procede dal maligno”; “Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, poiché siete come sepolcri imbiancati che all'esterno appaiono belli a vedersi, dentro invece sono pieni di ossa di morti e di ogni putredine”; “Ma guai a voi che siete ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che adesso siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete tristi e piangerete” (Gesù di Nazaret). Non volevo fare commenti, ma sugli ultimi versetti, uno brevissimo è d'obbligo: non li sentirete mai citare dal Papa a piazza San Pietro, oppure dai sacerdoti nelle chiese dei quartieri ricchi delle nostre città.

Miriam Della Croce

Così fanno spesso alcuni cattolici “poco cristiani”

Sembrava in buona fede il cattolico Luigi Amicone l'altra sera a Linea Notte (Rai3), quando, per difendere il Cavaliere ha citato l'episodio dell'adultera nel Vangelo, alludendo alle parole di Gesù: “Quello di voi che è senza peccato scagli per primo una pietra contro di lei” (Gv 8,7). Così fanno spesso alcuni cattolici “poco cristiani”. Si prende il versetto che più fa comodo per sostenere le proprie ragioni, e ci dimentica magari del resto del Vangelo. Intanto al direttore cattolico si può far notare che l'adultera non ricopriva una carica pubblica importante come quella ricoperta da Silvio Berlusconi. E poi possiamo domandargli come mai non si è ricordato di citare qualche altro versetto del Vangelo. Ad esempio, riguardo al comportamento licenzioso del Cavaliere: “Guai al mondo per gli scandali!… Se la tua mano o il piede ti è di scandalo, taglialo e gettalo via da te… E se il tuo occhio ti è di scandalo, cavalo e gettalo via da te…”. Oppure teme che il Cavaliere si autoeviri? Ma, come cattolico, poteva anche citare altre parole di Gesù: “Quello che Dio ha congiunto l'uomo non separi”. Silvio ha divorziato due volte, e adesso ha una fidanzata… E poteva anche citare: “Se il tuo fratello pecca, va', riprendilo fra te e lui solo… Se non ascolterà… deferiscilo alla Chiesa…” (cf Mt 18). Devo continuare?

Miriam Della Croce

Risposta di Umberto Galimberti

Non riduciamo l’etica a etica sessuale
Recita il Vangelo di Matteo (18,7): “E’ necessario che avvengano gli scandali”. Ma quali?

Pubblico questa lettera in rappresentanza delle moltissime che, come non è difficile immaginare, ho ricevuto sulle vicende sessuali che riguardano il nostro premier, per dire sostanzialmente due cose. La prima è che il nostro paese è davvero profondamente cattolico, se è vero che di tutti gli scandali veri o presunti, quali l'evasione fiscale, la corruzione dei giudici, l'abuso di potere, solo lo scandalo sessuale muove le coscienze e suscita in (quasi) tutti sincera e profonda indignazione. Questo mi fa pensare che noi italiani abbiamo ridotto l'etica a etica sessuale. E ancora non abbiamo interiorizzato, e quindi non avvertiamo come scandaloso e insopportabile, la violazione di quelle virtù civili che sono ad esempio: pagare le tasse, rispettare le istituzioni, non abusare del proprio potere favorendo, rispetto a chi merita, chi ci fa comodo per scambio di favori o di servizi. Stando così le cose possiamo diventare tutti casti, senza per questo far fare un passo innanzi alla nostra cultura e al nostro modo di concepire la convivenza civile secondo regole da tutti condivise. La seconda considerazione riguarda l'ormai nota e più volte ribadita discrepanza tra le parole del Vangelo e le parole della Chiesa. A questo problema la risposta l'ha già data Fëdor Dostoewskij in quel capitolo dei Fratelli Karamazov che ha per titolo “Il Grande Inquisitore” (oggi pubblicato come libricino a sé, con un bellissimo commento di Gherardo Colombo, dall'editore Salani). In buona sostanza il Grande Inquisitore ricorda a Cristo, che col suo silenzio non approva la condotta della Chiesa, che se non fosse per la Chiesa, di Gesù Cristo nessuno avrebbe più alcuna memoria. Penso che il Grande Inquisitore abbia purtroppo ragione.

Replica di Miriam Della Croce

Gentile professore, ha fatto bene ad aggiungere “Ma quali?” al versetto di Matteo, giacché Gesù si riferisce al crimine commesso da colui che o con la sua condotta o per diretta seduzione fa deviare dalla fede un credente in Cristo (cf Angelo Lancellotti – Matteo – Nuovissima versione della Bibbia), e non in particolare a scandali di natura sessuale.

Però forse ha fatto male a scegliere la mia lettera, in rappresentanza delle moltissime che ha ricevuto sulle vicende sessuali che riguardano il nostro premier.

Credo che lei abbia dato un’interpretazione errata alle mie lettere, e forse ( ma questo posso solo immaginarlo) anche a tutte le lettere che ha ricevuto. Ad indignare moltissime donne italiane, infatti, nonché moltissimi uomini, non sono i comportamenti sessuali, in sé, del Cavaliere, bensì il suo modo di considerare appunto le donne.

Nella seconda lettera, che lei ha unito alla prima, mi sono preso il gusto di prendere in giro il cattolico Luigi Amicone, ricorrendo alle sue stesse armi: il Vangelo. Ho scherzato sull’autoevirazione, forzando un po’ il significato dei versetti del Vangelo, anche se c’è un fondo di verità: lo scarso controllo sulla propria sessualità, ha indotto il premier ad abusare (almeno così sembra) del potere di presidente del Consiglio. Ma, ripeto, non mi sembra sia stato il “peccato” di natura sessuale a suscitare l’indignazione della gente.

Ciò detto, a mio parere gli italiani non si scandalizzano proprio di nulla, neppure (e di questo tutti dovremmo scandalizzarci per davvero) del femminicidio ad opera degli uomini italiani; neppure del fatto che ancora oggi si dedichino ore di trasmissioni televisive all’omicidio della ragazzina di Avetrana. Gli italiani sono come le stelle. Qualsiasi cosa succeda, “stanno a guardare”.

Riguardo alla sua seconda considerazione, lei sembra dimenticare che esistono altre chiese oltre quella cattolica, che tengono viva la memoria del Cristo.

Ma anche se fosse del tutto vero che solo grazie alla Chiesa cattolica, perdura la memoria di Gesù Cristo, ciò non giustificherebbe in nessun modo il suo cattivo comportamento. Del resto, si potrebbe anche osservare che se la Chiesa non avesse tenuta viva la memoria del Cristo, della Chiesa nessuno avrebbe più alcuna memoria.

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