Mafie dal colletto bianco: a Modena la prima Carta etica dei professionisti

di Giovanni Tizian

Una Carta etica per i professionisti modenesi. Contro corruzione e mafie, i professionisti hanno deciso da che parte stare. La Carta è destinata a fare scuola. I Professionisti di Modena, iscritti nei rispettivi Albi e aderenti al C.U.P. (Comitato Unitario delle Professioni di Modena) hanno scelto la strada dell’etica. Un documento di undici articoli che al momento rappresenta la prima esperienza a livello nazionale. La Carta etica, presentata venerdì 28 gennaio a Modena, rappresenta una novità assoluta, la prima in Italia, per il mondo degli Ordini professionali. Al convegno, dal titolo “Carte in regola: i professionisti modenesi sfidano con l’etica mafie e corruzione”, sono intervenuti Roberto Alfonso (procuratore capo della Dda di Bologna che ha confermato come in Emilia e a Modena siano radicate le cosche); Stefania Pellegrini (docente di sociologia del diritto presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Bologna) ha evidenziato, nel suo intervento la necessità per i professionisti di recuperare la consapevolezza del loro ruolo sociale, e Don Luigi Ciotti- fondatore e presidente di Libera- che ha concluso il convegno auspicando che la Carta “ si faccia carne” elogiando il “migliore dei testi antimafia”, la Costituzione.

La Carta – articolo 10 – prevede la radiazione del professionista nel caso di condanna definitiva per reati di associazione mafiosa o comunque commessi per agevolare il sodalizio mafioso e nell’eventualità intervenga una confisca definitiva dei beni del professionista. Al punto B dello stesso articolo è prevista la sospensione, anche in via cautelare, per il professionista indagato o destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare. All’articolo 11 della Carta è indicata la possibilità per gli Ordini professionali di costituirsi parte civile nei processi in cui sono coinvolti i professionisti accusati di mafia.

La corruzione è lo strumento utilizzato dai boss per piegare i colletti bianchi, i professionisti e i politici. La Carta etica potrebbe rappresentare un argine alle lusinghe delle cosche mafiose che anche a Modena investono i loro capitali fin dagli anni ‘80. ‘Ndrangheta e clan dei Casalesi hanno cellule stabili a Modena. Per rintracciare casi di colletti bianchi collusi è sufficiente tornare a luglio scorso. I Carabinieri di Modena e la Dda di Bologna scoprono una vasta attività di truffe portate avanti dalla cosca Arena di Isola Capo Rizzuto. Tra gli arrestati non solo ‘ndranghetisti. Ma anche un noto commercialista svizzero con cui gli uomini degli Arena effettuavano le truffe “carosello”.

Negli anni ’90, a confessare le collusioni con la ‘ndrangheta è stato il dirigente di una banca del modenese.

Tornando al 2010, in una delle tre operazioni contro il clan dei Casalesi compare la figura di un avvocato spregiudicato che consiglia al suo assistito di attaccare al palo della luce “l’infame” che vorrebbe denunciarlo.

A Bologna prima di Natale è finito tra gli indagati un noto medico bolognese, colpevole, secondo i magistrati, di avere prodotto un certificato falso per un mafioso catanese, condannato a 23 anni, grazie al quale ha evitato il carcere. E sempre a Bologna, nel 2007, a essere arrestato un ingegnere che in cambio di appalti da eseguire nella Locride avrebbe pagato le parcelle degli avvocati di potenti ‘ndranghetisti, i Pelle-Votari, quelli della mattanza di Dusiburg.

“La Carta etica è utile per non lasciare solo il professionista che è una sentinella della legalità nel campo in cui opera – spiega alla Gazzetta di Modena Pietro Balugani, presidente dell’Ordine degli Ingeneri di Modena – che gode di un osservatorio privilegiato e può segnalare, informare, chi di dovere nell’eventualità in cui dovesse intravedere meccanismi poco chiari”. E chiosa: “Non abbiamo molti strumenti a disposizione. La Carta va in questa direzione”. La presenza delle mafie, Balugani la sente vicina: “Tocca tutti, penetra nell’economia sana della nostra provincia inquinandola. Va combattuta prima che il cancro divori tutto. La Carta etica proposta dagli Ingegneri ha trovato il consenso unanime dei professionisti, è un ottimo punto di partenza”.

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