TRISTEZZA E PREOCCUPAZIONE

Spesso ho scritto “…E’ un momentaccio…” ma credo che in queste settimane la politica italiana viva un momento che più che brutto è diventato squallido. Squallido per i contenuti delle vicende all’ordine del giorno, i personaggi che girano, i fatti che vanno al di là della semplice cronaca.

Io mi sento addirittura imbarazzato ad essere un deputato perché – visto che si fa una costante generalizzazione di tutto e di tutti – sono indicato dai media come un mezzo delinquente solo per essere stato eletto dai cittadini a Montecitorio ( o “nominato”, vista questa legge elettorale, ma comunque lo ero stato eletto anche prima…). Eppure sento di fare il mio dovere, di lavorare con impegno anche se sembra che questo non conti più niente.

Nessuno mi ha mai obbligato a votare in questo o quel modo e giovedì sera ho votato con convinzione contro la richiesta dei giudici di Milano perché quella richiesta non aveva alcuna logica, alcuna motivazione, alcun senso se non essere una voluta forzatura politica.

Berlusconi sarà anche indifendibile sul piano personale – se sono vere le cose che si raccontano – ma noi dovevamo votare se fosse o meno corretto un determinato atto che – secondo me – non era legittimo, ma ogni considerazione giuridica si è persa nel “gossip” e nella demagogia.

Sono molto triste se penso all’Italia che speravo di costruire (e di questo parleremo lungamente), ma soprattutto sono preoccupato perché vedo problemi insoluti che vanno ben al di là di più o meno piccanti cronache rosa. E’ in gioco infatti l’equilibrio dei poteri di una Repubblica nata con una Costituzione ormai antica che proprio tra Governo, Parlamento e Magistratura calibrava pesi e contrappesi, equilibri e reciproci controlli che sono saltati a tutto danno dell’intero paese.

Le funzioni del Parlamento sono scese a livello notarile nell’ approvare di fatto solo mozioni o solo decreti governativi che – giusti o sbagliati che siano – (e di solito per me sono condivisibili) sviliscono però la funzione legislativa che così viene assunta dal governo. E’ un processo in atto da più legislature: Prodi chiese e ottenne deleghe per 44 diversi argomenti.

Si tratta allora di ammettere che questa non è più una Repubblica “parlamentare” ma una sorta di premierato dove chi vince le elezioni governa e dove al massimo il Parlamento ratifica e controlla, ma di fatto senza più legiferare. Non è cosa di poco conto, perché la nostra non è una Costituzione “presidenziale” e se lo diventa allora servono altre norme di controllo.

Preoccupante e poi la crescita abnorme del potere della Magistratura che si è inserita a tutto campo nella politica, condizionandola e di fatto potendo così cambiare l’esito stesso delle elezioni.

Lo è stato nel 1992-94 con “mani pulite” e con quei magistrati (non solo Di Pietro) che però poi si sono infilati in politica. Ha continuato a farlo con De Magistri (1998), anche lui poi transitato in politica, come fanno oggi politica la Boccassini e i suoi collaboratori.

Non si prenda il caso di Berlusconi sullo specifico aspetto personale, guardiamo invece alla realtà in un contesto più vasto: i Magistrati (o almeno una parte di essi, siano pure una minoranza sembrano essere quelli che contano) si auto-controllano il CSM e quindi nessuno li giudica, possono disporre di poteri enormi di verifica e controllo, intercettano in pratica tutti e senza limiti, scelgono chi inquisire e chi no, di fatto condizionano e controllano la stampa e l’informazione. I “numeri” messi in campo per verificare se Berlusconi sia andato o no a letto con una minorenne sono impressionanti: mesi e mesi di intercettazioni (anche prima dei fatti di Ruby) con schedatura di chiunque sia andato ad Arcore, migliaia di controlli, centinaia di interrogatori, decine di giudici e agenti impegnati, milioni di euro già spesi…è questo il “normale metodo di indagine”?

In questi giorni sono successe situazioni gravi e non penso solo alle perquisizioni personali a giornalisti e giornali che hanno osato attaccare la Procura di Milano, ma che a Roma si inquisisca il Ministro degli Esteri solo perché – in parlamento! – accenna a delle carte non gradite (caso Fini – Montecarlo), ma purtroppo confermanti le note vicende Tulliani, è molto preoccupante.

Ma dove sono appunto l’equilibrio dei poteri, i metodi di controllo, la necessaria garanzia ai cittadini di essere giudicati in maniera equa?

Credo necessaria una riflessione molto seria su quanto stia accadendo nel nostro paese perché passeranno Berlusconi e tanti altri leader politici, ma l’Italia resterà anche “dopo” questa legislatura e questo governo…e quale Italia sarà? Questo è il vero tema su cui dobbiamo discutere, ma non si può farlo se ogni giorno i giornali dedicano pagine su pagine a intercettazioni ed interrogatori virtualmente “segreti” e che invece vanno direttamente in TV, via internet e sulla stampa senza che nessuno obbietti alcunché, nel silenzio dei “garanti” e senza alcun provvedimento disciplinare .

Tutto ciò detto non per difendere la privacy di chi comanda, ma quella di tutti i cittadini che rischiano di perdere le proprie libertà personali, mentre nel suo complesso la Giustizia italiana civile e penale non funziona…Ma a chi chiede di cambiarla si risponde sempre di no e nessuna legge di fatto va avanti per una vera riforma. Esagero? Chiunque viva o abbia vissuto sulla propria pelle una qualsiasi ingiustizia e voglia avere “giustizia” da questo Stato sa che non sto per niente esagerando.

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