Ruby, come il lardo per la gatta

Vorrei spezzare una lancia a favore del Cavaliere. A mio parere, dal punto di vista morale (non legale!), quella del premier, che Veronica Lario ha definito malattia, e la figlia Barbara, debolezza, non può essere considerata una colpa, giacché prescinde dalla volontà, o meglio, è più forte della volontà. Il Cavaliere, in qualche modo, è costretto ad avere contatti, non solo fisici, con giovani donne. La prova? Ce ne sono due. La prima è che se dipendesse dalla sua volontà, non si sarebbe mai messo nelle condizioni di dare un dispiacere alla famiglia, che ama profondamente, e disgusto agli italiani che pure ama profondamente. La seconda è che, pur essendo consapevole d'essere sotto l'occhio vigile dei magistrati, ha continuato a dare sfogo ai suoi desideri per les jeunes filles en fleur. E volete che il Cavaliere non conosca il proverbio “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”?. Grave colpa è invece la sua ostinazione a non dimettersi. Le dimissioni, infatti, dipendono dalla sua volontà.

Veronica Tussi

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