La repressione del Tibet, anche questo è made in China

Le Olimpiadi non vanno boicottate. Il dialogo va ripreso tra qualche morto e l’altro, ottanta per la precisione, e la Cina cambierà tra qualche millennio.
E’ significativo che l’accanimento dei cinesi sia rivolto proprio ai monaci tibetani. La repressione intellettuale, della libertà assoluta, quella del pensiero, è invincibile. Allora si deve intervenire con le maniere forti. Tutto quanto riguarda l’economia, il commercio, gli scambi, invece, ha a che fare con il denaro. Quella è una terra prolifica fatta di miliardari e poveracci in un misto di pappa omogenea che ha bisogno di tutto e possiede già tutto. Il cammino della Cina, sarà lastricato di nefandezze e tutto l’occidente ne sarà responsabile. No, tutto il mondo. Non è cosa buona che la Cina si arricchisca mostrando da un lato l’aspetto progredito dello sviluppo e dall’altro gli assassini di monaci tibetani come galline in un pollaio.
Paradossalmente è proprio il capitalismo ad appoggiare la Cina. Cosa che fece anche la sinistra mondiale. Quella comunista però, non annacquata come questa odierna delle nostre miserabili, piccole, minime elezioni. Allora, il viva Mao tze tung inneggiava nelle piazze sulla bocca di milioni di studenti improvvidi, superficiali ma in buona fede e forse anche plagiati dalle nomenclature dei partiti. Non riesco ad immaginare cosa farebbe il mondo se i tedeschi se la prendessero un giorno con i turchi immigrati ammazzandone una cinquantina. Oppure una repressione spietata e radicale contro i Rom a Roma sopprimendone qualcuno sulla strada, o che a Los Angeles le istituzioni si ribellassero alla presenza nera ridefinendola negra. Lasciamo stare probabili e rinnovate repressioni agli ebrei che si perpetrano ogni giorno, per il momento, senza uccisioni. La cosa singolare, che poi tanto singolare non è, è il silenzio di tutto il mondo sui fatti cinesi. Non se ne deve parlare e non se ne parla. Si spera solo che, anche se sopprimeranno qualche monaco tibetano ancora, la cosa finisca presto magari continuando una repressione forte, irriducibile, costante ma silenziosa anche se sanguinaria.
Anche questo è made in Cina come i giocattoli velenosi costruiti per le bocche dei bambini occidentali. Tanto in occidente non c’è il limite di un figlio a famiglia assolutamente maschio, è ovvio, come tassativamente è imposto in quelle terre sventurate. Dalla Cina provengono le migliori contraffazioni di un mondo e di una economia di plastica appese agli avambracci degli ambulanti africani sparsi per l’Italia. Paese strano e bizzarro. Si sta rifacendo il look vestendo alla moda senza aver fatto la doccia, senza essersi ripulito dentro. Che ne sarebbe della Cina se i suoi prodotti non fossero più richiesti? Andiamo pure alla olimpiadi ma non rimpinguiamo il mercato cinese comprando tutto quello che proviene da una terra macchiata di sangue.

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