La nota vicenda della vittoria elettorale “farsa” di Roberto Cota, ora alla guida della Regione Piemonte, dopo mesi di travagliate vicende giudiziarie, in un desolante panorama di illegalità da azzeccagarbugli da parte dei leghisti, ha avuto oggi un ulteriore sviluppo, grazie alla perseveranza dell'Avvocato Alberto Ventrini dei Radicali Italiani.
Questa mattina il Tribunale di Torino ha accolto la costituzione di parte civile avanzata da Marco Pannella (in rappresentanza della lista Bonino-Pannella) nel processo che vede imputati il consigliere regionale Michele Giovine e suo padre del reato di falsificazione delle firme di alcuni candidati della Lista “Pensionati per Cota”. E' stata accolta anche la costituzione di parte civile di Angelo Bonelli per la Federazione dei Verdi e di altri esponenti della coalizione di Mercedes Bresso. Sono state respinte le eccezioni di nullità del decreto di citazione a giudizio e di incompetenza territoriale formulate dai difensori degli imputati, per cui il processo proseguirà davanti al Giudice dott. Santangelo del Tribunale di Torino; la prossima udienza è fissata per il 16 febbraio.
La Lista “Pensionati per Cota”, che appoggiava il candidato del centro-destra Roberto Cota, ha raccolto circa 27.000 voti alle scorse elezioni regionali in Piemonte; lo scarto di voti fra Roberto Cota e Mercedes Bresso è stato di circa 9.000 voti. Il 26 gennaio il Consiglio di Stato si riunirà per vagliare il “caso Giovine”.
Giulio Manfredi (vice-presidente Comitato nazionale Radicali Italiani) e Alberto Ventrini (avvocato radicale che segue la causa per conto di Marco Pannella, giunta segreteria Associazione Radicale Adelaide Aglietta) hanno dichiarato:
“Si tratta di un primo passo sulla lunga e impervia strada della legalità. I radicali in questi anni hanno denunciato da soli il caso di Michele Giovine, che, ricordiamolo, è recidivo, essendo già stato processato in passato per aver raccolto migliaia di firme irregolari a sostegno della sua lista per le elezioni regionali del 2005.
Roberto Cota sapeva con chi si alleava e, quindi, ora deve pagare tutte le conseguenze della sua scelta.
Ricordiamo che “La Stampa” del 10 luglio 2010 ha pubblicato un raffronto fra le firme di alcuni candidati della lista di Giovine, quelle che appaiono sul modulo delle candidature e quelle che appaiono sul verbale di polizia, al termine degli interrogatori degli stessi candidati. Centinaia di migliaia di cittadini piemontesi hanno potuto verificare la netta discordanza fra le due firme; speriamo che altre centinaia di migliaia di cittadini possano verificare con i loro occhi, andando sul sito www.associazioneaglietta.it, dove rimarrà no stop la suddetta pagina de “La Stampa” con le firme contestate.”