Libertà sì, ma per fare cosa…?

Mi par di poter dire con una quasi assoluta certezza che il termine “libertà”  oggi sia  più inflazionato a scopo strumentale, soprattutto in politica, piuttosto che applicato nel senso della  vera democrazia, nel rispetto di alcune regole fondamentali previste con saggezza dalla Costituzione, forse una delle migliori al mondo, come sostengono molti studiosi.

Oggi infatti il sostantivo “libertà” ha assunto un valore diverso rispetto alla sua vera accezione e lo si confonde, a volte coscientemente altre per varie altre motivazioni, in un libero arbitrio che funge da paravento per far ciò che si vuole senza che nessuno possa eccepire alcunché. Scrivere queste cose, trite e ritrite, ripetute migliaia di volte, ciò mi determina miseria interiore tanto da infastidirmi nella ripetizione di queste, ma  il “repetita iuvant”,  lo sento come un dovere civico che non va attenuato, anche nella consapevolezza che saranno in  tanti a replicare che sto scoprendo l’acqua calda…

Se si osserva il mondo, almeno a mio modo di vedere e di sentire, si ha la sensazione di vivere in una gabbia di “matti”, soprattutto agli apici delle varie nazioni: si parla solo di competizione economica, politica ed ora anche bellica (Trump e la bomba atomica segreta docent !).

La Russia che, a mio avviso, è ancora “staliniana” sia pur sotto altra veste solo allo scopo di dar da intendere diversamente, usa gli stessi sistemi antidemocratici di prima e continua ad ammazzare, ripeto ammazzare, ma anche imprigionare chi la pensa in altra maniera, tanto da far pensare ad un’ennesima destabilizzazione mondiale a causa della giusta intromissione  degli Usa ed Europa volta a dare vera libertà a  questo  popolo ( Bielorussia-Lukashenco docent !)

Ed infine, parlando delle cose di casa nostra, mai come in questi ultimi decenni ho notato una deregulation politica tanto pericolosa che, se non ci si da una regolata, ci saranno conseguenze di natura imponderabile per il paese che, grazie ad una disgrazia come la pandemia, si trova fortunatamente a vincere una sorta di ”lotteria miliardaria” attraverso i fondi UE che potrebbero, se usati bene, risolvere tutti, ripeto tutti, i problemi seri del paese.

Si tratta infatti di tanti piani Marshall messi insieme… che, vedrete, le ambizioni politiche non disgiunte da tanta ed irresponsabile ignoranza, finiranno per essere sperperati senza consolidare gli strumenti di produzione e ricchezza.  Anche qui, l’eccesso di libertà “pretestuosa” a fini di potere, non farà bene e, come sempre, saremo ancora una volta non solo derisi da tutto il mondo, ma anche definitivamente allontanati dalla stessa Europa.

Ora, se mi è permesso un suggerimento, l’Italia avrebbe bisogno di una regia unica in funzione dell’utilizzo di detti fondi e, se volete, senza venir confuso per antidemocratico, (anche in funzione di alcuni personaggi che intenderebbero governarci) ,  sarebbe quanto mai necessario che l’utilizzo di queste macroscopiche risorse,  venisse severamente verificato da un controllore “terzo” sin dall’inizio. In casi come questi, come ho già detto e scritto, non guasterebbe “ripescare” alcuni strumenti delle economie pianificate di vecchia triste memoria, realtà che, in casi di crisi, potrebbero essere messe in campo senza tema, ripeto senza tema, di venir confusi per antidemocratici. E ciò ad evitare che, come non è da escludere, si privilegi un settore rispetto ad un altro. Come l’Italia degli ultimi decenni ci ha insegnato !

Una pianificazione industriale nazionale  infatti  non sempre cozza contro il regime della libera concorrenza di mercato, se si pone mente il fatto che l’Italia va risollevata in toto, esattamente come successe per fine guerra  sia per motivazioni diverse, ma tutte riconducibili alla crisi, allora di natura bellica,  attualmente di natura virale. Ma sempre crisi collegate alla fame…

Va detto infine che, mai come in questa circostanza, l’Italia avrà la fortuna di risollevarsi se saprà essere onesta, possibilmente utilizzando anche (ma questo è un solo dettaglio seppur molto importante) cambiando la legge elettorale grazie al referendum, ove dovesse vincere il SI…

Arnaldo De Porti

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