Non è un arcano oramai poter dichiarare al mondo intero del calcio che un presidente come Aurelio De Laurentiis rappresenti ormai un impedimento, un ostacolo a che una società calcistica possa diventare un grande club.
Per fare un esempio ADL impedisce alla squadra di crescere ulteriormente anche nel momento di maggior successo e lo fa coscientemente pianificando il progetto di costrizione a tavolino. È una pratica masochista ma remunerativa in quanto esclude ogni forma di investimento.
È ovvio che fermare lo sviluppo ad una cosa che cresce è da ottusi. Non è proprio ciò che un imprenditore, degno di questo nome, farebbe mai. Ma già ADL non è un imprenditore ma un commerciante. Il primo investe per crescere e rischia del proprio nella azienda, il secondo mira al profitto acquista per rivendere.
Egli si comporta col Napoli alla stessa stregua di come si comportavano i cinesi dell’epoca pre-imperiale quando si fasciavano stretti i piedini delle bambine affinchè rimanessero piccoli. Quei piedini venivano chiamati “gigli d’oro” o “loto d’oro”. Il piede piccolo di una fanciulla rappresentava un obiettivo estetico importante già a partire dal IV secolo d.C.
ADL è quindi un personaggio superato ed inesistente dal punto di vista imprenditoriale. Il suo progetto di bellezza è datato ed inefficiente oltre che essere inefficace.
Personaggio d’altri tempi fuori dalla logica imprenditoriale egli è un tipico esempio di contraddizione in auge sotto la dinastia Song 960-1276. (s.v.)