Anche se non trovi le parole A Novi Sabato 9 ottobre ore 20e30

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/files/2010/08/35987_116903558362495_116903398362511_121568_2669680_n.jpg

Scena pakistana in casa italiana: “L’8 marzo di quest’anno le donne di Novi, tra cui alcune dell’UDI, sono andate ad invitare le famiglie di stranieri residenti nel loro paese ad un pranzo multiculturale, organizzato dal Comune, pranzo preparato da una pakistana, una cinese, una marocchina e un’italiana. Quando hanno bussato alla casa di Begm Shnez per invitare tutti, anche gli uomini, il marito avrebbe detto: “signora non si avvicini mai più alla mia casa perché noi le ragazze e le donne le teniamo in casa. Andiamo al 3 ottobre 2010: “Movente del delitto la ribellione della giovane, 20 anni, a un matrimonio combinato. La madre avrebbe preso le sue difese e sarebbe stata uccisa dal marito con una pietra, mentre la figlia sarebbe stata colpita a sprangate dal fratello. E’ successo a Novi di Modena.” E’ carica di condizionali la notizia, come è certa la morte di Begm Shnez, 46 anni. Il movente è la Tradizione, che vuole il padre padrone Butthamad Kahn: un matrimonio combinato per la figlia. E la figlia 20enne, ridotta in “gravi condizioni” a sprangate, dal fratello di 19 anni. E’ stato pagato caro e per sempre il coraggio di queste due donne, straniere in Italia. Rimangono gli altri figli piccoli e grandi, alcuni hanno visto tutto e non scorderanno mai. Vorrei che una folla immensa di donne e uomini, andasse non solo al funerale ma a rendere amicizia a quella ventenne che sentirà pure su di sè, parte della responsabilità della morte della madre, che l’ha difesa. Mentre scrivevo quello che avete letto ho avuto il comunicato dell’Udi che segue: Sappiate che la Staffetta continua. “Per questo saremo in tante alla fiaccolata a Novi , Sabato 9 ottobre, come in tante siamo state venerdì scorso alla fiaccolata di Portici per Teresa. Un ‘altra donna, un’altra madre che ha pagato con la vita l’aver denunciato il violentatore della figlia.”

Non ha nazionalità la violenza e nemmeno l’amore: anche se non trovi le parole… A NOVI Sabato 9 OTTOBRE ore 20e30
Doriana Goracci.



FEMMINICIDIO NOVI: signora non si avvicini mai più alla mia casa…‏

L’8 marzo di quest’anno le donne di Novi, tra cui alcune dell’UDI, sono andate ad invitare le famiglie di stranieri residenti nel loro paese ad un pranzo multiculturale, organizzato dal Comune, pranzo preparato da una pakistana, una cinese, una marocchina e un’italiana. Quando hanno bussato alla casa di Begm Shnez per invitare tutti, anche gli uomini, il marito avrebbe detto: “signora non si avvicini mai più alla mia casa perché noi le ragazze e le donne le teniamo in casa. “ Segregare le donne in casa, tenerle chiuse e sotto controllo è una tendenza comune al patriarcato in tutte le latitudini e le donne devono faticare molto, spesso pagare con la vita un NO per sé e per le proprie figlie. A noi donne italiane basta guardarci indietro, appena alle spalle, per sapere quanta strada abbiamo fatto, ma anche quanta rimane da fare se la prima causa di morte rimane per tutte il FEMMINICIDIO. Per questo saremo in tante alla fiaccolata a Novi Sabato 9 ottobre, come in tante siamo state venerdì scorso alla fiaccolata di Portici per Teresa. Un ‘altra donna, un’altra madre che ha pagato con la vita l’aver denunciato il violentatore della figlia.
Novi di Carpi: ancora un FEMMINICIDIO
Modena Comunicato stampa dell’UDI di Modena
Con orrore apprendiamo che nella nostra Provincia, a Novi, un’altra donna è morta e un’altra ancora è gravemente ferita, colpite dalla furia degli uomini della loro stessa famiglia. Marito e padre, l’uno, figlio e fratello l’altro. Ci stringiamo attorno alla giovane Nosheen, ricoverata al Ospedale Nuovo di Modena S.Agostino – Estense (Baggiovara), perchè possa guarire al più presto, almeno dalle ferite del corpo e ritornare alla sua scuola, alla sua vita. Sui giornali e nei primi commenti viene fatto il parallelo con la vicenda di Hiina Salem, e Sanaa Dafani, giustiziate dagli uomini di casa.Anche oggi, a Modena, la vittima è una donna pachistana, ma Begm Shnez, 46 anni, probabilmente una buona musulmana è l’eroica mamma che ha tentato, riuscendovi, di difendere la figlia, convinta che dovesse e potesse rifiutare un matrimonio combinato. L’UDI- Unione Donne in Italia, denunciando ormai da anni il “femminicidio”, sa che esso è trasversale alle culture e se ha un’impronta così prettamente “culturale”, come nel caso di Hiina, Saana e Begm, è da imputarsi non a questa o a quella religione, ma ad una “tradizione” primitiva e violenta contro il genere femminile. Pensiamo dunque che nella nostra Provincia si debbano moltiplicare gli sforzi per favorire l’integrazione sociale di comunità eventualmente chiuse ed isolate, per consentire passaggi generazionali e culturali meno traumatici. Pensiamo però che si debba guardare bene in faccia alla realtà: i dati presentati in tante occasioni (es.: Staffetta di donne contro la violenza sulle donne) ci dicono che in media 120 donne all’anno muoiono per femminicidio in Italia. Bisogna dunque porsi interrogativi che rinuncino alle strumentalizzazioni e cerchino di capire perchè tante donne, ogni giorno, finiscono picchiate, ferite ed ammazzate dagli uomini anche nelle nostre case e famiglie. Chiediamoci infine perchè il giovane fratello di Nosheen, non sia riuscito a spezzare quella spirale di violenza che, alla fine, lo ha armato. L’UDI sta dedicando i suoi sforzi per eliminare la violenza di genere dalla vita di giovani donne e giovani uomini; per questo andiamo nelle scuole, per questo chiediamo a tutti uno sguardo e una riflessione profonda su quanto è successo. Per dire che non dimenticheremo mai Begm Shnez, per stare vicino a Nosheen, soprattutto per dire BASTA AL MASSACRO DELLE DONNE, le UDI di Novi, Carpi e Modena, chiamano tutte/i ad un gesto di solidarietà e di protesta:
una fiaccolata che si svolgerà a Novi – Sabato 9 Ottobre 2010 ore 20,30
Modena, lì 4 Ottobre 2010 IL COORDINAMENTO UDI MODENA


ROMA (3 ottobre) – Un dramma che ricorda la tragedia di Hina Saleem, quello accaduto a Novi di Modena, dove padre e figlio “puniscono” a sprangate una giovane che rifiuta il matrimonio combinato e poi con un sasso mettono a tacere per sempre la madre che difendeva la figlia. Quest’ultima è grave, ma non in pericolo di vita. È accaduto attorno alle 16.30 nel cortile di un edificio di Novi di Modena, in via Bigi Veles 38. In quella casa la famiglia, madre, padre e cinque figli, vivono da alcuni anni. La ventenne Nosheen si ribella alla decisione familiare di darla in sposa a un connazionale. In casa ci sono anche due degli altri tre figli più piccoli della la coppia, Hamad Kahn Butt, operaio di 53 anni, e Begm Shnez, 46. A colpire la ragazza con una spranga sarebbe stato il fratello di 19 anni, Humair Butt, anche lui operaio, aiutato dal padre, che poi avrebbe impugnato una pietra con la quale colpire la moglie, di 46 anni, uccidendola. Alla scena hanno assistito alcuni vicini, che hanno chiamato i soccorsi. Sono intervenuti il 118, per una corsa verso il grande ospedale di Baggiovara. I carabinieri hanno fermato padre e figlio li hanno portati in caserma a Novi per un lungo interrogatorio: i due hanno scelto di fare scena muta. Padre e figlio arrestati. Al termine dell’interrogatorio Hamad Kahn Butt è stato arrestato per l’omicidio della moglie Begm Shnez e il figlio Humair Butt per il tentativo di omicidio della sorella Nosheen. Resta confermato il movente: a scatenare il pestaggio della giovane e le sassate sulla madre sarebbe stata la ribellione della ragazza alle nozze combinate e della madre per le violenze contro la figlia. Già in passato ci sarebbero stati episodi di maltrattamenti in famiglia, anche ai danni della donna uccisa. I due arrestati sono stati portati nel carcere di sant’Anna.Sono molti gli interrogativi che restano aperti. Nel paesone della provincia modenese la comunità pakistana è grande, impiegata soprattutto in agricoltura. Sconcerta la somiglianza tra questa storia e quella di quattro anni fa nel Bresciano, per la quale Mohamed Saleem, il padre di Hina, è stato condannato a 30 anni di carcere, mentre i due cognati della vittima hanno avuto 17 anni a testa per avere aiutato il padre ad occultare il cadavere. A Novi un rifiuto di nozze combinate, a Sarezzo la voglia di vivere liberamente la relazione col proprio fidanzato italiano. In entrambi i casi, la logica del possesso fino alle più estreme conseguenze ha reso spietati assassini due padri. E soggiogate fino alla morte le mogli, le figlie.

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/gallery/77/40826_1518786083549_1051416534_1513166_2724143_n.jpg

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Scena pakistana in casa italiana: “L’8 marzo di quest’anno le donne di Novi, tra cui alcune dell’UDI, sono andate ad invitare le famiglie di stranieri residenti nel loro paese ad un pranzo multiculturale, organizzato dal Comune, pranzo preparato da una pakistana, una cinese, una marocchina e un’italiana. Quando hanno bussato alla casa di Begm Shnez per invitare tutti, anche gli uomini, il marito avrebbe detto: “signora non si avvicini mai più alla mia casa perché noi le ragazze e le donne le teniamo in casa. Andiamo al 3 ottobre 2010: “Movente del delitto la ribellione della giovane, 20 anni, a un matrimonio combinato. La madre avrebbe preso le sue difese e sarebbe stata uccisa dal marito con una pietra, mentre la figlia sarebbe stata colpita a sprangate dal fratello. E’ successo a Novi di Modena.” E’ carica di condizionali la notizia, come è certa la morte di Begm Shnez, 46 anni. Il movente è la Tradizione, che vuole il padre padrone Butthamad Kahn: un matrimonio combinato per la figlia. E la figlia 20enne, ridotta in “gravi condizioni” a sprangate, dal fratello di 19 anni. E’ stato pagato caro e per sempre il coraggio di queste due donne, straniere in Italia. Rimangono gli altri figli piccoli e grandi, alcuni hanno visto tutto e non scorderanno mai. Vorrei che una folla immensa di donne e uomini, andasse non solo al funerale ma a rendere amicizia a quella ventenne che sentirà pure su di sè, parte della responsabilità della morte della madre, che l’ha difesa. Mentre scrivevo quello che avete letto ho avuto il comunicato dell’Udi che segue: Sappiate che la Staffetta continua. “Per questo saremo in tante alla fiaccolata a Novi , Sabato 9 ottobre, come in tante siamo state venerdì scorso alla fiaccolata di Portici per Teresa. Un ‘altra donna, un’altra madre che ha pagato con la vita l’aver denunciato il violentatore della figlia.”

Non ha nazionalità la violenza e nemmeno l’amore: anche se non trovi le parole… A NOVI Sabato 9 OTTOBRE ore 20e30
Doriana Goracci.



FEMMINICIDIO NOVI: signora non si avvicini mai più alla mia casa…‏

L’8 marzo di quest’anno le donne di Novi, tra cui alcune dell’UDI, sono andate ad invitare le famiglie di stranieri residenti nel loro paese ad un pranzo multiculturale, organizzato dal Comune, pranzo preparato da una pakistana, una cinese, una marocchina e un’italiana. Quando hanno bussato alla casa di Begm Shnez per invitare tutti, anche gli uomini, il marito avrebbe detto: “signora non si avvicini mai più alla mia casa perché noi le ragazze e le donne le teniamo in casa. “ Segregare le donne in casa, tenerle chiuse e sotto controllo è una tendenza comune al patriarcato in tutte le latitudini e le donne devono faticare molto, spesso pagare con la vita un NO per sé e per le proprie figlie. A noi donne italiane basta guardarci indietro, appena alle spalle, per sapere quanta strada abbiamo fatto, ma anche quanta rimane da fare se la prima causa di morte rimane per tutte il FEMMINICIDIO. Per questo saremo in tante alla fiaccolata a Novi Sabato 9 ottobre, come in tante siamo state venerdì scorso alla fiaccolata di Portici per Teresa. Un ‘altra donna, un’altra madre che ha pagato con la vita l’aver denunciato il violentatore della figlia.
Novi di Carpi: ancora un FEMMINICIDIO
Modena Comunicato stampa dell’UDI di Modena
Con orrore apprendiamo che nella nostra Provincia, a Novi, un’altra donna è morta e un’altra ancora è gravemente ferita, colpite dalla furia degli uomini della loro stessa famiglia. Marito e padre, l’uno, figlio e fratello l’altro. Ci stringiamo attorno alla giovane Nosheen, ricoverata al Ospedale Nuovo di Modena S.Agostino – Estense (Baggiovara), perchè possa guarire al più presto, almeno dalle ferite del corpo e ritornare alla sua scuola, alla sua vita. Sui giornali e nei primi commenti viene fatto il parallelo con la vicenda di Hiina Salem, e Sanaa Dafani, giustiziate dagli uomini di casa.Anche oggi, a Modena, la vittima è una donna pachistana, ma Begm Shnez, 46 anni, probabilmente una buona musulmana è l’eroica mamma che ha tentato, riuscendovi, di difendere la figlia, convinta che dovesse e potesse rifiutare un matrimonio combinato. L’UDI- Unione Donne in Italia, denunciando ormai da anni il “femminicidio”, sa che esso è trasversale alle culture e se ha un’impronta così prettamente “culturale”, come nel caso di Hiina, Saana e Begm, è da imputarsi non a questa o a quella religione, ma ad una “tradizione” primitiva e violenta contro il genere femminile. Pensiamo dunque che nella nostra Provincia si debbano moltiplicare gli sforzi per favorire l’integrazione sociale di comunità eventualmente chiuse ed isolate, per consentire passaggi generazionali e culturali meno traumatici. Pensiamo però che si debba guardare bene in faccia alla realtà: i dati presentati in tante occasioni (es.: Staffetta di donne contro la violenza sulle donne) ci dicono che in media 120 donne all’anno muoiono per femminicidio in Italia. Bisogna dunque porsi interrogativi che rinuncino alle strumentalizzazioni e cerchino di capire perchè tante donne, ogni giorno, finiscono picchiate, ferite ed ammazzate dagli uomini anche nelle nostre case e famiglie. Chiediamoci infine perchè il giovane fratello di Nosheen, non sia riuscito a spezzare quella spirale di violenza che, alla fine, lo ha armato. L’UDI sta dedicando i suoi sforzi per eliminare la violenza di genere dalla vita di giovani donne e giovani uomini; per questo andiamo nelle scuole, per questo chiediamo a tutti uno sguardo e una riflessione profonda su quanto è successo. Per dire che non dimenticheremo mai Begm Shnez, per stare vicino a Nosheen, soprattutto per dire BASTA AL MASSACRO DELLE DONNE, le UDI di Novi, Carpi e Modena, chiamano tutte/i ad un gesto di solidarietà e di protesta:
una fiaccolata che si svolgerà a Novi – Sabato 9 Ottobre 2010 ore 20,30
Modena, lì 4 Ottobre 2010 IL COORDINAMENTO UDI MODENA


ROMA (3 ottobre) – Un dramma che ricorda la tragedia di Hina Saleem, quello accaduto a Novi di Modena, dove padre e figlio “puniscono” a sprangate una giovane che rifiuta il matrimonio combinato e poi con un sasso mettono a tacere per sempre la madre che difendeva la figlia. Quest’ultima è grave, ma non in pericolo di vita. È accaduto attorno alle 16.30 nel cortile di un edificio di Novi di Modena, in via Bigi Veles 38. In quella casa la famiglia, madre, padre e cinque figli, vivono da alcuni anni. La ventenne Nosheen si ribella alla decisione familiare di darla in sposa a un connazionale. In casa ci sono anche due degli altri tre figli più piccoli della la coppia, Hamad Kahn Butt, operaio di 53 anni, e Begm Shnez, 46. A colpire la ragazza con una spranga sarebbe stato il fratello di 19 anni, Humair Butt, anche lui operaio, aiutato dal padre, che poi avrebbe impugnato una pietra con la quale colpire la moglie, di 46 anni, uccidendola. Alla scena hanno assistito alcuni vicini, che hanno chiamato i soccorsi. Sono intervenuti il 118, per una corsa verso il grande ospedale di Baggiovara. I carabinieri hanno fermato padre e figlio li hanno portati in caserma a Novi per un lungo interrogatorio: i due hanno scelto di fare scena muta. Padre e figlio arrestati. Al termine dell’interrogatorio Hamad Kahn Butt è stato arrestato per l’omicidio della moglie Begm Shnez e il figlio Humair Butt per il tentativo di omicidio della sorella Nosheen. Resta confermato il movente: a scatenare il pestaggio della giovane e le sassate sulla madre sarebbe stata la ribellione della ragazza alle nozze combinate e della madre per le violenze contro la figlia. Già in passato ci sarebbero stati episodi di maltrattamenti in famiglia, anche ai danni della donna uccisa. I due arrestati sono stati portati nel carcere di sant’Anna.Sono molti gli interrogativi che restano aperti. Nel paesone della provincia modenese la comunità pakistana è grande, impiegata soprattutto in agricoltura. Sconcerta la somiglianza tra questa storia e quella di quattro anni fa nel Bresciano, per la quale Mohamed Saleem, il padre di Hina, è stato condannato a 30 anni di carcere, mentre i due cognati della vittima hanno avuto 17 anni a testa per avere aiutato il padre ad occultare il cadavere. A Novi un rifiuto di nozze combinate, a Sarezzo la voglia di vivere liberamente la relazione col proprio fidanzato italiano. In entrambi i casi, la logica del possesso fino alle più estreme conseguenze ha reso spietati assassini due padri. E soggiogate fino alla morte le mogli, le figlie.

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