L’intercettazione della telefonata all’avvocato Donnarumma al quale sarebbe stato offerto un seggio in Parlamento se fosse riuscito “a metter d’accordo quelli che accusavano Dell’Utri”, conferma che e’ funzionale alla buona amministrazione della giustizia che nessuno agiti le intercettazioni “come arma di distruzione di massa” se sono funzionali all’accusa, per sottovalutarne invece l’importanza se delineano scenari diversi. Così si è espresso il senatore Gaetano Quagliariello, vice presidente del gruppo Pdl, commentando la notizia apparsa su ’Il Giornale’ a proposito delle intercettazione che coinvolgono un legale dei pentiti.
Per questa ragione Quagliariello suggerisce sulle intercettazioni “un atteggiamento equilibrato”, capace di coniugare le esigenze di giustizia con il diritto alla riservatezza dei cittadini. “La trascrizione della telefonata dell’avvocato Donnarumma, dimostra in ogni caso quanto estesa sia stata la zona grigia che ha avvolto l’utilizzo dei pentiti nel nostro Paese. E’ evidente che una seria riflessione su questo tema si impone. E questo a prescindere dalle ovvie considerazioni sulla ben diversa risonanza mediatica che avrebbe avuto l’intercettazione in questione se fosse stata di opposto tenore”.