Dibattito nel Pdl

Il PdL esce da una fase di grandi successi elettorali, a partire dalla vittoria dell’aprile 2008 nei confronti di un Governo della sinistra guidato da Prodi e rimasto al potere per meno di due anni grazie alle nostre battaglie alla Camera e al Senato. Si è avuta poi la sequenza di vittorie elettorali impressionanti: al Comune di Roma, dalla Sicilia alla Sardegna, dal Friuli Venezia Giulia all’Abruzzo, dalle elezioni europee alle contemporanee amministrative della primavera del 2009, fino alle regionali di pochi giorni addietro. In queste elezioni il Popolo della Libertà ha addirittura triplicato le regioni governate, portando il numero degli italiani amministrati su scala locale dal PdL a 42 milioni contro i 18 appena del centrosinistra. Un vero e proprio trionfo, rafforzato dalla conquista di tutte e 4 le provincie in gioco e dalla caduta di una roccaforte rossa come Mantova che da ben 65 anni era saldamente governata dalle sinistre. Lo scollamento progressivo dell’opposizione rispetto al territorio ha seguito una linea di tendenza precisa dalla caduta di Prato, baluardo rosso di una Toscana rossa, già nel 2009, fino a Mantova seguendo un’onda che ha investito anche il Sud dove sono crollati due bastioni della sinistra come Castellammare di Stabia, al primo turno, e Pomigliano d'Arco, al secondo. È evidente la profonda mutazione in corso nell’elettorato italiano a nostro favore: il mondo del lavoro e del reddito fisso, che finora si era rivolto prevalentemente alla sinistra, adesso si sta dirigendo in massa, deluso dalle promesse non mantenute, verso il Popolo della Libertà. Qui una salda base è già costituita da quei milioni di piccoli e medi imprenditori, di commercianti, di negozianti e di artigiani che formano il tessuto produttivo del nostro Paese. In questa fase di incessanti e continue vittorie elettorali, va inquadrata adesso la discussione all’interno del PdL, una discussione che tutti si augurano possa ritornare verso la ragionevolezza. Anche perché in questi due anni il nostro Governo si è distinto per la concretezza delle sue iniziative, una concretezza che è alla base del consenso crescente degli elettori verso il PdL in una fase difficile di crisi economica che ha penalizzato tutti gli altri governi europei.

BONDI: Un cambiamento nel Popolo della Libertà? Come e da chi

Il commento di Sandro Bondi sulla situazione interna al Popolo della Libertà

Se la rimozione ed il cambiamento dei coordinatori fosse l’ostacolo all’intesa con Fini, sarei io il primo a chiedere al Presidente Berlusconi di consentirmi di lasciare immediatamente l’incarico. Dal 2002 in poi sono stato uno dei protagonisti insieme a molti amici dell’ex Alleanza Nazionale e dell’Udc ad impegnarmi per la nascita del PdL. In politica il nostro ruolo non dipende dagli incarichi ma dalle idee, se si hanno delle idee naturalmente, e dall’onestà e dallo spirito con cui si sostengono.
L’amico Ignazio La Russa è stato indicato come coordinatore del PdL dal Presidente Gianfranco Fini. Sulla base della mia esperienza personale ho potuto constatare che non è mai venuto meno al suo dovere di lealtà nei confronti di Fini e della storia del suo partito, pur svolgendo nello stesso tempo liberamente un ruolo positivo per la costruzione del nuovo partito. Italo Bocchino ha svolto e svolge il ruolo di vice presidente del gruppo parlamentare del PdL, credo con un atteggiamento simile a quello di Ignazio. Non vedo quale sia il problema. Tutti hanno dei ruoli importanti, tutti hanno potuto adempiere alle proprie responsabilità senza alcun limite, tutti sono stati liberi di esprimere le proprie idee e le proprie proposte pubblicamente e democraticamente nelle sedi del partito. Tutti potrebbero considerarsi soddisfatti del proprio ruolo e dei risultati che insieme abbiamo ottenuto. Solo un cupio dissolvi oppure un pensiero che ha divorziato dalla realtà può spiegare quello che sta avvenendo. Voglio dire in sostanza che non ci sono preclusioni verso nessuno e che tutti hanno la possibilità di occupare i ruoli di massima responsabilità nel partito.

Credo che, come me, Ignazio ritenga che se fossimo noi il problema sulla strada della riappacificazione con Fini oppure i responsabili delle carenze del PdL, saremmo noi i primi a farci da parte. Non voglio essere provocatorio, anzi vorrei contribuire alla ricerca di una soluzione. Tuttavia, non vedo quali segnali di cambiamento si dovrebbero dare. Se venissero specificati, si potrebbero esaminare e si potrebbe rispondere, ma ho l’impressione che non ci siano delle vere ragioni politicamente comprensibili che giustifichino i toni e le decisioni preannunziate, come quella di costituire dei gruppi parlamentari autonomi. Credo, anzi, che Fini per primo dovrebbe offrire qualche segnale di cambiamento, rinunciando ad esempio a segnalare continuamente posizioni differenti su ogni questione rispetto all’azione del governo, al partito e al ruolo del Presidente Berlusconi. Ieri, ad esempio, il direttore di Farefuturo ha espresso delle posizioni che sono semplicemente offensive rispetto alla persona di Berlusconi e a tutta la nostra storia.

Non tutto quello che dice Fini è sbagliato o infondato. Anzi molte questioni che solleva sono assolutamente meritevoli di discussione e di approfondimento. Quello che non si comprende è il nesso logico che passa dalla richiesta di un confronto, che è utile e necessario che si svolga nel partito, alla decisione di costituire gruppi autonomi e cioè dal delineare un’ipotesi di scissione del partito. C’è un salto logico e politico indecifrabile.

Il voto per le regionali e per le amministrative ha premiato l’azione del governo, incoraggiato l’apertura di una stagione di riforme e confermato la validità della nascita del PdL. Questo è il significato indubitabile delle recenti elezioni. Il PdL ha vinto nel Nord grazie anche al solido rapporto di alleanza con la Lega, ma ha vinto anche al centro e al Sud, dove la Lega non c’è. Ciò vuol dire che il PdL è un partito nazionale forte, che è stato riconfermato come forza politica di maggioranza relativa nel nostro Paese. Significa che non vi è alcun problema da affrontare? Certamente no, ma significa che, a partire dal recente successo elettorale, tanto più importante in quanto in tutta Europa chi governa è stato penalizzato, possiamo affrontare i problemi con uno spirito diverso.

Voglio essere franco fino in fondo: la mia opinione è che Fini, nonostante tutti i suoi meriti e la positiva evoluzione politica che ha impresso alla storia della destra italiana erede del fascismo, incarna un’idea della politica che è destinata a non comprendere e perfino a non accettare le novità e i risultati introdotti da Berlusconi nella vita politica italiana. Vi è in questa ripulsa, una invincibile presunzione di superiorità della politica tradizionale, quella proveniente dalla cosiddetta Prima Repubblica, rispetto al modello di Berlusconi, al punto da spingere un esponente moderato come Casini a proporre qualche tempo fa un comitato anti berlusconiano comprendente anche Di Pietro.
Le riforme istituzionali sono necessarie proprio per evitare di gettare l’Italia in uno stato di ingovernabilità, proprio quando gli elettori nella loro maturità hanno lanciato un segnale di stabilità e reso possibile un lungo periodo di lavoro per le riforme.

Se nei prossimi giorni non si raggiunge un accordo e le elezioni divenissero necessarie, non ci sarebbe spazio in questa legislatura per soluzioni pasticciate che sarebbero un affronto alla democrazia e al Paese.

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venerdì 16 aprile

FINI SE NE VA, MEGLIO COSI'

di Vittorio Feltri

“LE NOZZE SI FANNO IN DUE” “PER IL DIVORZIO BASTA UNO”

TRA SILVIO E GIANFRANCO NOZZE MAI CONSUMATE IN 17 ANNI DI ALTI E BASSI

LA PATTUGLIA DI GIANFRANCO HA GIA' CLONATO IL SIMBOLO: “SI CHIAMERANNO “PDL ITALIA”

E SCHIFANI AVVISA I DISSIDENTI DEL PDL: “SE SI DIVIDE LA MAGGIORANZA SI VOTA”

ECCO PERCHE' GIANFRANCO NON PUO' ESSERE SFIDUCIATO DALLA CAMERA

PERO' GIANFRANCO HA PAURA DI DARE LUI IL COLPO FINALE

SE RESTA NEL PDL NON SARA' RICANDIDATO

di Maurizio Belpietro

BOSSI L'HA SCONFITTO LA SINISTRA LO FINIRA'

di Giampaolo Pansa

SILVIO VUOLE VOTARE PER GARANTIRSI IL COLLE

“NOI FINIANI RISPETTEREMO IL PROGRAMMA MA SU TUTTO IL RESTO VOTEREMO CONTRO”

“FINI STA TRADENDO I PATTI CON GLI ELETTORI”

TOCCA A BOSSI FARE FUTURO

FINI SE NE VA CON QUATTRO GATTI

“NON ANDRA' LONTANO”

LA SEPARAZIONE DEL DELFINO

di Ernesto Galli della Loggia

MATTEOLI: NO, GIANFRANCO IO NEL PDL CI STO BENE

NON SI SONO MAI AMATI

di Mario Sechi

BERLUSCONI SCATENA IL FINIMONDO

ANCHE IGNAZIO SCARICA GIANFRANCO

“O ROMPONO O LA SMETTANO BASTA CON QUESTO TIRA E MOLLA”

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sabato 17 aprile

FINI, IL RUGGITO DEL CONIGLIO

di Vittorio Feltri

E FELTRI GLI RESTITUISCE IL VALIUM

SCOPERTO IL BLUFF: SIAMO ALLE PRESE CON FATTI PERSONALI

IL VERO MOTIVO DELLA FRATTURA: GIANFRANCO VUOLE PIU' POLTRONE

IL PDL AVVERTE I FRONDISTI: “NO A GRUPPI AUTONOMI IN AULA”

IL GENERALE FINI CONTA LE TRUPPE E SCOPRE CHE SI DEVE ARRENDERE

I FEDELISSIMI SCETTICI: “DA SOLI? MA CHE SIAMO MATTI”

“GIANFRI, FAI CADERE IL GOVERNO”, “TRADITORE”. SUL WEB E' GIA' DIVORZIO

SILVIO TIRA DRITTO: “GIANFRANCO CERCA SOLO VISIBILITA'”

BOSSI: “SE LE COSE VANNO MALE SI TORNA AL VOTO”

L'ODIO DI FINI PER IL CARROCCIO HA FATTO LA FORTUNA DEI PADANI

PER GIANFRANCO E' UNA QUESTIONE PERSONALE

di Maurizio Belpietro

SE NE VA UN UOMO SENZA PIU' IDENTITA'

L'EX AN AL TELEFONO CON RUTELLI, L'UDC E I DEMOCRATICI

SILVIO SI E' ROTTO

FINI NON HA UOMINI PER IL RIBALTONE. E TENTA LA RETROMARCIA

IL GELO DI SILVIO: VUOLE SOLO PIU' POSTI

“INACCETTABILE VOLER RISCRIVERE L'ORGANIGRAMMA DEL PARTITO”

“SPACCARSI E' UN ERRORE GRAVE COSI' SI RESUSCITA LA SINISTRA”

“IL PDL SI STA SUICIDANDO, BERLUSCONI ASCOLTI IL COFONDATORE”

ASSE AN-LETTA PER SCONGIURARE IL CRAC DEFINITIVO

ULTIMA OFFERTA. POI BASTA

di Mario Sechi

L'ULTIMATUM DI SILVIO: “DECIDI. DENTRO O FUORI”

E FINI RESTA DA SOLO

QUANDO I FINIANI DOC ERANO GASPARRI E LA RUSSA

IL CAVALIERE E LO SPIRITO DI FORZA ITALIA

LO SCONTRO ARRIVA IN DIREZIONE

“MEGLIO UNA CORRENTE E ALLARGHIAMO LE POSIZIONI NEL PDL”

FINI VUOLE UNA POLTRONA

ALMENO 20 DEPUTATI PER UN NUOVO GRUPPO

E CONFALONIERI CONSIGLIA LA MANO TESA

di Francesco Verderami

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domenica 18 aprile

SONO TORNATI AI TEMPI DEL MANGANELLO

di Vittorio Feltri

FINI SCARICATO ANCHE DAI SUOI

FUORI DAL PDL GIANFRANCO NON HA FUTURO

I FEDELISSIMI TIRANO IL FRENO A MANO “ORA BASTA CON LE FUGHE IN AVANTI”

IL CAVALIERE E' STUFO DEI FINIANI: FANNO KILLERAGGIO ETERODIRETTO

“IN DUE ANNI PRONTA LA RIFORMA DEL FISCO”

IL PDL HA UNA CRISI DI NERVI IN TV GLI EX AN PASSANO AGLI INSULTI

SE IL DIBATTITO E' UN PRETESTO PER SPACCARE IL PARTITO

Intervista a GIANLUIGI PARAGONE
“I FINI – BOYS PARLANO COME DI PIETRO”

LUPI NON CI STA: “HO SUBITO ATTACCHI PERSONALI, ROBA DA ANNI '70”

CASINI RESPINGE FINI: NON VUOLE UN'UDC CIMITERO DEGLI ELEFANTI

LA VECCHIA POLITICA DI GIANFRANCO

di Maurizio Belpietro

L'ADDIO FA BENE AL CAV: LE RIFORME A MODO MIO

ULTIMA OFFERTA AL RIBELLE: FAI IL TRIUMVIRO DEL PDL

PRONTO A TRATTARE MA I FEDELISSIMI SPARANO ANCORA

FINI SE NE VA IN VACANZA TRA I SUOI PARTE IL FUGGI – FUGGI

UN LEADER SENZA FINI

di Mario Sechi

GIANFRANCO SENZA DESTRA

BERLUSCONI NON CAMBIA ROTTA E PENSA DI RIDURRE LE TASSE

UN FAVORE ALLA LEGA

di Angelo Panebianco

BERLUSCONI: AVANTI CON O SENZA FINI LE RIFORME? NON SONO LA PRIORITA'

DIALOGO COFONDATORE – LETTA I TRE SCENARI DEI “FINIANI”

Intervista a MAURIZIO GASPARRI
“GIANFRANCO NON LO SENTO PIU'. E NON MI DISPIACE”

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lunedì 19 aprile

BERLUSCONI CHIEDE GARANZIE NEL PDL PRONTO UN NUOVO APPELLO ALL'UNITA'

“NON USCIRA' DAL PARTITO. MA SE LO FA IO RESTO”

BOSSI: IL PREMIER VUOLE IL QUIRINALE

FINI PREPARA LA BATTAGLIA: DOCUMENTO ALLA DIREZIONE PDL

“BOCCHINO ESAGERA MA I PROBLEMI CI SONO”

SILVIO TIENE DURO: NON FINIRA' COME CON FOLLINI E L'UDC

FINI RESTERA', LA DESTRA E' GIA' PARTITA

FORMIGONI INDICA LA VIA D'USCITA:” IL PDL SEGUA L'ESEMPIO DELLA DC”

GIANFRANCO SI SCUSA MA BOCCHINO RISCHIA SANZIONI DISCIPLINARI

MILANO ISOLA GIANFRANCO: NESSUNO LO SEGUE

BERLUSCONI PREPARA LE SANZIONI

“LITIGARE NON SERVE TROVIAMO UNA SINTESI”

L'INUTILE RIVOLTA

IL DIKTAT DI URSO: “ALTERATE LE REGOLE VOGLIAMO RISPETTO”

PDL, BERLUSCONI METTE BOCCHINO SOTTO ACCUSA

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