di Francesco Cramer
Sabato doppia manifestazione con comizio in piazza San Giovanni. Sul palco con il premier anche i tredici candidati governatori e i ministri. L’appoggio della Lega. Una nave e un aereo dalla Sardegna, pullman da tutta Italia. Maxi palco, gazebo e megaschermi
Roma – Perfino un ex aennino ammette in Transatlantico: «E poi andrà a finire che, come sempre accade, ha ragione lui». Già, perché l’idea di chiamare la gente in piazza ci sta tutta ma un paio di circostanze rendono l’appello di Berlusconi un po’ scivoloso. Primo: l’aver scelto uno spazio immenso quale piazza San Giovanni, 42.700 metri quadrati non facilissimi da riempire. Secondo: l’aver deciso per la grande manifestazione il sabato precedente a quello del voto, rischiando una sorta di abbuffata di politica. Ma Berlusconi è Berlusconi: capace di dare la scossa a partito e militanti come nessun altro leader sa fare.
A dispetto di qualche scettico per i motivi di cui sopra, la macchina del partito s’è messa in moto all’istante per organizzare al meglio quello che sarà un vero e proprio bagno di folla. «Sono previste almeno 500mila persone se non di più», azzarda uno dei tanti registi dell’operazione «marea azzurra». Sono mobilitati tutti: dai vertici del Pdl all’ultimo simpatizzante. «Ci metto la faccia, non possiamo sbagliare», avrebbe confidato Berlusconi convinto che, sebbene deciso in poco tempo, il mega raduno sarà un successo. Tremila pullman da tutt’Italia, da Palmi a Portogruaro, una nave e un aeroplano da Olbia, due treni da Torino, persino dei bus da Stoccarda e tanti, tantissimi che raggiungeranno la Capitale con mezzi propri. Ieri si lavorava senza sosta per montare il mega palco di 400 metri quadrati, completamente coperto, e i due schermi giganti da 48 metri quadrati l’uno. Due i cortei che confluiranno in piazza San Giovanni: il primo partirà dal Circo Massimo e sarà guidato dalla candidata alla Regione Lazio, Renata Polverini; il secondo da Colli Albani e sarà formato dai simpatizzanti provenienti da tutte le Regioni, escluso il Lazio. Uno sforzo immane che vede impegnati in prima linea un po’ tutti: dal coordinatore nazionale Denis Verdini ai Promotori della libertà di Michela Vittoria Brambilla; dai Club di Mario Valducci ai deputati Marco Martinelli, Maurizio Lupi, Barbara Saltamartini e la ministra Giorgia Meloni. Ma sudano sette camicie anche tutti i coordinatori provinciali e regionali del Pdl che porteranno in piazza anche un gazebo per ogni Regione in cui si andrà al voto i prossimi 28 e 29 marzo. A fare da colonna sonora sarà l’orchestra di Demo Morselli, presente allo storico raduno del 2 dicembre 2006 quando, Prodi al governo, Berlusconi riuscì a portare in piazza una vera e propria folla oceanica. Sfileranno tutti o quasi i ministri ma soprattutto i tredici aspiranti governatori ai quali verrà data la parola per un breve intervento.
Ma il mattatore sarà lui, Berlusconi. Il quale di certo ricorderà che proprio lì è nato, dal basso, il Popolo della libertà, unendo per la prima volta le bandiere di Forza Italia e di An. Quella volta c’erano anche quelle della Lega Nord e anche sabato sarà la stessa cosa, visto che i vertici del Carroccio hanno assicurato che daranno una mano alla riuscita della kermesse. Ma cosa dirà il premier ai suoi? Anche se la tentazione di fare un comizio lancia in resta contro gli avversari c’è eccome, dal suo entourage giurano che «la protesta è solo la molla che ci ha spinto in piazza». Sebbene qualche militante sia già al lavoro sul tavolo del sarcasmo per creare un grande Di Pietro di cartapesta da sbeffeggiare e striscioni ironici contro il Pd e il «partito dei giudici», sarà principalmente «un mega raduno di proposta. Un bagno di folla per difenderci, certo, ma anche per sottolineare che siamo il partito e il governo del fare». Senza dubbio il premier sottolineerà i tanti successi del suo governo, molti dei quali macchiati dalla critica della sinistra, e lancerà un nuovo «patto del fare» tra governo e Regioni.
Gli scopi principali della manifestazione sono chiari: reagire all’attacco concentrico di sinistra e parte della magistratura politicizzata e dar vita a una festa di popolo, opposta ai sit in dell’odio dei violacei e dei dipietristi. Ma c’è chi giura che ce ne sia anche un altro: far vedere a qualche critico interno che il Pdl è vivo e vegeto. La piazza per spiazzare nemici e amici.