La replica di Vittorio Porta Frigeri, coordinatore Pdl in Lussemburgo,agli editoriali sul Corriere della Sera

Egregio Prof. Galli della Loggia,

Le esprimo il mio profondo sconcerto a fronte dei suoi scritti recenti su “Il fantasma di un partito”, che ho letto con ritardo.

Siamo lontanissimi da una analisi politica, anche severa, anche negativa, di una realtà quale il PdL. Siamo di fronte ad un vero e proprio sfogo di disprezzo, se non di odio, che, forse a lungo represso, non aspettava altro per esplodere che una qualsiasi occasione, quale quella fornita da leggerezze/ingenuità di funzionari di partito al momento della presentazione di alcune liste regionali. Leggerezze, si noti, certamente ingigantite e sfruttate oltre ogni misura da ormai innegabili, ben predisposti, “concorsi attivi” di partiti di opposizione e da decisioni e procedure di istanze amministrative e giudicanti che lasciano quanto meno perplessi.

Queste peripezie dal sapore farsesco/goliardico avrebbero comunque meritato da parte sua un avvertimento a non insistere oltre misura su certe pratiche da agguato proditorio al “nemico” (registrazioni audio, filmati, ostacoli di dubbia liceità posti in essere sol prima di certe scadenze, ecc.) al fine di contribuire ad evitarne una generalizzazione che potrebbe ritorcersi prima o poi anche contro le “madrine” e i “padrini” originari e darebbe l'ultimo colpo alla vivibilità della politica nel nostro Paese. Purtroppo, sono sempre i cattivi esempi che fanno scuola!

Lei invece coglie una tale occasione per scaricare sul PdL soltanto ogni sorta di epiteti e di accuse ingiuriosi che avranno certamente suscitato l'invidia di personaggi notoriamente equilibrati quali Di Pietro, Flores d' Arcais, Travaglio, ecc.: “partito di plastica…spesso qualcosa di peggio”; “una corte”; “una somma di rissosi potentati locali riuniti intorno a figuranti di terz'ordine, rimasuglio di…”; “tra loro, mischiati alla rinfusa…gente dai dubbi precedenti, …gente d'ogni risma ma di nessuna capacità”; “intrighi…delazioni…congiure”; “cortigiani”; “…confusa accozzaglia…”; ecc. Ci fossero anche le accuse di “traditore del popolo” e di “spia del capitalismo” saremmo in pieno linguaggio ed atmosfera da processi delle innumerevoli “purghe” comuniste… Viene persino richiamata la ormai stantia e risibile sottolineatura della pretesa “dimensione” esclusivamente “quantitativa” dell'attuale maggioranza, in ovvia, sia pur sottintesa, contrapposizione al primato etico/cultural/qualitativo della attuale minoranza politica!

Non parliamo poi del Presidente Berlusconi, visto solo e soltanto in negativo, tra l'altro (“sans blague”!) “corazzato di un inaudito potere mediatico”: a Lei, Professore, evidentemente non basta che tutti i programmi di approfondimento politico e di satira ( i vari Santoro, Fazio, Floris, Gabanelli, Gruber, Lerner, ecc.), con l'eccezione di “Porta a Porta”, siano pregiudizialmente anti-Governo, anti-PdL, anti-Berlusconi, senza parlare dell'atteggiamento fazioso del TG 3, di RAI International, della stragrande maggioranza dei programmi radio pubblici e privati e delle rassegne stampa, oltre che dell'80% della stampa scritta.

Berlusconi, poi, non avrebbe un'idea, si “ridurrebbe” a vincere le elezioni e poi avrebbe anche la pretesa di “comandare”, cioé la pretesa di governare come accade in tutti gli Stati seri di questo mondo. Invece no: per Lei, Professore, è tutto sbagliato! Ma, lo ha mai letto il programma di governo presentato dal PdL agli elettori (si tratta di poche pagine piuttosto chiare) e che Berlusconi, soprattutto dopo il risultato delle elezioni, si sente giustamente legittimato ed anzi obbligato ad adottare? Non Le va bene? Indichi allora su quali punti Lei dissente ed avanzi critiche e proposte.

Certamente vi è ancora molto da fare, ed è logico e normale che sia cosi', per costituire un partito nuovo nato circa un anno fa dall'incontro di due grandi forze politiche come Forza Italia ed Alleanza Nazionale. Fa comunque riflettere il fatto che Lei non accenni alla ben che minima critica, per non parlare delle ingiurie, nei riguardi delle forze politiche di opposizione che si trovano in una situazione analoga se non peggiore. O devo ricordarLe gli antagonismi esasperati (sicuramente un eufemismo, ne converrà) tra i leaders del PD e le loro fazioni, o la situazione dell'Italia dei Valori, composta da personaggi quali quelli illustrati dalla recente inchiesta di Micromega e gestita nel modo che sappiamo da Di Pietro?

Lei poi passa completamente sotto silenzio, nel primo dei suoi due articoli, l'azione del Governo e dei suoi Ministri, come se si trattasse di una minuzia, di un ammennicolo irrilevante della forza politica che la esprime! Anche se, nel secondo articolo, Lei, costrettovi dalla replica dei tre Coordinatori PdL, vi accenna molto sommariamente e con evidente malavoglia, il detto silenzio sul Governo e sulla sua attività è inspiegabile sul piano di una qualsiasi analisi politologica, anche solo superficiale. E' infatti il Governo, e direi solo esso, che esprime al massimo grado le capacità progettuali ed insieme realizzatrici di una forza politica e dei suoi leaders, come pure la coerenza con il sistema di valori ispiratori e con il programma presentato agli elettori.

Poichè, egregio Professore, tutto questo Le è ben noto, il suo silenzio e comunque la sua vistosa sottovalutazione della “categoria governativa” non possono che ascriversi ad una sua opposizione pregiudiziale al PdL e ad una sua adesione all'opposizione, ambedue beninteso perfettamente legittime, alla sola condizione di non pretendere di spacciare un manifesto di propaganda elettorale per una seria analisi politica. Ed infatti nel suo manifesto non vi è spazio, nè una parola, non solo per i risultati, ineguagliati nella storia italiana, dell'azione governativa nella emergenza “rifiuti a Napoli” ed in quella “terremoto in Abruzzo” (troppo banali forse, “de minimis non curat praetor”!), ma nemmeno per come è affrontata, con efficacia riconosciuta anche a livello internazionale, la gravissima crisi finanziaria, economica, sociale, di dimensione mondiale, che pure ha duramente provato anche Stati reputati ben piu' forti del nostro. Lo stesso dicasi dell'attività e dei risultati raggiunti nel campo degli Affari esteri, delle relazioni commerciali con l'estero e del rinnovamento della macchina amministrativa dello Stato. Vi è solo spazio per la citazione di un ristretto numero di Ministri.

Ma, se nessuno puo' contestare il suo diritto a determinate opzioni politiche (al cuore non si comanda!), sia almeno permesso esprimere stupore ed incredulità quando Lei afferma che, a fronte del nulla assoluto, e peggio, rappresentato dal centro-destra, “nel centrosinistra sono rimasti quasi tutti i vertici della classe politica che fu cattolica o comunista, portando in dote la propria esperienza e le proprie capacità”!!!
Sul “fu cattolica” si potrebbe ironizzare, ma in ogni caso si tratta di una presenza ormai minima nell'ambito del PD, soprattutto dopo gli ultimi abbandoni di noti esponenti.
Sul “fu comunista”, parlare di “esperienza” obbliga ad evocare purtroppo un passato, mai criticamente e chiaramenbte condannato e rinnegato, di adesione entusiasta e di fattivo, complice appoggio non solo ad una feroce ideologia totalitaria, ma anche a schemi culturali e socioeconomici che nulla hanno a che fare con i valori ed i principi propri delle democrazie liberali.

In ogni caso, mi chiedo come sia possibile, senza imbarazzo e vergogna, richiamare, per il centrosinistra, concetti quali “esperienza” e “capacità” dopo l'umiliante e disastrosa attività dell'ultimo Governo Prodi, che sarà ricordato solo per la sua totale inefficacia ed inadeguatezza, oltre che per una rissosità “interna” contraddistinta da una serie infinita di episodi e comportamenti anche farseschi. Basti pensare, per esempio, ai Ministri che uscivano dal Consiglio al momento di certe decisioni o a quelli che si autosospendevano dalla funzione, ma non dallo stipendio, e montavano gazebo di protesta di fronte a Palazzo Chigi in segno di protesta contro il Consiglio dei Ministri di cui pur facevano parte: preclari esempi di quel rigore e di quella coscienza e decoro istituzionale la cui asserita carenza viene spesso rimproverata al centrodestra!

Non puo' inoltre sfuggirLe che proprio i cattolici di sinistra ed i post comunisti sono gli stessi o gli eredi di coloro che si sono sempre e pervicacemente opposti, con poche coraggiose eccezioni, ad ogni modernizzazione dell'Italia: la Nato, la Comunità europea, le autostrade, l'economia di mercato, la televisione, la TV a colori, un moderno mercato del lavoro inclusivo e flessibile, le moderne infrastrutture nell'energia e nei trasporti, il nucleare civile. A quest'ultimo riguardo, La inviterei a riflettere su quali fossero le radici ideologiche dei promotori dei demenziali “Comuni denuclearizzati”. E, per passare ad un altro tema “caldo”, quale affidabilità puo' offrire una opposizione che per affrontare i problemi gravissimi dell'immigrazione e dell'Islam fa riferimento al multiculturalismo relativista?

Pochi dubbi sussistono obiettivamente sul fatto che le uniche speranze di modernizzazione dell'Italia devono essere riposte nel centrodestra, anche se pure qui sussistono resistenze e schemi culturali arretrati che devono essere superati, auspicabilmente anche con il concorso delle parti riformiste dell'opposizione.

Per ritornare al Governo Prodi, reso purtroppo possibile anche grazie alla sponsorizzazione della coalizione di centro sinistra da parte del “Corriere”, da un lato, rilevo che è in atto una vera e propria “rimozione”, una “damnatio memoriae” dello stesso per evitare che esso rifletta negativamente pesanti ombre sull'opposizione e sulla sua credibilità come forza di governo (lo stesso avviene riguardo alla Giunta Bassolino della Campania!), dall'altro, ritengo che nulla possa definirlo in modo più icastico di quanto espresso nel distico composto dal portavoce Sircana nel corso di un Consiglio dei Ministri: “Mentre Prodi ci addormenta, fuori infuria la tormenta”.

Non vorrei che un tale effetto soporifero perduri tuttora tra i politologi: se fosse il caso, è il momento di scuotersi e di proporre analisi politiche anche di parte, ma complete e che non si spingano fino a distorcere la realtà. Tra l'altro, i meriti acquisiti per aver molto sacrificato sull'altare dell'opposizione totale al centrodestra e su quello dell'antiberlusconismo, consentono in genere, per un certo tempo, anche comportamenti ispirati, quanto meno in parte, a moderazione e a fair play.

Distinti saluti,

Vittorio Porta Frigeri

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