URGE UN INTERVENTO DEL MINISTRO DELLA SALUTE PER LA RIMBORSABILITA'
Prendendo spunto da una lettera giunta all'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) di un malato di sclerosi multipla costretto a pagare oltre 600 euro al mese per ottenere un farmaco antidolorifico cannabinoide a base di dronabinol (Delta-9-tetraidrocannabinolo), insieme ai deputati radicali della Rnp (1) abbiamo sollecitato l'intervento del ministero della Salute con una interrogazione parlamentare.
In Italia, chi intenda utilizzare i farmaci cannabinoidi, in attesa che l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ne autorizzi la loro commercializzazione, deve richiedere al Ministero l’autorizzazione alla loro importazione da un Paese estero dove sono regolarmente registrati. Una modalita' prevista per farmaci da impiegare una tantum, e non farmaci antidolorifici da usare in maniera continuativa. Quello che non e' assicurato, e che spesso manca, e' pero' il rimborso. Gia' lo scorso ottobre, in risposta ad una mia interrogazione in cui chiedevo spiegazioni riguardo una vicenda simile e capitato ad un fiorentino affetto da Hiv (2), il ministero preciso' che questi farmaci sono rimborsabili solo nei casi in cui le richieste arrivino direttamente dagli ospedali, o nei casi in cui le Asl abbiano deciso di farsene carico come i pregevoli, ma purtroppo pochi, casi delle Asl trentine-altoatesine, di quelle di Bolzano, Crotone (Asl 5Kr) e Roma (Asl RmA e RmE).
Questa situazione si verifica nonostante siano molti gli studi che attestino l'efficacia del dronabinol (Delta-9-tetraidrocannabinolo) – principio attivo contenuto in medicinali utilizzati come adiuvanti nella terapia del dolore – anche al fine di contenere i dosaggi dei farmaci oppiacei.
Se a cio' si aggiunge che il SSN si fa carico per la stessa malattia di seguire altre strade farmaceutiche, come interferone, a costi piu' che doppi, circa 2.000,00 che non sono specifici per la patologia, risulta incomprensibile l'attuale situazione.
Il ministro della Salute Livia Turco aveva avuto il coraggio di dire che se erano farmaci necessari allora il sistema sanitario avrebbe dovuto rimborsarli, a fronte delle denunce dei pazienti che non riescono ad avere alcun rimborso, pur sottoponendosi a lunghe pratiche e percorsi burocratici, ha l'occasione di intervenire.
Con questa interrogazione si chiede al Ministro della Salute se non intenda, con urgenza, modificare la legge per permettere il rimborso dei farmaci cannabinoidi importati dall’estero, oppure, in attesa che tali farmaci ricevano l’autorizzazione alla commercializzazione, promuovere un decreto legge per permettere almeno temporaneamente l’autocoltivazione della cannabis sativa a fini terapeutici.
(1) Marco Beltrandi, Sergio D'Elia, Bruno Mellano, Maurizio Turco
(2)
(3) il testo dell'interrogazione: