“Inauguriamo l'anno accorciando la distanza tra politica e paese con una discussione pubblica in parlamento, in diretta tv, sui temi della crisi economica e sociale”. Pierluigi Bersani, 8 gennaio 2009.
In questa prima decade del 2010 il dialogo sembra lontano. Ieri, quella che doveva essere la prima vera conferenza stampa di inizio anno di Bersani s'è rivelata un “incontrino” con i giornalisti. Nessun colpo di scena, nessun annuncio, nessuna soluzione ai problemi più vicini (lo stallo su Lazio e Puglia in vista delle Regionali continua) o a quelli più urgenti, e di reali ricette anti-crisi neppure l'ombra. Del resto, il vero problema è che al Pd manca un'agenda ufficiale che parli di temi economici. Ma proprio sulla crisi, il segretario del Pd ha puntato il dito, cercando di spronare il Governo a misurarsi su quel tema. “Così l'agenda delle riforme è sbagliata – ha detto Bersani dalla sede nazionale del Pd – Io non dico che una riforma di sistema della giustizia non è una priorità, ma la mia preoccupazione principale è di dare risposte al Paese. In questo momento le famiglie italiane hanno il tema del lavoro dei giovani al posto numero uno. Come si fa ad aprire l'anno senza affrontare i temi che in tutto il mondo si stanno discutendo?”. Bersani ieri ha insistito su giovani, mercato del lavoro, carico fiscale su famiglie e imprese e scuola.
In realtà, molto si può dire di questo Esecutivo tranne che abbia glissato sulla difficile congiuntura economica del momento, quindi sulle ripercussioni occupazionali, sui giovani e sul mercato del lavoro. Né a parole, tantomeno nei fatti. Quello che si è appena chiuso si ricorderà infatti come l’anno della crisi. Di una crisi prima esterna, poi intestina, che ha letteralmente scandito i tempi dell’agenda politica. Inoltre, Berlusconi ha parlato di riforma del fisco, cioé di alleggerimento del carico fiscale per le imprese, proprio quello che secondo Bersani sarebbe necessario fare.
Chi più chi meno, dal 2008 in poi, tutti i paesi si sono allineati lungo la direttrice delle misure-tampone contro lo tsunami economico mondiale. Italia compresa. Nel 2009, infatti, la costante è stata l'approvazione dei provvedimenti emanati dal governo con decretazione d'urgenza per contrastare e attenuare gli impatti della crisi.
Con il Dl 185/08 (misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa) convertito con la legge 2 del 2009, l'attività parlamentare degli ultimi mesi 2008 è continuata nel 2009. Stesso obiettivo: ridisegnare il quadro strategico nazionale in funzione anti-crisi. Un percorso poi proseguito con il via libera al decreto incentivi. All'interno di quei provvedimenti erano contenute agevolazioni per la rottamazione e l'acquisto di nuove vetture a minore impatto ambientale e per i motocicli. Ma anche la norma sulle quote latte, con la rateizzazione delle multe, il rafforzamento degli ammortizzatori sociali, il rifinanziamento del fondo di garanzia per le Pmi, l'allentamento del patto di stabilità interno per gli enti locali virtuosi.
Poi è arrivata la Finanziaria con i suoi numerosi interventi a favore dell'occupazione. Una Finanziaria che nel passaggio parlamentare si è arricchita di novità sostanziose, presentandosi al voto finale dopo un lungo lavoro di restyling perché da “light”, quale doveva essere, è diventata “heavy”. Era stata annunciata infatti come snella, essenziale, invece abbraccia l'Italia del 2010 carica di misure che spaziano dappertutto. Il filo conduttore però, anche per quanto riguarda la manovra correttiva, sono le misure anti-crisi. E così nel 2010 ritorna lo staff leasing; chi assume soggetti in disoccupazione godrà di agevolazioni; sono stati introdotti premi di assunzione a favore delle Agenzie lavoro e sono aumentate le tutele ai co.co.co. Ancora: sono stati favoriti i soggetti cinquantenni; i voucher sono estesi anche ai lavoratori a part-time. E poi proroga per la detassazione del salario di produttività e mini condono sui contributi previdenziali (quelli non pagati fino al 31 ottobre 2009).
Tra le misure introdotte dalla manovra, la Tremonti-ter per la detassazione a favore delle imprese sull'acquisto di nuove attrezzature e macchinari. E lo scudo fiscale, con la possibilità di rimpatriare i capitali detenuti all'estero, il cui termine è stato prorogato (con aliquota più alta) al 30 aprile, che consentirà (si spera) di aprire il cantiere delle riforme.