L’INTERVISTA SOTTO L’ALBERO: SENATORE ANDREA PASTORE

Come ha trascorso il Natale e quali sono i suoi progetti per il Capodanno?
Mi auguro che possa realizzarsi un clima di serenità e distensione sia nell'ambito familiare che in quello istituzionale e politico. L'anno che sta per finire sarà ricordato nella nostra storia personale ed in quella nazionale come un anno “terribile”, apertosi drammaticamente con il terremoto aquilano e conclusosi con l'attentato al nostro premier. Il 2010 non potrà che essere migliore anche a ragione delle esperienze dolorose maturate.

A fine anno è tempo di bilanci. E' soddisfatto della sua attività parlamentare?
A dispetto di una malevola stampa, il Senato ed il Parlamento nel suo insieme hanno lavorato con intensità ed in modo proficuo, anche alla luce delle calamità interne e della profondissima crisi economica al cui superamento il Governo italiano ha dato un contributo decisivo. Indubbiamente in questi ultimi anni si è ridotto il ruolo del Parlamento rispetto ad un passato che però non brillava per coerenza di comportamenti, efficienza, e rispetto della volontà degli elettori. In tutti i Paesi retti da una democrazia parlamentare, molti dei quali vantano un passato che li qualifica come “padri fondatori” del parlamentarismo, il ruolo del Governo e la sua consonanza con il Parlamento costituiscono un dato essenziale, imprescindibile, garantito dal sistema elettorale e dalle consuetudini parlamentari.

E che bilancio traccia come presidente della Commissione bicamerale per la semplificazione?
Non posso che compiacermi per il grande lavoro che la Commissione ha avviato ed in gran parte portato a termine in sintonia con il Governo. Il 16 dicembre scorso il Consiglio dei Ministri ha licenziato il decreto legislativo che ha proceduto alla ricognizione di tutte le disposizioni legislative pubblicate sino a tutto il 1969, realizzando l'obiettivo di rendere definitivo e certo il catalogo delle leggi oggi vigenti a decorrere dall'unità d'Italia ed ha avviato la procedura di riordino di vari settori legislativi, partendo dalla difesa e dall'agricoltura; in questo processo la Commissione che presiedo ha avuto una parte importante ed ha fornito, con un impegno comune di maggioranza ed opposizione, un contributo determinante al felice esito di un processo iniziato nel 2005 e che terminerà presumibilmente non prima del 2012.

Qualche delusione, invece?
Indubbiamente per le riforme sia costituzionali che ordinarie, che stentano a decollare sia a causa dei tempi parlamentari che sembrano non avere mai fine sia a causa di oggettive difficoltà di contesto come la crisi economica che rende difficile sia la riduzione e sia la semplificazione fiscale. Per non parlare poi delle iniziative “selvagge” delle procure che si fanno sempre più acute ogni volta che si parla di riforma della giustizia.

Quali sono i propositi legislativi per il nuovo anno?
Se veramente il clima politico cambierà e saranno emarginati gli estremismi di ogni tipo, sarà possibile avviare e condurre in porto la riforma costituzionale, troppe volte annunciata ma mai seriamente affrontata. Il Paese ha necessità di ritrovare un solido equilibrio che non può affermarsi se non vengono ripristinati per primi gli equilibri costituzionali, sia nei rapporti tra governo e parlamento, sia tra Stato e regioni ed infine sia tra politica e magistratura. In un sistema dell'alternanza come quello che si è realizzato in questi ultimi 15 anni è interesse di tutte le forze politiche ed è interesse dell'intera Nazione che il corpo elettorale scelga chi lo governerà e che governo e maggioranza possano portare avanti il loro mandato sino al termine della legislatura. Allora saranno sottoposti al giudizio degli elettori per essere confermati o sostituiti. In questo contesto l'opposizione riveste un ruolo essenziale ma deve necessariamente accettare che le funzioni di governo vengano pienamente svolte da chi ne è stato legittimamente investito.

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