Un originale partito nel nuovo Europarlamento

Nel Parlamento europeo recentemente rinnovato è presente un nuovo ed originale partito quello di internet strutturato in maniera simile a quelli tradizionali che tutti noi conosciamo con sezioni,programma e tesorieri che si occupa esclusivamente dell’universo web.
Il neo partito è nato in Svezia,si chiama Piratpartiet (partito dei pirati)ed ha un leader Christian Engstrom da poco tempo neoparlamentare europeo.
Lo slogan vincente della nuova formazione politica è “internet libero per tutti” che è stato premiato soprattutto dall’elettorato under 30. Il partito ha intercettato un bisogno giovanile diffuso:quello di scaricare file senza pagare diritti d’autore.
Il partito dei pirati ha accolto con soddisfazione la decisione della Corte costituzionale francese di bloccare le nuove sanzioni contro il download.
Il Piratpartiet è il primo,vero partito generazionale;ha raccolto in Svezia il 7,2% di voti a livello nazionale e nella fascia di età compresa tra i 18 e i 30 anni è stato il partito più votato in assoluto “pescando” principalmente tra l’elettorato giovane maschile.
Potrebbe essere a ragione definito un tipico partito di protesta che nel suo dna ha il destino della meteora infatti il 40% dei suoi elettori ha già detto che potrebbe non rivotarlo più.
Alle politiche del 2006 questa formazione politica aveva ottenuto solo un misero 0,6% di voti appena 35.000 voti di preferenza.
Ma gli “hacktivisti” sono invece convinti che sia nato un movimento nuovo,e che il tempo sia dalla loro parte.
Il leader del partito ha nel cassetto il numero dei futuri elettori di questa nuova formazione politica, e cioè quelli che avranno compiuto la maggiore età tra due anni e che voteranno per il suo partito.
Tutti ragazzi allevati al P2P,il famoso peer to peer che permette di scaricare gratis musica e video,secondo le ricerche sociologiche al primo posto tra le loro priorità rispetto a temi classici come ambiente,lavoro,sicurezza.
Al Politecnico svedese uno studente su cinque ha votato per il Piratpartiet. Intanto “i pirati”(gli aderenti a questa nuova formazione politica)si rafforzano nella battaglia giuridica portata avanti:il diritto a violare un altro diritto quello dell’autore dei file profusi sul web.
Uno degli espedienti che Pirate Bay,il sito svedese di file sharing frequentato da milioni di utenti,usa sin dalla sua creazione,avvenuta cinque anni fa è quello di non nascondersi ma anzi di affrontare i nemici facendolo in piazza,quindi pubblicamente,su internet.
Nella sezione legal threats del sito del partito si trova l’imponente collezione di letteracce che gli hacker hanno ricevuto dagli avvocati e delle loro risposte.
In precedenza,prima cioè della fondazione di questo nuovo partito,esisteva il Piratbyran,il Bureau della Pirateria,fondato a Stoccolma nel 2003 e diventato una sorta di think tank nel quale giuristi ed economisti riflettono ancora oggi se il diritto d’autore debba essere semplicemente azzerato o piuttosto riformato.
Piratbyran continua ad esistere ed elabora persino lavori artistici sulla cosiddetta etica hacker. Il braccio operativo è Pirate Bay,in gergo chiamato tracker. L’esploratore del mare che cerca nel web i file da scaricare.
Nello scorso mese di aprile,e cioè una settimana dopo il verdetto che ha condannato Pirate Bay,le iscrizioni al Piratpartiet sono triplicate.
Già nel 2006,dopo un’irruzione della polizia nella sede del provider,il partito pirata aveva avuto in poche ore 3 milioni di contatti.
E così anche la politica si adegua al mutare dei tempi e alle profonde trasformazioni in atto nella società contemporanea.

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