Lo spettacolo ed il suo pubblico

L'otto luglio pomeriggio noi aquilani in soggiorno obbligato sulla costa d'Abruzzo a tempo indeterminato eravamo tutti incollati ai televisori per vedere i potenti della terra all'opera nella nostra città. I molti e gravi argomenti in discussione, le nuove regole dell'economia dopo i recenti fallimenti del mondo della finanza, la riduzione di emissioni di anidride carbonica da parte dei paesi più industrializzati, i problemi del clima, l'Iran e tutto quanto può essere fonte di preoccupazione per la pace del mondo, sono argomenti di conferenze stampa, discussioni ed interviste che hanno luogo in locali luminosissimi ornati con un maestoso sfondo di montagne. Nonostante ciò, per noi aquilani, il momento centrale della prima giornata di G8 è stata la visita di Barack Obama al centro storico dell'Aquila sbriciolato dal sisma di aprile, seguita da altre visite di presidenti e ministri.
Sono nata in via S. Francesco di Paola n° 17, cinquanta metri oltre la piazza del Palazzo del Governo. Sono anni ed anni di vita vissuta quando le mura erano in piedi e tanta gente lavorava negli uffici, officine e negozi dei dintorni. Ed ora, in un pomeriggio caldo ed assolato di luglio, vedo il Presidente degli USA che insieme al Presidente del Consiglio italiano visita i luoghi dove sono nata, il centro storico, piazza Duomo e piazza della prefettura, stringe mani a rappresentanti politici locali ed a vigili del fuoco, sorride alle poche persone presenti, scuote il capo di fronte a spesse mura di pietra ridotte in briciole e polvere, ascolta , risponde e trova il modo di scherzare un po'.
Lo spettacolo replicato al mondo da centinaia di televisioni e giornali, costituisce una presenza mediatica della città dell'Aquila nel mondo mai e poi mai possibile nella sua normalità di piccola città di provincia, situata sull'Appennino, a est di Roma.
Insomma il ripetuto intervento personale del Presidente del Consiglio, fondatore e padrone di un impero di televisioni private, ha spettacolarizzato una tragedia di dimensioni enormi, storica, paragonabile nella dimensione delle distruzioni, soltanto, come dice Errico Centofanti in un suo recente articolo, al terremoto di Lisbona del 1775, ne ha messo in luce alcuni aspetti ignorandone altri, secondo le consolidate ed efficaci regole della politica spettacolo.
Così stiamo cadendo nel surreale del fatto che la città esiste come spettacolo proprio ora che di fatto per i suoi abitanti non esiste più, e non si sa se, quando, come e dove esisterà di nuovo. Dai lavori del G8 rimarrà alla città un aeroporto ampliato e dotato di sofisticati mezzi di controllo, la strada che lo collega alle caserme della Scuola Guardia di Finanza, e l'ospedale lì allestito per l'occasione.
Accanto a questo però, 20.000 aquilani sono tuttora sparsi lungo la costa est, e parecchi migliaia vivono sotto le tende, in attesa di incominciare i necessari lavori di recupero delle abitazioni. A commento di ciò ricordo un fatto riportato dalla stampa nazionale, il ministro giapponese a L'Aquila per il G8 si è meravigliato che tanta gente stia ancora sotto le tende.
Tanti giovani hanno perso casa e lavoro, i politici a livello nazionale e quelli locali, che si devono barcamenare fra il forte potere centrale e le necessità locali, scommettono sulla ripresa delle attività scolastiche il 21 settembre prossimo venturo. Non possiamo che augurarci che la scommessa sia vinta. Per ora tante giovani insegnanti ignorano dove lavoreranno e dove abiteranno fra soli due mesi. La costruzione delle case più o meno provvisorie (che dovrebbero ospitare gli aquilani e quindi gli studenti delle scuole) in attesa del recupero del centro storico è incominciata solo in poche zone, la copertura finanziaria per la ricostruzione è scarsa ed incerta. Sono stati messi in sicurezza alcuni palazzi e monumenti storici, ma molti di questi, ritenuti minori, sono stati lasciati nell'incuria a sbriciolarsi nel proseguire dello sciame sismico. Preoccupante, in modo concreto, veramente, la disparità di trattamento rispetto ai terremotati dell'Umbria per quanto riguarda la restituzione delle agevolazioni fiscali, compresi stipendi e pensioni a lordo dell' irpef . E' previsto, infatti, che si debba restituire tutto in 24 rate a partire dal gennaio prossimo, quando in Umbria devono restituire solo il 40% dopo 10 anni.
Ci sono aquilani che affascinati dal grandioso show, applaudono il sommo regista del G8 earthquake/show, anche se saranno loro diminuiti stipendi e pensioni a partire da gennaio.
“Non si va in una casa dove c'è stato un lutto a fare chiasso, feste e risse”, ha detto il sindaco Massimo Cialente al termine di una intervista su La7 durante la quale si è detto veramente dispiaciuto per questa non voluta notorietà, per la reale, tragica situazione della città, e per gli scarsi mezzi destinati alla sua ricostruzione.

emedoro@gmail.com
L'Aquila, 9 luglio 2009

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