di Patrizia Tocci
Nella notte tra il 5 e il 6 luglio, a tre mesi dal terremoto, una fiaccolata
nelle vie del centro: per ricordare i nostri morti, per portare una luce in
quei vicoli bui e stretti, per far sentire alla nostra città che ci siamo
ancora, che siamo qui per curarla, per riempirla ancora di voci e di storie,
per riconquistare i suoi angoli, per restituirle, come merita, dignità e
fiducia nel futuro. La fiaccolata partirà a mezzanotte dalla Fontana
Luminosa, si snoderà lungo via Strinella, per approdare a piazza Duomo,
centro e cuore del cuore della città proprio alle tre e trentadue, momento
che ha cambiato la nostra vita per sempre. La manifestazione è organizzata
dai comitati aquilani: ed è quindi una manifestazione tutta nostra, di
cittadini, un saluto ed un pensiero per quelli che non ci sono più. Ma è
contemporaneamente un incontro con tutti quelli che vogliono esserci ancora
e che vogliono sentirsi cittadini, abitanti di questa città; che vogliono
impegnare passione, forza e conoscenze per accompagnarla in questa
convalescenza che intravvediamo lunga e difficile. Noi non vogliamo perdere
la speranza. Sarebbe il torto più grande fatto ai nostri figli, ai nostri
ricordi e alla nostra identità. Abbiamo avvertito tanta solidarietà in
questi giorni, ci è arrivata dai luoghi più lontani o vicini, dalle persone
più insospettate. Ci è stata riconosciuta fierezza e dignità. Con questa
compostezza ribadiamo le grandissime difficoltà in cui versa ancora la
nostra popolazione, 70.000 abitanti di un capoluogo di regione sparpagliati
qua e là, in una diaspora che va dalle tendopoli agli alberghi sulla costa,
dalle sistemazioni autonome a casette di legno sorte qua e là, pur di
restare vicino, pur di continuare ad essere parte di una comunità divisa,
lacerata, disorientata. Chiediamo allora a tutti quelli che ci sono stati
amici in questi lunghi tre mesi, a tutti quelli che hanno condiviso le
nostre difficoltà, a tutti quelli che ci hanno guardato con simpatia:
accendete anche voi nella notte tra il 5 e 6 luglio, da mezzanotte in poi ,
una fiaccola, una candela, un lume nella vostra città, nelle vostre case,
sui balconi, sulle finestre. Accendete una luce per L’Aquila: fateci sentire
ancora la vostra vicinanza, aiutateci nel percorrere questo lungo cammino,
nel ricordare le promesse che sono state fatte, le parole che sono state
dette. Aiutateci nel far capire che un giorno per una persona senza casa non
finisce mai; che l’incertezza per il futuro corrode le scelte grandi e
piccole, che le nostre case non sono solo pezzi di muro e di cemento ma
conservano le nostre cose più care, i ricordi, le fotografie, i risparmi di
una vita, i mobili che conservano altre parti delle nostre storie. Vogliamo
che la ricostruzione vada più veloce e la vogliamo partecipata, condivisa.
Nel centro, a parte pochi puntellamenti, ancora ci sono macerie, ancora
non vengono messe in sicurezza le case, che continuano a sfarinarsi come
castelli di sabbia sotto il sole e la pioggia di questi giorni. Accendete
una piccola luce, magari anche il display del telefonino, la luce di un
accendino; così molte persone si sono salvate quella notte, scendendo scale
nel buio crollate subito dopo. Accendete una luce per le nostre ragioni.
Vogliamo che la nostra città sia ricostruita, che si trovino i necessari
finanziamenti; che le promesse fatte vengano mantenute. Accendete una luce:
lo chiedo agli aquilani che vivono nelle tende, che stanno sulla costa, a
quelli sparsi in tutta Italia; lo chiedo a tutti gli abruzzesi, a tutti gli
Italiani ed anche a quelli che dall’estero seguono questo difficile
cammino. Non è vero che non servirà a niente. Non è vero che non produrrà
effetti. Una piccola luce ha salvato molte vite. Grazie.