Vai a vederla anche tu, ha la testa staccata”: è la sconfitta di noi genitori!

di Antonio Borghesi

Foto alla compagna di scuola appena uccisa da un autobus. E battute di derisione: c'erano parecchi studenti con zainetto in spalla che hanno fotografato e filmato i pezzi del cervello della loro compagna sparsi a terra. E poi hanno messo in rete fotografie e filmati. L'episodio è solo l'ultimo di una serie di inquietanti dimostrazioni del malessere di una generazione. I continui fenomeni di bullismo, più o meno gravi, che denotano una classe adolescenziale del tutto priva dei più elementari valori del vivere civile, forse sono segno del fallimento di noi genitori. Che figli abbiamo cresciuto? Con quali principi? Con quali regole? Con quale senso del dovere?
Abbiamo lasciato che il denaro diventasse la pietra di paragone, che il successo facile fosse il traguardo della vita, che il fine giustificasse sempre i mezzi. Molti anni fa accompagnai uno dei miei figli, appassionato di scherma ed oggi quasi trentenne, ad una competizione interregionale e fu per me sconvolgente vedere come molti genitori scaricassero sui figli le loro frustrazioni e la loro affrancazione da esse: assalendo verbalmente gli arbitri che – a loro dire – avevano danneggiato i loro figli o litigando con gli altri genitori perché non riuscivano ad accettare che i loro figli fossero sconfitti. Da allora le cose sono solo peggiorate. E molti genitori sognano per i loro figli un avvenire da calciatore o da cantante e molte madri spingono le figlie a proporsi come “veline” o diventare “oggetti da esposizione” per i concorsi di bellezza. E la scuola non è che lo specchio della nostra società. Il preside della ragazzina morta sotto l’autobus (con 23 anni di esperienza alle spalle) dice: “Se denuncio pubblicamente questi comportamenti è perché sono preoccupato, mi rendo conto che abbiamo fallito”. La scuola non assolve più il suo compito: “I ragazzi ci prendono semplicemente per dei tecnici, non siamo più né maestri di vita né modelli”. La famiglia è in crisi: “……. se convochiamo i genitori per qualche mancanza dei ragazzi, quasi sempre prendono le loro parti e trattano preside e professori dall'alto in basso. I ragazzi non hanno senso critico, ma tutti hanno un cellulare nuovo e costoso”.
Per concludere io penso che sarebbe opportuna a tale proposito un’assunzione di responsabilità collettiva da parte di noi genitori. Evidentemente, nell’educazione dei nostri figli, non abbiamo dato sufficiente importanza ai giusti valori, lasciando spazio ai principi sbagliati. E’ necessario intraprendere una grande azione culturale su questo tema, se non altro a beneficio delle generazioni future. Sarebbe bene che anche il Governo con impegno da parte dei ministri direttamente coinvolti, della Famiglia, dell’Istruzione, delle Politiche giovanili, avviasse un intervento mirato, predisponendo anche l’adeguata comunicazione su questi temi.

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