La causa principale dell’immigrazione è la ricerca di condizioni di vita e di lavoro migliori rispetto a quelle del Paese d’origine dell’immigrato.
Spesso l’arrivo in Italia non conferma questa certezza:se è oneroso economicamente per un cittadino italiano acquistare una casa o pagare un affitto,altrettanto lo è per un immigrato appena giunto nel nostro Paese.
Spesso lo stipendio dei lavoratori immigrati non è in linea,perché troppo basso,con il costo della vita odierno.
La certezza e il sogno di ogni immigrato si scontra con la dura realtà svanendo e dimostrando così che l’Italia non è l’Eldorado agognato.
I giornali tempo fa hanno riportato una storia non degna di un Paese civile. A Milano,in via Mac Mahon,una sessantina di cinesi,per metà clandestini,tra cui alcuni bambini piccoli, vivevano in un tombino,in condizioni igieniche indicibili,sdraiati su materassi fetidi,come topi, pagando ben duecento euro al mese per vivere sottoterra in condizioni disumane.
Secondo il Censis sono 860 mila gli immigrati in forte difficoltà abitativa e di questi ben 500 mila vivono in case sovraffollate pagando spesso affitti elevati a proprietari senza scrupoli pronti a speculare su persone che,non avendo altre scelte,devono per forza di cose accettare condizioni abitative non degne di questo nome.
Secondo il Sunia(sindacato degli inquilini)il 42% degli immigrati regolari vive in 4-6 persone in case di 1 o 2 stanze.
La denuncia di questo loculo, che non fa certo onore al nostro Paese,è partita dagli inquilini degli stabili in prossimità dell’alloggio – tombino che hanno segnalato il fatto alle autorità di polizia.
I materassi su cui dormivano i cinesi erano separati da pareti di compensato,i bagni, se proprio vogliamo chiamarli con questo nome non adatto in questo caso,erano due, sudici,vi era poi un cucinino con quattro bombole a gas e tutti i fili elettrici erano a vista, tanto che un agente intervenuto sul posto ha constatato che alla prima scintilla nel tombino si sarebbe potuta provocare una strage.
Questi immigrati,fantasmi metropolitani,dopo aver lavorato fino a 16 ore in laboratori clandestini,sfiniti dal lavoro, passavano le poche ore extralavorative a dormire e vivere nel tombino aprendo una botola per entrare.
Pagando pure un affitto:100 euro al mese a coppia,200 per portarci dentro anche i bambini.
28 sono state le persone trovate dai tre equipaggi dell’ufficio prevenzione generale della polizia all’interno di questo albergo clandestino per disperati:12 di questi, regolari,altrettanti senza alcun tipo di documento,due bambini di 11 e 6 anni e due neonati.
Il più piccolo di loro,3 mesi,aveva come culla un armadio scassato. I testimoni di questa storia di follia metropolitana hanno raccontato agli agenti il fatto e indicato un cinese che periodicamente passava a riscuotere l’indebito affitto.
All’immobile sono stati messi i sigilli,in attesa di una possibile quanto opportuna confisca;mentre la proprietaria dell’ ”appartamento”,un’italiana, è stata rintracciata dai poliziotti.
In pochi nella zona- un quartiere popolare ad alta densità migratoria – avevano capito fino in fondo la situazione, ma tanti avevano notato quello strano movimento di orientali che arrivavano davanti al tombino col materasso ad aspettare per poter entrare.
Duro il commento del vicesindaco milanese Riccardo De Corato che ha commentato la vicenda affermando che la scoperta di questo “appartamento” dormitorio è la conferma che i clandestini sono ormai un business della criminalità organizzata.
Ma anziché limitarsi a commentare l’accaduto, l’amministrazione comunale di Milano ed i suoi esponenti di punta, come De Corato, farebbero meglio a fare sì che queste tristi situazioni non si verifichino più, offrendo agli immigrati soluzioni abitative degne di questo nome, con affitti calmierati ed in linea alle retribuzioni di questa categoria di lavoratori, come ogni Paese ospitante dovrebbe fare.