Le ferite dei Balcani

Caro Romano, oscurata anche dal caso Englaro, la Giornata del Ricordo è passata. Se si facesse un sondaggio, mi chiedo quanti italiani ne saprebbero spiegare il significato. Il presidente della Repubblica ha commemorato le vittime delle foibe ricordando anche le responsabilità storiche del fascismo. Ma poiché i media hanno riportato soltanto alcuni brani, non mi è possibile sapere se Napolitano nel suo discorso abbia nominato anche la parola «comunismo». Se non lo avesse fatto considererei il suo discorso un po’ meno apprezzabile. Le vittime delle foibe, insieme ad altre decine di milioni nel mondo, sono il terribile frutto di un’ideologia che ha tenuto, e che in alcuni Paesi continua a tenere, in scarsissimo conto la libertà e la vita. Ideologia per la quale non si sente molto spesso fare ammenda, e della quale ancora molti si dichiarano pubblicamente orgogliosi.

Vittorio Vida, Pordenone, |

Credo che il dramma delle
foibe appartenga non soltanto alla storia del comunismo, ma anche e soprattutto a quella della penisola balcanica dove i conflitti etnici sono stati, fino alle vicende bosniache e kosovare degli anni Novanta, crudeli e sanguinosi. Non dimentichi che durante la Seconda guerra mondiale si combatterono in Jugoslavia numerose guerre civili: fra serbi e croati, fra partigiani e musulmani, fra i partigiani di Tito e i cetnici del generale monarchico Michailovic, fra italiani e slavi (soprattutto croati e sloveni) in Istria.

http://www.corriere.it/romano/09-02-22/02.spm

Domenica 22 Febbraio 2009

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