L’on. Franco Laratta (pd) scrive al Ministro Tremonti

“Ecco le ragioni del flop della social card”!

“Sig. Ministro dell’ Economia, ì Caaf delle organizzazioni sindacali ci fanno sapere che fino al 17 dicembre sono state consegnate 300.000 social card su 1.500.000 previste! Altre 200mila , secondo le previsioni, saranno distribuite entro il 31 dicembre. L’insuccesso della social card è dovuto ai requisiti molto restrittivi per ottenerla.

Tra le condizioni per aver diritto alla card ci sono:

a) non si deve superare complessivamente l'importo di 15.000 euro di valori mobiliari (depositi, titoli ecc.).;

b) non si deve essere proprietari, insieme al coniuge, di più di un immobile con quota maggiore al 25%. La quota di proprietà dei due coniugi deve essere sommata (es. marito 15%, moglie 15%, totale 30%: non si ha diritto alla card); tra questi immobili rientrano anche le pertinenze delle abitazioni principali (garage-box);

c) I soggetti interessati, quale prima condizione per avere diritto alla card, non devono avere un ISEE superiore ai 6.000 euro, (un valore realmente troppo basso) e non devono avere un reddito complessivo superiore a 6.000 o 8.000 euro (dipende se sono under o over 70).

Per quanto riguarda il bonus alle famiglie ci sono alcune considerazioni e domande da fare:

a) perchè non si prende come riferimento l'Ise che indica la situazione economica delle famiglie?

b) a differenza della card, i valori mobiliari qui non c'entrano, quindi anche chi ha depositi per centinaia e migliaia di euro può avere diritto al bonus;

c) se i componenti del nucleo, richiedente compreso, non possiedono alcun reddito o possiedono redditi esenti da irpef (esempio solo pensione sociale oppure rendita Inail) non hanno diritto al bonus. Ma in realtà sono coloro che effettivamente sono i più svantaggiati:

d) se all'interno del nucleo familiare c'è un componente fiscalmente a carico, che ha una Partita IVA aperta, il nucleo perde il beneficio. Anche se non fatto alcun movimento ed ha un reddito pari a zero!

A questo punto il governo deve cambiare completamente impostazione, passando dalla social card ad un assegno una tantum ai pensionati, lavoratori e disoccupati. Un assegno consistente, da inviare subito, direttamente a casa, senza umilianti adempimenti burocratici. C’è bisogno di un forte intervento del Governo perché ormai troppe famiglie sono alla disperazione.

La situazione relativa alla distribuzione della social card nel sud è ancora più drammatica. Fila di bisognosi davanti ai Caaf e agli Uffici Postali rimangono delusi e amareggiati quando scoprono di non avere alcun diritto nemmeno all’elemosina di Stato”

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