BISOGNEREBBE INVENTARE UN NUOVO TIPO DI DEMOCRAZIA CON TUTTI I CRISMI LECITI DELLA LIBERTA’

BISOGNEREBBE INVENTARE UN NUOVO TIPO DI DEMOCRAZIA CON TUTTI I CRISMI LECITI DELLA LIBERTA’

Da tempo, anche su questo giornale, esterno forti perplessità sul corretto funzionamento della democrazia bocciando energicamente, per fare subito chiarezza,  ogni tipo di dittatura. Ma poi arrivo sempre alla conclusione secondo la quale, anche l’ex primo ministro Winston Churchill, affermava che un sistema migliore non esiste al mondo. D’accordo, ma a detto sistema – aggiungo io – non sarà possibile inserire dei correttivi per migliorarne l’efficacia, soprattutto in termini di onestà e correttezza ?  “Non sempre cambiare equivale a migliorare” , egli aggiungeva, “ma per migliorare bisogna cambiare”, per cui un qualche tentativo  si dovrà pur trovare, atteso che detto sistema ormai fa acqua da tutte le parti e che la suddivisione dei poteri, conditio sine qua non per la democrazia,  non fa altro che mescolarsi di brutto fra l’uno e l’altro !  E ciò, non sottacendo che la democrazia oggi viene creata ed alimentata da qualche potente alla faccia del popolo che, spesso, ritenendo di non contare niente,  (anche per sua personale colpa in quanto diserta le urne non esercitando un suo dovere-diritto) essendo la forza  dei potenti ad indirizzare e quindi  ad imporre il voto nella stramaggioranza dei casi. Insomma, cosa ardua e difficile se non quasi impossibile, prima di permettere a certa gente di governare, è necessario far loro una complessa anamnesi, esattamente come hanno fatto a me quando sono stato assunto in banca nel lontano 1956 dall’allora Raffaele Mattioli, forse uno dei più importanti e saggi banchieri del mondo, banchiere che occupò’  in quel tempo il posto di Enrico Cuccia di Mediobanca.

Raffaele Mattioli diceva che, anche se l’accostamento di chi scrive forse non è proprio pertinente salvo che nella sostanza,  non è il numero delle azioni che conta, ma il loro peso. Come dire che si può sì avere la maggioranza nell’amministrazione societaria e quindi governare in base appunto al numero delle azioni che rappresentano la proprietà, ma se dette azioni rappresentano carta straccia, o poco di buono,  poi succede ciò che è successo anche alla tristemente famosa dicotomia finanziaria   “Goldman Sachs… Lehman Brothers”.

Insomma, secondo me, la democrazia oggi ha perso quasi tutto il suo smalto per diventare un sistema di chi ne approfitta in base ai suoi potenti mezzi calpestando il popolo impropriamente definito “sovrano” che, invece ne è succube.

Oggi il parlamento è diventato uno strumento per guadagnare soldi, avere prestigiosa visibilità, per fare teatro da esportare in tv, ma soprattutto per amareggiare il popolo. E a questo si deve porre rimedio urgente ad evitare che detto aspetto teatrale si consolidi ulteriormente, in barba alla capacità, all’onestà intellettuale, alle esigenze degli amministrati, costretti ogni giorno a vedere ed ascoltare certi soggetti che fanno impressione: i nomi li ho già fatti diverse volte anche su questo giornale, tanto da etichettarli come “innominabili”,  come fa Marco Travaglio nello specifico  per un senatore che, con un 2% risicato sta prendendo per i fondelli l’Italia, avendo nel portafoglio alcune azioni, ma non di peso, tanto  per citare la suddetta frase di Raffaele Mattioli.

Arnaldo De Porti

Belluno Feltre

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