La domanda sbagliata di Assuntina Morresi

La domanda sbagliata di Assuntina Morresi
“L’inchiesta dell’Economist. Eutanasia per legge, la resa globale dei «baby-boomer». Il settimanale liberal inglese “The Economist” analizza l’ondata mondiale di leggi (varate, richieste, modificate) per rendere lecita la morte a richiesta. E mostra una scomoda verità culturale”. E’ il titolo di un articolo di Assuntina Morresi, apparso su Avvenire dell’11 novembre. La professoressa conclude il pezzo con la domanda: “Regolamentare l’omicidio su richiesta, però, è la risposta giusta?”. Domanda, a mio parere mal posta, anzi, posta malissimo. Il termine “omicidio”, infatti, contrasta con le due parole successive “su richiesta”. Il termine è ingannevole, giacché tutti, quando sentono parlare di omicidio, pensano ad un’uccisione compiuta, per colpa o per dolo, contro la volontà della vittima.
La professoressa scrive ancora, tra l’altro: “Si ripete così, secondo il bioeticista olandese Theo Boer, lo stesso errore fatto in Olanda, dove vent’anni di applicazione della legge sull’eutanasia l’hanno trasformata «dall’ultima risorsa per prevenire una morte terribile all’ultima risorsa per prevenire una vita terribile»”.
Ora, il fatto che si faccia un cattivo uso di una legge, non significa che quella legge sia da abolire, al più sarà da modificare. Altrimenti si potrebbe affermare che è giusto proibire un farmaco, giacché alcuni ne fanno cattivo uso. Bisogna entrare nel merito, chiedersi se sia giusto o sbagliato offrire alle persone la possibilità di rinunciare alla vita, qualora questa diventi insopportabile.
Renato Pierri

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