Emergenza Climatica: “Chi ci guadagna veramente?”

Emergenza Climatica: “Chi ci guadagna veramente?”

Su L’Indipendente uno speciale sui cambiamenti climatici in corso, e un’analisi su come affrontarli senza foraggiare “i soliti noti”

Roma, 12 novembre 2021 – C’è qualcuno che trova convenienza nell’emergenza climatica che sta attanagliando il mondo in questi anni? E soprattutto, se fosse così, chi ne sta traendo vantaggio?

Domenica 14 novembre il giornale L’Indipendente (www.lindipendente.online) pubblicherà sul suo sito un’indagine sull’attuale crisi ambientale, come nessun media italiano ha fatto fino ad oggi.

I giornalisti de L’Indipendente hanno cercato non solo le verità scientifiche (inconfutabili) dell’emergenza, con tutte le possibili soluzioni, ma racconteranno in questo speciale come dietro le mosse delle élite politiche e delle multinazionali accorse alla Cop26 vi sia un piano che pare avere molto più a che fare con gli interessi di pochi che con quelli del pianeta e delle generazioni future.

Innanzitutto sgombriamo il campo dai dubbi: si, l’emergenza climatica esiste e si, occorre trovare soluzioni al più presto, affinché le temperature globali del pianeta non si innalzino troppo, pena scioglimento di tutti i ghiacciai ed innalzamento dei mari.

Mettendo a rischio milioni di persone nel mondo, e migliaia di specie animali.

Le conseguenze di tutto questo saranno catastrofiche: nazioni desertificate, fame e carestie a farla da padrone con migrazioni di milioni di persone in cerca di luoghi più sicuri.

Il problema però è questo: come stanno pensando i governi di risolvere questa emergenza, a partire dalla Cop26 e dal World Economic Forum?

“Abituiamoci all’idea di avere un generale Figliuolo alla Transizione. Il fine è quello di risolvere l’emergenza nel modo desiderato dalle élite”, scrive nell’editoriale il direttore dell’Indipendente, Andrea Legni.

“Il disegno è stato ampiamente tratteggiato alla recente Cop26: i miliardi pubblici serviranno a trasformare progetti climatici estremamente necessari in investimenti redditizi, facendo sì che il pubblico si assuma il rischio finanziario che le aziende private non sono disposte a correre per salvare il mondo. Il vero obiettivo della transizione ecologica pianificata è quello di generare elevati rendimenti dalle attività a minori emissioni. È questa l’anima green di quella che le élite chiamano Quarta rivoluzione industriale. Cucinare una nuova torta miliardaria, pagata dagli Stati e quindi dai cittadini, le cui fette saranno spartite dai soliti colossi del capitalismo finanziario ed estrattivo”, scrive ancora il direttore.

E secondo il direttore de L’Indipendente tutto sembra già scritto su come andrà: da una parte gli ambientalisti, che sposeranno in pieno le tesi e le decisioni a favore del clima presa dai governanti. Dall’altra quelli da bollare come “negazionisti”, sempre pronti a credere per reazione ad ogni contro-narrazione, fossero anche bugie comprovate tipo l’inesistenza del problema climatico.

Come arrivare alla soluzione quindi?

“Prima che sia troppo tardi proviamo a costruire una soluzione dal basso. Quella che desideriamo tutti è probabilmente la stessa: città con un’aria respirabile, mari dove poter continuare a bagnarsi, un pianeta abitabile e sano da consegnare alla prossime generazioni. Una transizione ecologica è necessaria, ma deve essere al servizio del 99% della popolazione mondiale e non del solito 1%. Per questo occorre mobilitarsi”, conclude l’editoriale, il direttore Andrea Legni.

Lo speciale Emergenza Climatica verrà pubblicato in un report mensile, normalmente riservato agli abbonati del giornale online, ma questa volta in via eccezionale, vista la tematica particolarmente importante, il download sarà disponibile per tutti, gratis.

Per scaricarlo gratuitamente basta iscriversi subito alla newsletter settimanale gratuita de L’Indipendente, a questo link http://eepurl.com/hulPYr, e domenica 14 novembre ogni iscritto riceverà il link per il download, direttamente in email.

Uno speciale unico nel panorama italiano, che consigliamo di non perdere.

 

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