Fortunata Cafiero era, è, e sarà

Fortunata Cafiero era, è, e sarà

 

Fortunata Cafiero Doddis se ne è andata, ci ha lasciati per sempre, non la incontreremo mai più nelle diverse manifestazioni artistiche che di solito frequentava. Non la potremo apprezzare più come organizzatrice di importanti eventi culturali, non ascolteremo ancora la sua cristallina voce dal vivo e non pubblicherà altri libri di sue poesie.

Come abbiamo avuto modo di scrivere in altre occasioni, Fortunata non era soltanto poetessa, ma anche autrice di testi lirici ed apprezzata come soprano nonché conduttrice radiotelevisiva di trasmissioni da lei stessa ideate ed organizzatrice di manifestazioni culturali e concertistiche.

A questo punto mi piace riportare quanto il comune amico Francesco Cardile ebbe a scrivere nella prefazione dell’ultima raccolta di poesie “Senza tela” della stessa Cafiero: “Fortunata Cafiero Doddis offre i suoi versi, come Primavera dona, estasianti profumi di fiori ed erbe e canti di uccelli con la sola ricompensa della gioia della creatività.

La poesia dell’artista è un canto al creato e con versi di splendido nitore celebra tutti i momenti di un cammino che si dipana tra luci ed ombre, tra gioie e dolori, che dal particolare diviene essenza universale dell’essere. Uno stile proprio, riconoscibile con immediatezza, la parola che diviene musica, il verso che chiude un pensiero con scintillante eleganza, un desiderio di qualcos’altro che freme su corde d’infinito”.

Questa era Fortunata, la dolce amica con la quale in tante avventure culturali e artistiche ci siamo inoltrati con la grande soddisfazione di regalare momenti che hanno lasciato il segno in molti cultori del bello.

Scrivere e raccontare di Fortunata Cafiero Doddis vuol dire perdersi tra i tantissimi ricordi che tornano in mente e per ogni ricordo rivivere momenti di gioia, ma, in atto, significa masticare il sapore del dolore nel constatare di avere perso la sua presenza fisica. Ma lei era, è e sarà sempre nei nostri cuori.

Ultimamente, anche per colpa della pandemia da Covid 19, non c’eravamo incontrati, ma ci sentivamo telefonicamente, parlavamo di tutto e facevamo progetti per il futuro. Qualche volta mi raccontava di suoi malori, ma non avrei mai immaginato che quei malesseri l’avrebbero portata a morire. Da una ventina di giorni non rispondeva più al telefono e non riuscivo a contattarla, poi ho chiesto informazione ad alcuni comuni amici, però neanche da loro riuscivo ad avere notizie, fino a quando ho saputo che era ricoverata in ospedale. Evidentemente non ci sono state cure capaci di farla rimettere in salute.

Adesso lascia un grande vuoto tra i suoi cari, ma anche tra gli estimatori e tra tutti coloro che l’hanno saputa apprezzare come artista, come donna dalla straordinaria bontà e tra gli amici che l’abbiamo amata tanto da non poterla dimenticare.

 

Nella foto Fortunata Cafiero.

 

Giuseppe Messina

(scultore, pittore, poeta, autore teatrale, attore e regista)

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