COP26, GREENPEACE: «GLI IMPATTI DELLA CRISI CLIMATICA SONO GIÀ REALTÀ ANCHE IN ITALIA, IL VERTICE DI GLASGOW CI FARÀ CAPIRE CHE TIPO DI ESSERI UMANI SIAMO»
ROMA, 29.10.21 – Parlando alla vigilia della COP26 che si aprirà domenica a Glasgow, Jennifer Morgan, direttrice esecutiva di Greenpeace International, ha dichiarato: «Il vertice sul clima di Glasgow è un’occasione per capire che tipo di esseri umani siamo. Sappiamo già tutto quel che occorre per affrontare il riscaldamento globale: le cause e gli impatti, le falsità e le possibili soluzioni. Se decideremo di cooperare, possiamo garantire un futuro più sicuro, più equo e più verde per tutte le persone. A Glasgow servono impegni, ambizioni e azioni concrete. Non è troppo tardi per concordare un piano d’azione condiviso in grado di cambiare le cose».
Dopo il posticipo di un anno a causa della pandemia di Covid-19, il vertice mondiale sul clima di Glasgow, che vede l’Italia nel ruolo di vicepresidente, è il momento più importante per le politiche climatiche da quando i governi si sono incontrati a Parigi sei anni fa. Mentre l’accordo di Parigi ha fissato l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C, a Glasgow i governi del mondo devono chiarire quali misure intendono adottare per arrivarci.
«Il governo Draghi e tutti i partiti che lo sostengono non possono più nascondersi dietro parole green mentre continuano a puntare su combustibili fossili come il gas», dichiara Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. «Nel nostro Paese gli impatti dei cambiamenti climatici sono già una drammatica realtà, ce lo ricorda il ciclone tropicale mediterraneo (o medicane) che in questi giorni si è abbattuto sulla Sicilia. Se il nostro governo non prenderà una posizione chiara, saranno i cittadini e le cittadine italiane a chiederne conto alla politica e alle grandi aziende dei combustibili fossili».
Finora le promesse non sono state mantenute e si è assistito soltanto a un greenwashing sempre più diffuso da parte di aziende e politici. Questo ha permesso alla crisi climatica di continuare a colpire sempre più duramente, soprattutto le comunità più vulnerabili, mentre le emissioni di carbonio dei Paesi ricchi continuano a crescere rapidamente.
Per rispettare l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C, Greenpeace chiede ai governi riuniti alla COP26 di:
- fermare immediatamente tutti i nuovi progetti sui combustibili fossili;
- impegnarsi a dimezzare le emissioni globali entro il 2030;
- fermare l’apertura di un mercato globale delle compensazioni di carbonio e favorire una cooperazione internazionale trasformativa;
- stanziare un fondo di cento miliardi di dollari all’anno finanziato dai Paesi ad alto reddito per consentire ai Paesi a basso reddito di mitigare gli impatti della crisi climatica, sviluppare sistemi di energia rinnovabile per abbandonare i combustibili fossili e compensare i danni già causati dagli impatti climatici nei Paesi più vulnerabili.
Il media briefing di Greenpeace sulla COP26 è disponibile QUI