Napoli: l’orologio storico rotto emblema del degrado del Vomero
Fermo da cinque mesi senza che si provveda a rimetterlo in funzione
“ Lo storico orologio di piazza Vanvitelli, simbolo della piazza ma anche dell’intero quartiere Vomero, non segna più, da tempo, l’ora dei vomeresi. Infatti le sue lancette sono ferme dal mese di marzo scorso e, nonostante le segnalazioni, gli appelli e le proteste, non si è ancora provveduto ai necessari interventi per rimetterlo in funzione. L’unica novità, in questo lungo lasso di tempo, è rappresentata dal fatto che, più di recente, uno dei due quadranti, con le relative lancette, è stato rimosso, la qual cosa aveva fatto supporre che si stesse provvedendo alle necessarie attività manutentive per ripristinarne il funzionamento. Ma allo stato si può solo prendere atto che sono trascorsi ben cinque mesi senza che l’orologio abbia ripreso a funzionare “. A ritornare ancora una volta sulla vicenda è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero, che da lustri segue le vicende di quello che, dopo la scomparsa della palma, una tempo posta nell’aiuola al centro della piazza, uccisa, anni addietro, dal famigerato punteruolo rosso, è rimasto l’unico emblema storico del quartiere collinare.
“ L’orologio di piazza Vanvitelli – ricorda Capodanno – fa parte degli undici orologi elettrici cittadini, salvatisi dalla distruzione bellica, installati circa 90 anni fa nelle strade e nelle piazze di Napoli. Gli altri sono quelli in via S. Lucia, in piazzetta Duca d’Aosta, al Museo, in via del Sole, in piazza Cavour, in via Filangieri, in via Mezzocannone, a Montesanto, in via Diaz e in via Duomo “.
“ Questi orologi – puntualizza Capodanno – facevano parte del progetto del cosiddetto “ Impianto dall’ora unica “, per il fatto che segnavano sincronicamente la stessa ora in tutti i punti nei quali erano dislocati. Progetto elaborato dall’E.A.V., Ente Autonomo Volturno , che prevedeva originariamente l’installazione di ben 500 orologi, 40 dei quali pubblici e 460 privati, da collocare nei punti più trafficati del capoluogo partenopeo. i lavori furono iniziati nel 1931, su disegni del perito industriale Giuseppe Ventura e con la fusione delle colonne in ghisa eseguita dalla fonderia di Capodimonte di Enrico Treichler. Ciascuno di essi aveva una propria illuminazione particolare intorno ai quadranti, sicché era possibile leggere l’ora anche a notte inoltrata “.
“ Purtroppo – continua Capodanno – nel corso dei bombardamenti dell’ultima guerra molti degli orologi pubblici già installati andarono distrutti – aggiunge Capodanno -. I restanti furono ripristinati dallo stesso E.A.V. nel 1946 ma già l’anno successivo, a ragione della mancanza di alcuni importanti pezzi di ricambio, non fu possibile consentire il funzionamento simultaneo degli orologi rimasti “.
“ Il fermo dell’orologio di piazza Vanvitelli – sottolinea Capodanno – rappresenta l’ennesima testimonianza del lento quanto inesorabile degrado nel quale è precipitato il quartiere collinare, con particolare riguardo a tutto ciò che adorna e rende più accogliente e vivibile strade e piazze, il cosiddetto “arredo urbano“. Analogamente a quanto accade, solo per esemplificare, alle poche aree a verde pubblico, per lo più in stato d’abbandono, brulle e sporche, per la carenza della necessaria quanto costante manutenzione, o alle panchine, diverse delle quali, l’ultima, di recente, nella centralissima via Luca Giordano, dopo essere state vandalizzate, sono scomparse, senza essere più ripristinate “.