Dio non è morto soltanto. È stato ucciso dal compromesso ebraico romano. Nietzsche aveva ragione

Pierfranco Bruni

 

Non si tratta di storia o di teologia. Di vita morte rinascita. Ma di metafisica della conoscenza. Gli ebrei e i romani hanno commesso l’omicidio più terribile della storia e nella metafisica che è quello di Cristo. L’unico vero cristiano. I cattolici sono stati gli imitatori di una celebrazione del Risorto più farsesca che l’Occidente abbia potuto accettare. E hanno replicato il male implorando un Cristo della cui morte sono costantemente complici.

 

Cristo viene ucciso per un compromesso lacerante, dilaniante e disarmante le cui conseguenze si legge nello scontro diventato inevitabile tra Occidente ed Oriente. Ancora oggi la Chiesa cattolica non prende in considerazione il male che quell’accordo ha scatenato. Il mondo romano ha ceduto al ricatto giudaico ebraico.

 

Non si è trattato soltanto di un fatto storico e politico ma ha innescato quella metafisica del dolore e del sacrificio che ha condannato all’esercizio della morte in molti territori Egitto –  Palestinesi. Ciò che dice Nietzsche è perfettamente vero. Dio è morto? Certo. Ma è stato ucciso. La farsesca rappresentazione di Pilato è inesistente. Hanno messo in moto un complotto e un compromesso contro un Pensiero elevato profetico mistico come quello di Cristo. Da lì nasce la radicalizzazione del pensiero unico che non ammette discussioni sia in termini teorici che metafisici. Ma essere nella metafisica è aver scelto la articolata visione/revisione del pensiero.

 

Roma in Giudea e il Sinedrio insieme puntavano alla Ragione della prassi pensando al dominio universale non solo del mondo e della geografia dei popoli e delle civiltà ma della mente degli uomini, che sono deboli, corruttibili, ridicoli. I Romani hanno teatralizzato il processo a Gesù con il compromesso raggiunto con il mondo ebraico. Si poteva uccidere un ebreo come Cristo? Gli ebrei potevano mandare a morte un ebreo senza la comicità romana? Certo, nel momento in cui usa un pensiero divergente e metti in campo la metafisica del pensare, ovvero la libertà e il dialogo.

 

Gli uomini sono deboli, leggeri, irriconoscibili e trasversali. La testimonianza giunge dagli apostoli fuggiti e rinnegarori. Giovanni non era soltanto seguace e fedele di Cristo. Era soprattutto l’avvolto nel mantello di Maria. L’unica che non lo ha mai tradito e stata la Maddalena. La donna considerata dagli Ebrei inaffidabile.  Giuda non aveva ben chiaro il quadro ma non non avrebbe mai potuto accettare l’intrusione dei romani nel pensiero giudaico ebraico.

 

Hanno accettato l’astuzia con la mascherata del bacio e il plateale arresto di Cristo davanti ai suoi apostoli, come per dimostrare che Cristo era un folle o un capo impotente. Pilato si rese conto del tranello a giochi fatti. Ovvero dopo la morte. Ha cercato di salvarlo usandi anche metodi barbari e privi di umanità. Gli ebrei sono stati atroci e vendicativi. Cristo si opponeva alla strategia della occupazione della geopolitica palestinese  e dalla mina vagante del denaro che dominava il delirio di onnipotenzadei mercati.

 

L’omicidio commesso è la risultante di un Impero che non poteva crollare e di in popolo che aveva bisogno di economia per espandere il suo dominio. Delirante la messa in scena del tutto. Da qui si innerva l’incipit della teologia del male che ha sempre superato la metafisica del mistico. Ci si trova di fronte a due immaginari: la teologia del male che ha portato Cristo in croce e alla metafisica del mistico che ha posto al centro di tutto Cristo con la sua cristocentricità della pietà.

 

Chi domina oggi il mondo? La Chiesa si è affidata, come immaginario, ad un incolto e a un traditore rinnegatore quale era Pietro. Paolo faceva paura. Ancora oggi fa paura e se non è mai stato ben visto da Nietzsche è perché il filosofo è un uomo libero, tragico e drammaticamente metafisico. Paolo nasce nel pensiero divergente. Nietzsche si scontra con un gigante come Paolo. È come se stessero in competizione tra la salvezza e la resurrezione. Una questione metafisicamte enigmatica tra l’Occidente e le radici degli Orienti.

 

I Romani hanno sempre temuto l’intelligenza e il sapere, ovvero la Grecia, il pensiero greco,  e l’ortodossia. Pilato è caduto nella rete del gioco politico. Ma Dio non è morto. Dio è stato ucciso dalla combinata terribile tra il potere romano e quello giudaico ebreo. Non è assolutamente cosa da poco il fatto del dire che Dio è morto o che Cristo è stato ucciso. È qui la vera tragedia. Non si tratta della morte in sé. Ma dell’atto intorno al quale ruota il concetto di mistero  teologia, metafisica. Un atto che chiede alla verità la verità, quella verità che domanda ormai a tutti: Cosa è la verità?

 

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