Benedetto XVI La biografia del pontefice che ha rinunciato

Lo storico Roberto Rusconi firma un profilo
del “papa emerito” – dalla Baviera al Vaticano –
aprendo squarci sulla Chiesa che verrà

Benedetto XVI: la biografia del pontefice che ha rinunciato

Lo storico Roberto Rusconi firma un profilo del “papa emerito” – dalla Baviera al Vaticano – aprendo squarci sulla Chiesa che verrà
“Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. […] per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo […]. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro…”. Nello sconcerto del mondo, l’11 febbraio 2013, si concludeva con queste parole – seguite da quelle del congedo rivolte ai cardinali il 28 febbraio, prima di salire sull’ elicottero per Castel Gandolfo – un pontificato durato soltanto otto anni (pochi, rispetto ai ventisette del predecessore Giovanni Paolo II), e tuttavia non meno rilevante quanto a pronunciamenti magisteriali, e, soprattutto, a riflessione teologica: mai interrotta, praticata giorno dopo giorno.

Un pontificato singolare quello di Benedetto XVI, ancor più dopo che la “rinuncia” lo ha marcato con una cifra praticamente inedita nella storia della Chiesa cattolica. Un pontificato che qui uno storico apprezzato affronta con metodo critico, anche alla luce del percorso precedente. Infatti, se è vero che dal momento delle “dimissioni” non sono mancate ricerche sull’ itinerario di Joseph Ratzinger e il suo ruolo prima e dopo l’elezione al papato, anche in relazione alla sua interpretazione del Concilio Vaticano II, mancava però sin ad oggi un profilo aggiornato, scevro da approcci apologetici o ideologici, realizzato da un esperto dell’istituzione del papato. Lo firma invece ora Roberto Rusconi, già ordinario di storia del cristianesimo e delle Chiese, autore di numerose opere, confrontandosi con quel lungo corso in cui Ratzinger parrebbe- scrive- “aver vissuto più vite”: “la prima, in cui è divenuto un teologo accademico; la seconda, in cui si è dimostrato l’inflessibile cardinale prefetto della Sacra Congregazione per la dottrina della fede; la terza, durante la quale è asceso al vertice istituzionale della Chiesa romana…”. Così Rusconi che pure non dimentica il “quarto tempo” del “papa emerito”.

Nel suo “Joseph Ratzinger. Benedetto XVI. Teologo, cardinale, papa” (Morcelliana, con illustrazioni a colori, pagg. 192, euro 17), ripercorrendo le tappe dalla Baviera al Vaticano, i passaggi dalla giovinezza all’ombra della svastica al seminario, dalla cattedra universitaria al Concilio come perito, dalla guida di Monaco e Frisinga al vertice dell’ex Sant’Uffizio, alla cattedra petrina, lo storico non si ferma a descrivere ma traccia linee interpretative. Evidenziando come Ratzinger abbia assunto la guida della barca di Pietro con il nome programmatico di Benedetto XVI, nel mare agitato di una Chiesa cattolica scossa da forze conservatrici e spinte progressiste, rende conto delle direttrici seguite dai suoi orientamenti, talora apparentemente mutati, per poi lasciare il timone al papa venuto dal Sud del mondo. E non nasconde le conseguenze della loro presenza fra le mura vaticane, equivoci compresi legati a fatti di cronaca, interrogandosi sul futuro per la Chiesa. Un futuro mai come oggi alle prese della sua tenuta a cominciare dall’Europa.

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