Decreti attuativi: il “male oscuro” dell’Italia legislativa

In ambito legislativo i tempi lunghi sono incompatibili con le attuali esigenze del Paese. Si rende quindi indispensabile che le norme, una volta approvate, non rimangano sospese senza dispiegare i loro effetti.

Diminuire, o addirittura eliminare l’utilizzo dei Decreti attuativi è l’unico sistema per dare al Paese una legislazione tempestiva.

In altri termini, la norma “originaria” deve essere chiara e precisa nelle disposizioni, fin dalle origini affinché non sia necessario attendere un successivo Decreto che spieghi cosa e come fare.

Siamo stanchi di vedere Leggi continuamente bloccate in attesa dei rispettivi Decreti attuativi.

I Politici si presentano in TV decantando approvazioni di Leggi per erogare contributi, ristorni e altro che, a loro dire, rilanceranno l’Italia. In verità siamo appena alla partenza di una lunga ed estenuante scalata, perché spesso una Legge, un Decreto Legislativo, una Legge di conversione, al loro interno rimandano ad atti e/o provvedimenti successivi, per la loro effettiva attuazione.

Non c’è Governo negli ultimi vent’anni che non abbia lasciato in eredità al Governo successivo, Decreti da approvare. A volte, in ogni articolo delle Legge che rimanda a un provvedimento attuativo, viene previsto un termine fisso entro il quale quest’ultimo deve essere emanato. Altre volte questo termine neppure è previsto. Ma spesso, e in entrambi i casi, il Decreto attuativo rimane lettera morta, e allora interviene una nuova Legge che abroga l’articolo delle precedente Legge e con essa il Decreto attuativo, peraltro, ancora da emanare. E così, nel frattempo, la nuova Legge può a sua volta prevedere un nuovo Decreto attuativo allungando inesorabilmente i tempi di attesa di norme urgenti per il Paese Italia.

Ma non siamo i soli a rimarcare questo stato di cose. Correva l’anno 2014 e l’allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanni Legnini dichiarava che per superare il problema delle norme attuative: “c’è bisogno di norme auto applicative, di migliorare la qualità della legislazione primaria… c’è bisogno di immaginare un intervento normativo di semplificazione. Fare in modo che alcuni passaggi legislativi siano eliminati.”

Siamo in totale sintonia. Peccato che sono passati sette anni e nulla è cambiato, anzi…

Ma vediamo in dettaglio di cosa si tratta. La Legge di Bilancio 2020 ha previsto 123 Decreti attuativi; il D.L. Cura Italia né ha previsti 33; il D.L. Liquidità, 6; il D.L. Rilancio, 137; il D.L. Semplificazioni, 37; il D.L. Agosto, 83; il D.L. Ristori, 31; la Legge di Bilancio 2021, 176 e, infine, il D.L. Sostegni 34. Totale, 660 decreti attuativi!

Ebbene, su 660 ne mancano all’appello circa 400 e per 100 di questi i termini sono già scaduti. E chissà quanti ne porterà il D.L. Sostegni bis in fase di stesura.

Nel passaggio dal Governo Conte bis e all’attuale Governo Draghi circa 500 Decreti attuativi sono rimasti sui tavoli ministeriali. Sembra che nessuno si accorga che le lungaggini burocratiche si scontrano con la necessità del fare presto, di dare risposte certe, di erogare liquidità in tempi brevissimi e, come sempre, non si risponde nell’immediato alle esigenze del Paese.

E infatti: la Legge di Bilancio 2021 (art. 1 comma 734) prevede un apposito fondo per ristorare le città portuali che hanno subito perdite economiche a seguito del calo del turismo crocieristico prodotto dalla pandemia Covid-19. I criteri e le modalità del riparto del fondo sono stati demandati ad un apposito Decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, che avrebbe dovuto essere adottato entro il 1° marzo 2021.

Sempre la Legge di Bilancio 2021 (art. 1 comma 227), stabilisce che l’Agenzia delle Entrate metta a disposizione dei contribuenti residenti in Italia una piattaforma telematica dedicata alla compensazione di crediti/debiti derivanti da transazioni commerciali e risultanti da fatture elettroniche. E’ un decreto non ancora emanato del Ministero della Giustizia che ne deve fissare le regole di concerto con i Ministri dell’economia e delle finanze, dello sviluppo economico e per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, sentito il Garante per la protezione dei dati personali.

Ancora la Legge di Bilancio 2021 (art. 1 comma 65) prevede un bonus idrico da mille euro da utilizzare entro il 31 dicembre 2021, per interventi di sostituzione di sanitari e rubinetteria con apparecchi a limitazione di flusso d’acqua compresi i dispositivi per il controllo di flusso di acqua.

La definizione delle modalità e dei termini per l’erogazione è stata demandata ad un apposito decreto del Ministro dell’ambiente che avrebbe dovuto essere emanato, anche questo, entro il 1 marzo 2021.

Cambiando la Legge il risultato non cambia. Il D.L. Agosto n° 104/2020 (art. 81) ha previsto un credito d’imposta in favore di leghe e società sportive e associazioni sportive dilettantistiche per gli investimenti pubblicitari sostenuti dal 1° luglio al 31 dicembre 2020. L’articolato ha demandato ad apposito Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per le politiche giovanili e dello sport, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, con il quale stabilire modalità e criteri di attuazione. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 dicembre 2020 ha dato attuazione alla norma un giorno prima della scadenza degli investimenti che era fissata al 31 dicembre 2020. Seppure l’idea della norma era molto pregevole perché dava l’opportunità alle imprese di investire nel settore dello sport garantendo il ritorno di un credito d’imposta, è innegabile che non può essere emanato un Decreto il giorno prima della scadenza degli investimenti. E’ come dire: spendete pure, senza sapere le regole del gioco!

I tempi lunghi della burocrazia bloccano gli investimenti che rilancerebbero l’economia e l’occupazione e ciò finisce per vanificare gli scopi principali dei provvedimenti stessi.

Da ultimo, il D.L. Sostegni entrato in vigore il 23 marzo 2021 all’art. 4 prevede l’annullamento automatico dei debiti di importo residuo fino ad euro 5.000,00 comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, risultanti dai singoli carichi affidati all’Agente della riscossione nel periodo dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010. Con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, da adottarsi entro il 22 aprile 2021 avrebbero dovuto essere stabilite le modalità e le date dell’annullamento dei debiti. Anche in questo caso siamo di fronte al nulla che avanza e staziona ed anche un bambino capirebbe che non è questo il modo per venire incontro alle esigenze del Paese, in tempi normali e soprattutto in questo periodo.

Se si vuol proseguire con l’utilizzo dei Decreti attuativi, allora, Signori Senatori e Onorevoli Deputati, dovete prevedere un termine perentorio entro il quale i Ministeri coinvolti devono obbligatoriamente pronunciarsi, oppure, dovete dire basta ai provvedimenti di attuazione di secondo livello affinché questo “male oscuro” venga debellato.

 

Pesaro, 19 maggio 2021

FONDAZIONE COMMERCIALISTITALIANI

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