IL PUNTO  n. 814 del 7 maggio 2021 di MARCO ZACCHERA 

Sommario: FUOCHERELLI DI CRISI – DA LIVATINO ALLA MAGISTRATURA SENZA CREDIBILITA’ – FEDEZ E LA RAI – COPASIR – NUOVE DIPENDENZE – BRAVO BIDEN

 

FUOCHERELLI DI CRISI

Gli incendi nascono sempre per una sigaretta o un cerino rimasti accesi e che poi si propagano con un fuoco inarrestabile.

Da qualche giorno si vede salire un filo di fumo dalle parti del dal governo: giochi inoffensivi o crisi all’orizzonte?

Non c’è dubbio che tenere insieme Lega e M5S, PD con Renzi, tecnici e gruppetti vari imponga a Draghi molta pazienza, soprattutto tra la comprensibile voglia di visibilità di ciascun partner.

I media fanno di tutto per puntellare la baracca, ma il fiammifero è pericolosamente acceso: consiglierei di allontanare materiali (problemi) infiammabili, ma su alcune tematiche (tipo priorità del PNRR, immigrazione, coprifuoco, alleanze) bisognerà prendere presto posizioni condivise o – pur di non propagare l’incendio – temo si passerà alla surgelazione, rimedio che in passato si è dimostrato peggiore del male.

 

DA LIVATINO ALLA MAGISTRATURA (OGGI) SENZA CREDIBILITA’

Domenica prossima,  Rosario Livatino verrà proclamato beato.

Quando, il 21 settembre 1990, il giudice Rosario Livatino fu ucciso dalla mafia non lo conosceva nessuno, ad eccezione dei suoi aguzzini: lavorava al Tribunale di Agrigento occupandosi prevalentemente di sequestri e confische di beni sottratti ai mafiosi, non era protetto, viaggiava sulla sua utilitaria  e non si nascondeva. Cattolico fervente, è morto crivellato di colpi e come lui sono poi morti negli anni Falcone, Borsellino e tanti altri giudici, magistrati e inquirenti di grande valore.

Eroi perché erano consci di rischiare, ma per onore e per dovere non si sono fermati rappresentando oggi alcuni dei pochi esempi di unanime riferimento ideale di un’Italia spesso divisa e senza principi  morali.

Che desolante confronto tra quegli esempi luminosi di veri servitori dello Stato e buona parte della magistratura di oggi!

Se giudici corrotti nella storia ci sono sempre stati, mai il livello di credibilità generale della magistratura italiana è caduto così in basso, con circa due terzi dei cittadini che – intervistati – la ritengono insufficiente, lenta, spesso di parte e poco credibile.

D’altronde non si era ancora riusciti ad insabbiare il “Caso Palamara” che è scoppiata un’altra grana per i vertici della iper-politicizzata magistratura italiana e questa volta nel tritacarne sono finiti il pm milanese Paolo Storari, l’ex componente del CSM e politicissimo Piercamillo Davigo ma anche (o soprattutto) il potente procuratore di Milano, Francesco Greco. Tutti, tra l’altro, esponenti delle correnti di sinistra della magistratura.

In poche parole Storari, dopo aver riscontrato presunte inerzie da parte dei vertici della “sua” procura milanese nell’avviare le indagini sulle rivelazioni di un legale (tra cui la presunta esistenza di una loggia massonica di magistrati) dopo sei mesi di vana attesa si era rivolto a Davigo per sollecitare un intervento del CSM, a suo dire come forma di autotutela in caso di provvedimenti disciplinari perché – anziché indagare – temeva che i suoi capi inquisissero lui.

Dossier vari a fare da concime alle guerre intestine tra correnti con i consueti veleni incrociati, mentre adesso sul caso Storari-Davigo indagano (?) Roma, Perugia, Milano e Brescia: il solito pasticcio che finirà con il consueto nulla di fatto, anche perché chi indaga è poi a sua volta spesso indagato, oppure è stato nominato nella propria carica di indagante (come il chiacchieratissimo procuratore di Roma Michele Prestipino) proprio grazie all’aiuto del potenziale colpevole.

Il cittadino comune assiste impotente, l’informazione è approssimata e contorta: detto in parole povere, sembra si faccia apposta perché non ci si capisca mai niente. D’altronde veline, documenti, intercettazioni vanno e vengono tra questa e quella redazione, diventando merce di scambio per pressioni e ricatti.

Così – al massimo – il solito cittadino normale si chiede come mai (se è vero) Greco avrebbe tenuto ferme per mesi carte così scottanti senza almeno verificare se fossero credibili o meno, oppure da quanti mesi quei documenti fossero nelle mani di giornalisti compiacenti (di Repubblica, Fatto Quotidiano ecc.) che – diffondendo invece altre intercettazioni – ci hanno inzuppato il pane per anni. Forse i cittadini vorrebbero una rassicurazione e un intervento dal “Primo Magistrato d’Italia” ovvero dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che però – come di consueto –  tace.

Sono mesi che dal Colle si attende in argomento un segno di vita, un gesto chiaro, un intervento deciso per tentare di avere finalmente un po’ di chiarezza e pulizia ai vertici della magistratura italiana, ma forse Mattarella ha capito che – a pochi mesi dal suo potenziale reincarico presidenziale – meno parla meglio è, anche se agire sarebbe un Suo dovere costituzionale.

Sicuramente è quindi più semplice cavarsela solo con qualche scontato appello buonista e intanto (e soprattutto)  tirare a campare.

 

FEDEZ E LA RAI

Continuo sempre di più a chiedermi se gli italiani non si siano ridotti ad essere un popolo di stupidi, ma soprattutto di ipocriti.

Esempio clamoroso il “caso Fedez” ovvero il surreale dibattito sulle vere ed innegabili lottizzazioni Rai e relativi condizionamenti politici.

Tutti sappiamo che ci sono da decenni, che la sinistra ci ha fatto il nido, che l’informazione è opportunamente filtrata come gli ospiti negli studi, che gli autori sono lottizzati come i presentatori, i conduttori  ecc. ecc, eppure si fa finta di credere che Fedez abbia sollevato chissà quale scenario segreto.

Tutto parte dal “Concertone” del primo maggio, il summit demo-sindacal-politico-corretto che con il lavoro non c’entra nulla, se non che è diventato il passaporto ufficiale per attribuire la patente di democraticità e quindi per permettere ad artisti o  presunti tali  di auto-schieratisi politicamente e così di  riuscire poi a campare (bene) alla faccia del ceto operaio.

E’ proprio il caso di Fedez, quello che con la moglie Chiara Ferragni assomma patrimoni colossali, ma che – da buoni sinistri-chic – tuonano contro le discriminazioni e contemporaneamente girano in Lamborghini alla faccia dei lavoratori.

Partecipare al “Concertone” è garanzia di ortodossia sinistro-democratica e quindi garantisce poi spazi sui media, ingaggi, interviste, inviti e imbucate in TV con relativi diritti d’autore.

Il problema però è che se canti e basta non fai più notizia.

Se invece canti (?) e scateni il “caso” allora sei un super-figo, come lo è stato Fedez, dimostrandosi un genio della comunicazione, ma tenendo conto dei babbei che gli sono andati dietro.

Ricapitoliamo: uno che si auto-filma e auto-registra una propria telefonata con uno sconosciuto dirigente Rai, lo provoca apertamente finchè non lo spinge a dire (o implorare) di non uscire troppo dal seminato visto che c’è la diretta ma nessun contraddittorio e poi fa diventare virale lo spezzone (solo quello) del proprio video…E’ o no un furbacchione? Lo è, anche se è evidente che aveva organizzato tutto prima, solo e soltanto per far crescere lo “scandalo”.

Perchè Fedez e stato davvero un genio nel giocare sulle ipocrisie della TV di stato che milioni di volte offende il senso comune, è spudoratamente lottizzata e infeudata e fornisce info di parte (sinistra), ma grazie a lui è stata addirittura attaccata passando come omofoba e ovviamente  “fascista”.

E si continua con la “Commissione di Vigilanza Rai” che non interviene davanti a  casi di abissale partigianeria (e di dileggio dei leader del centro destra) da Fazio in giù, ma che per Fedez si auto-convoca con urgenza mettendo sotto processo la struttura!

Notevole, davvero, come quegli italiani – fessi – che corrono dietro al Rapp radical-chic senza neppure sapere cosa dice la proposta di legge Zan in chiave di pro-omosessualità. Siamo insomma alla sublimazione dell’assurdo, ma soprattutto dell’ipocrisia con la Rai che adesso passa per essere colpevole di lesa maestà per mancata apologia dei diritti omosex:  Wow….

 

COPASIR: SI IMPONE CORRETTEZZA

Trovo profondamente scorretto che i presidenti di Camera e Senato non intervengano formalmente per sanare la situazione insostenibile ai vertici del COPASIR, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che per prassi è presieduto da un esponente dell’opposizione mentre è tuttora in mano a uno di governo.

Il Comitato in questi mesi è intanto di fatto bloccato in un momento di gravi tensioni internazionali e con i “servizi” sotto accusa per i potenziali servizietti resi a Renzi & C. su cui il parlamento dovrebbe vigilare. Se poi all’opposizione oggi c’è solo Fratelli d’Italia, piaccia o meno è a questo gruppo parlamentare che spetta la nomina.

Oltre 50 giuristi e costituzionalisti si sono già espressi in questo senso e il caso sta diventando una questione non solo politica ma di trasparenza, garanzia parlamentare e correttezza.

 

NUOVE DIPENDENZE

E’ bastata una ruspa che ha involontariamente tranciato lunedì sera un cavo sotterraneo e la mia città con i paesi intorno per oltre 24 ore è rimasta isolata dal mondo.

Stop alle  mail, ma anche ai servizi bancari, postali, telefonici.  Stop al bancomat, all’ uso delle carte di credito, all’emissione di fatture, ai rapporti commerciali, ai certificati: un delirio.

E così ci siamo scoperti tutti incredibilmente fragili, esposti, incapaci di avere altri modi di comunicazione alternativa. E’ insomma una linea ADSL che – letteralmente – ci tiene in vita, ma proprio per questo chiunque può distruggerci o danneggiarci in un nanosecondo e anche questo dovrebbe farci pensare.

 

BRAVO BIDEN !

Sarà forse solo auto-pubblicità e tutto finirà in nulla, ma la dichiarazione di principio del governo Biden per rendere di uso pubblico i brevetti dei vaccini Covid è un segno importante e che va sottolineato. Mi auguro che la stessa decisione sia sostenuta dai governi europei, un modo concreto per aiutare il mondo.

Trovo assurdo ed immorale che le industrie farmaceutiche – che hanno ricevuto miliardi di dollari di aiuti pubblici per le loro ricerche – possano poi produrre e monopolizzare i vaccini vendendoli a super prezzi e centellinando le consegne, mentre muoiono milioni di vite umane.

Una Pfizer che annuncia ricavi per 75 miliardi di dollari con la gente che muore perché le licenze di produzione sono bloccate è sconcertante.

Il mondo deve avere la forza di concordare strategie chiare in casi come questi, tenuto conto che solo con i profitti ufficiali dichiarati  grazie ai vaccini dalle principali case farmaceutiche si sarebbero potuti vaccinare gratuitamente 1,3 MILIARDI di persone.

Desolante…

 

 

Un saluto e buona settimana                                         MARCO ZACCHERA

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

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