Corrado (Senato Gruppo Misto – Commissione Cultura) – Interrogazione parlamentare in Senato sul del Castello di Oria (BR)

Con una interrogazione a mia prima firma rivolta all’on. Franceschini, sottoscritta da altri tre colleghi (due dei quali, come me, membri della Commissione Cultura) e pubblicata dal Senato il 15 aprile, ho chiesto al titolare del Ministero della cultura le ragioni per le quali la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Brindisi e Lecce, oggi retta ad interim dalla Soprintendente nazionale per il patrimonio culturale subacqueo, che ha sede a Taranto, pare abbia respinto la richiesta di avviare la procedura per la dichiarazione dell’interesse eccezionale del Castello di Oria (BR). Ricorrono infatti incontrovertibilmente, a mio avviso, le condizioni richieste dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio per attivare l’iter burocratico suddetto e il maniero medievale che il Martini Carissimo ebbe dal Comune nel 1933 in cambio del settecentesco palazzo di famiglia, ospita, in aggiunta, una collezione di reperti archeologici che si suppone dichiarata ai sensi del medesimo.

Ho chiesto di sapere, inoltre, se e quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministro per rimettere ordine nei rapporti tra lo Stato e la Proprietà, cioè la Borgo Ducale S.r.l. della famiglia Romanin Caliandro che acquistò il monumento nel 2007, senza che né il Ministero né gli enti locali esercitassero il diritto di prelazione, e per interrompere il cortocircuito creatosi tra gestione/funzione pubblica di un bene privato e funzione/gestione privata del medesimo.

Le condizioni poste dalla Proprietà (già protagonista della lunga vicenda giudiziaria legata ai lavori di ristrutturazione), per consentire, mediante una Convenzione con il Comune di durata decennale, la parziale apertura al pubblico del Castello per visite guidate e iniziative culturali, a cominciare dal cambio di destinazione d’uso che perimetrerebbe una parte “monumentale”, minoritaria, distinguendola dalla residenziale, già in essere, e da quelle, introdotte ex novo, definite direzionale e commerciale, oltre a prevedere un parcheggio di quasi mille metri quadri nel parco, appaiono infatti come condizioni-capestro. Come tali, esse sono a mio parere inaccettabili per la collettività locale e nazionale, nonché per il dicastero che troppo spesso ha distratto lo sguardo da Oria ma che dovrebbe garantire l’interesse pubblico in materia di tutela, conservazione e valorizzazione di beni di tale importanza in ogni parte d’Italia.

Le osservazioni mosse alla bozza di Convenzione dalle associazioni locali che hanno a cuore sia l’apertura al pubblico del Castello sia la difesa della dignità del patrimonio culturale di Oria avranno, da parte mia, tutta la collaborazione possibile. Nei prossimi giorni, dunque, provvederò ad interpellare ufficialmente gli uffici comunali in merito ai due procedimenti amministrativi in atto e la Soprintendenza territorialmente competente, per fare chiarezza sulle rispettive responsabilità e orientamenti.

 

Margherita Corrado (Senato Gruppo Misto – Commissione Cultura)

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