Napoli, cinema Arcobaleno: interventi tardivi quanto inutili

Oramai le sale sono state smantellate e le poltrone portate via

 

                ” Apprendo da alcuni organi d’informazione che il sindaco di Napoli e l’intera giunta comunale starebbero lavorando senza sosta, chiedendo aiuto anche alla Regione e interloquendo con i privati, per evitare che il cinema Arcobaleno diventi un supermercato o altro. Il tutto, dopo che, come ho segnalato settimane addietro, sono già iniziati i lavori di smantellamento, dopo che il gestore della sala cinematografica non aveva ritenuto di rinnovare i contratto scaduto “. A tornare sulla vicenda, dopo alcune dichiarazioni apparse in questi giorni al riguardo sui mass media è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, che ha lanciato, per primo, l’allarme per la scomparsa del cinema Arcobaleno, posto nel quartiere Vomero in via Carelli, a pochi passi dello stadio Collana, mentre erano già in corso i lavori da parte dell’impresa incaricata. Un’attenzione costante verso i luoghi di cultura e di aggregazione presenti sulla collina da parte dello stesso Capodanno che, già agli inizi del 2014, si era battuto, allora con esito positivo, promuovendo un flash mob e una petizione, pubblicata al link: http://tinyurl.com/Petizione-per-l-Arcobaleno , che raccolse oltre mille firme, per  scongiurare la scomparsa della storica sala cinematografica.

 

                ”  Adesso – sottolinea Capodanno – si vorrebbe far credere che la scomparsa del cinema Arcobaleno, nato nel lontano 1958 come cinema Stadio, dunque con oltre 60 anni di vita, tranne la breve parentesi tra il 2014 e il 2015 durante la quale rimase chiuso, sia solo figlia del Covid-19, che, al massimo ha rappresentato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso già pieno, e non dipenda anche dalla totale assenza di normative e di valide iniziative per sostenere, anche economicamente, un settore, quello delle sale cinematografiche, in crisi da tempo, sia a livello nazionale che a livello locale “.

 

                ” Che la crisi riguardasse, tra gli altri, pure il cinema Arcobaleno – ricorda Capodanno – era ben noto a tutti, già da quando la sera del 26 gennaio 2014, una domenica d’inverno, davanti a una platea mesta per la chiusura annunciata, si abbassarono le saracinesche in via Carelli dopo l’ultima proiezione. Solo dopo una petizione popolare da me promossa e una serie d’iniziative, tra le quali un flash mob, e dopo ben oltre un anno e mezzo di chiusura, scongiurata la possibilità di un cambio di destinazione d’uso, alla fine del mese di agosto dell’anno seguente, il cinema riaprì per la gioia dei tanti cinefili “.

 

                ” Ma oggi – puntualizza Capodanno – quando oramai anche gli arredi sono stati smontati e portati via, come testimoniamo le quattro poltroncine rosse abbandonate temporaneamente sulle strisce blu dinanzi al locale, in attesa di essere caricate su un camion come le altre, immortalate nella foto da me scattata il 26 marzo scorso, diventata virale, comparendo su tutti gli organi d’informazione, non si comprende davvero che senso abbiano  iniziative, palesemente tardive, tese a far tornare quello che non potrà più tornare, dal momento, peraltro, che notoriamente è stata già definita la nuova destinazione d’uso “.

 

                ” Si tratta, come purtroppo capita di frequente – aggiunge Capodanno -, d’iniziative che appaiono di mera facciata, per conquistare un poco di spazio sugli organi d’informazione, senza che, da alcuni anni a questa parte, da quando cioè si è manifestata la crisi del settore,  si sia mosso un sol dito, con iniziative concrete, per evitare l’ennesima chiusura di un importante punto di riferimento, storico, culturale e sociale del quartiere Vomero e dell’intera Città. Le istituzioni competenti, amministrazione comunale in testa, avrebbero potuto varare, nel frattempo, anche a Napoli, le norme “salva-cinema” che in altre città, come Bologna e Firenze, hanno consentito il permanere di sale cinematografiche storiche che avrebbero rischiato anch’esse di scomparire. In alternativa, si sarebbe potuto valutare la possibilità di utilizzare le norme della legge della regione Campania sui locali storici, che prevedono il vincolo della destinazione d’uso per attività con oltre mezzo secolo di vita “.

 

                ” Ma tutto questo purtroppo non è avvenuto – conclude amareggiato Capodanno- . Si è fatto come lo struzzo, nascondendo la testa nella sabbia mentre oggi si piangono inutili quanto tardive lacrime di coccodrillo per la scomparsa ampiamente prevedibile e prevista di un altro luogo simbolo della storia del quartiere e dell’intera città, anche a ragione della palese latitanza delle istituzioni a tante preposte ma anche della cittadinanza, a partire dalla cosiddetta intellighenzia, artisti, scrittori, intellettuali,  uomini  di spettacolo e di cultura, i quali, di fronte all’ennesima scomparsa di una sala cinematografica in un quartiere come il Vomero, dove, in passato, erano presenti ben otto locali destinati a cinema, laddove, allo stato, ne rimangono appena due, hanno continuato a stare alla finestra “.

 

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