Andava chiesta l’autorizzazione alla Camera. Lo storico e critico d’arte: “Capriccioso, onanistico e colpevole arbitrio di un magistrato”
ROMA – È illegittima e nulla la sentenza con la quale il tribunale di Macerata ha condannato per una presunta diffamazione lo storico e critico d’arte Vittorio Sgarbi nella lite con il consigliere dei 5 Stelle Alex Marini.
“Ride bene – commenta Sgarbi – chi ride ultimo
Il roboante annuncio su un quotidiano nazionale giustizialista e sui giornali trentini di una mia condanna a risarcire 15 mila euro al consigliere della Provincia di Trento Alex Marini, è privo di fondamento , giuridico e costitutizionale.
L’euforia del consigliere provinciale, che continua a insultare impunito, chiamando l’azione giudiziaria “minaccia dell’azione risarcitoria come strumento di pressione” – aggiunge Sgarbi – è destinata a spegnersi per due considerazioni:
la prima di opportunità, la seconda di diritto.
La fortuna del mio contendente sta nell’aver avuto un antagonista “ricco e famoso”, come mi definisce, che ha mosso il Tribunale di Macerata, in tempi di sospensione di tutto, in piena epidemia, a uffici giudiziari semichiusi, a una insolita urgenza, per dare prova di una punizione esemplare all’insolente (che sarei io, nominato, nonostante le tendenziose ed errate insinuazioni di Marini, presidente del Mart, dopo una istruttoria, a me favorevole, dell’Anac, firmata dal presidente Raffaele Cantone).
“ Dispiace – spiega Sgarbi – rovinare la festa al consigliere gaudente, e alla magistratura solerte ma, nella fretta del provvedimento esemplare, il giudice ha dimenticato un suo preciso dovere: il necessario rispetto dell’articolo 68, come aveva dedotto l’avvocato Giampaolo Cicconi, che prevede – sempre e in ogni caso- la sospensione del procedimento civile e l’invio degli atti alla Camera dei Deputati per accertare l’insindacabilità delle opinioni espresse da un membro del Parlamento.
Preme sottolineare, altresì, che – per gli stessi fatti – Alex Marini ha proposto azione civile e penale nei miei confronti.
Dunque il Giudice civile maceratese viene clamorosamente smentito dai suoi Colleghi (P.M. dr. Carusi e GIP dr. Manzoni) dello stesso Tribunale i quali, appunto per gli stessi fatti e prima di qualsiasi determinazione, hanno ritenuto opportuno sospendere il procedimento penale ed inviare gli atti alla Camera dei Deputati.
Il giudice civile si è arbitrariamente sostituito al Parlamento con un evidente abuso di funzioni,producendo una “eiaculatio precox”, in forma di compiaciuta condanna. La decisione toccava prima al Parlamento, come prescrive la costituzione, e poi al Tribunale. Così è solo il capriccioso, onanistico e colpevole arbitrio di un magistrato. Un autocondanna.
Ne consegue che la sentenza è illegittima e nulla; e alla stessa verrà proposto tempestivo appello, in attesa che la Camera dei Deputati decida sull’intera vicenda.
La felicità del Marini – conclude Sgarbi – è dunque abusiva e intempestiva.Una falsa partenza, per una sentenza irricevibile di primo grado. Ovvero Zero”
l’Ufficio Stampa
(Nino Ippolito)