L’evoluzione di Matt Ridley, tra Lucrezio e Darwin
Uscito in Inghilterra nel 2015 e subito diventato un best seller, da oggi arriva finalmente nelle librerie italiane il libro di Matt Ridley L’evoluzione di tutte le cose. Sottotitolo: Come piccoli cambiamenti trasformano il nostro mondo.
Ponendo alla base del suo lavoro di scrittore la nozione lucreziana dell’incessante mutazione di forme composte da sostanze indistruttibili, e considerando il darwinismo solo una “teoria speciale dell’evoluzione”, Ridley espone in questo corposo saggio una sua teoria generale dell’evoluzione, applicabile a molti altri ambiti: società, moneta, tecnologia, linguaggio, legge, cultura, musica, violenza, storia, educazione, politica, Dio e morale. «Se i cristiani non avessero fatto sparire Lucrezio», scrive, «avremmo certamente scoperto il darwinismo secoli prima.»
L’intento dell’autore è chiaro fin dal Prologo: «La tesi di questo libro è che l’evoluzione sta avvenendo tutt’intorno a noi. È il modo migliore per capire come cambia il mondo umano, così come il mondo naturale. Il cambiamento nelle istituzioni umane, negli artefatti e nelle abitudini è incrementale, inesorabile e inevitabile.» Gran parte del nostro mondo è quindi il risultato dell’azione umana, non di un qualche disegno calato dall’alto: esso emerge dalla libera interazione di milioni di persone, non dalla pianificazione di pochi.
Rideley è un giornalista scientifico che ha scritto per «The Economist», «The Wall Street Journal» e «The Times», ed è membro della Camera dei lord. I suoi libri, tradotti in trenta lingue diverse, hanno venduto oltre un milione di copie nel mondo. In questo saggio, frutto di anni di ricerche, egli sostiene che la storia del XX secolo può essere raccontata in due modi. Elencando guerre, rivoluzioni, crisi, epidemie, calamità finanziarie, oppure mostrando il generale miglioramento del livello di vita sul pianeta, con la sconfitta di molte malattie, il calo della povertà, l’allungamento della vita, i progressi tecnologici, il perdurare della pace, l’incremento del reddito e così via.
Ridley sceglie il secondo modo, perché il primo, quello in cui la storia umana viene solitamente insegnata, pone troppo l’accento sulla progettazione e troppo poco sull’evoluzione e può indurre in errore. Ma c’è di più: ciò che è spontaneo e non intenzionale funziona bene (vedi ad esempio il cibo per sette miliardi di persone, la bonifica dei fiumi e dell’aria, l’uso della genetica per condannare i criminali e assolvere gli innocenti), mentre ciò che è pianificato e intenzionale funziona male (le due guerre mondiali, la Rivoluzione russa, il regime nazista, la Rivoluzione cinese, la crisi finanziaria del 2008).
Il libro è suddiviso in sedici capitoli a sé stanti, ognuno incentrato su un diverso argomento e dunque su un diverso campo di applicazione dell’evoluzione – dall’istruzione alla personalità, dall’economia alla popolazione, dall’Universo alla leadership –, e chiuso da un Epilogo dedicato all’evoluzione del futuro.
Matt Ridley, L’evoluzione di tutte le cose. Come piccoli cambiamenti trasformano il nostro mondo, Liberilibri 2021, collana Altrove, pagg. 406, euro 24.00, ISBN 978-88-98094-77-6