Sommario: LA POLITICA E’ STRATEGIA – MANOVRATORI – COMMISSIONE D’INCHIESTA PER NAPOLITANO – PRESENTAZIONE GENTE DI LAGO – LA STORIA A TELE VCO
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Scrivo queste note quando ancora non si conosce la composizione del governo Draghi, ma il primo problema è chiedersi che affidabilità possa mai dare al premier un M5S che ha messo in piedi un referendum con un quesito da dementi pur di avere un risultato scontato.
D’altronde avevo visto ed ascoltato Grillo (ma era in stato di lucidità o invece decisamente alterato?!) che si era prodotto in esternazioni perlomeno squinternate dopo l’incontro con Draghi.
Se poi davvero il problema italiano più importante tra economia in crisi e pandemia è per i grillini oggi un nuovo ed inedito “Ministero della Transizione Ecologica” siamo fritti.
Mi auguro che Draghi scelga dei tecnici e non dei politici, perché altrimenti rischia di friggere subito anche lui!
SUPERMARIO & LA MELONI
La scorsa settimana diversi esponenti di quella che fu Alleanza Nazionale (tra cui il sottoscritto) hanno inviato una specie di “lettera aperta” a Giorgia Meloni non condividendo la posizione di opposizione che Fratelli d’Italia aveva subito manifestato verso Draghi e il costituendo suo nuovo governo.
Dato atto alla Meloni di aver recuperato “a destra” un potenziale e cospicuo patrimonio di voti presentandosi in questi anni come il personaggio più nuovo e spigliato nel quadro politico nazionale, il problema è se la destra debba puntare o meno ad essere anche “destra di governo”, oltre che interprete della sacrosanta opposizione che molti italiani manifestano nei diversi settori.
Se la risposta è positiva, essendo difficile pensare che FdI possa raggiungere la maggioranza assoluta, servirà comunque una coalizione con altre forze con le quali logicamente si instaurerà – come in passato – una competizione, visto che il partito unico di centro-destra in Italia sembra non dover (e poter) nascere mai.
Qui è nata la mia critica alla Meloni: dividere una coalizione edichiararsi all’opposizione prima ancora di conoscere il programma di Draghi mi è sembrata una scelta frettolosa, quasi più per voler “apparire” che convincere. Inoltre, la destra ha così rinunciato a proporre qualche suo esponente (almeno come tecnico) per qualche dicastero importante e non tanto per una questione di potere, ma per dimostrare che le persone in gamba e di governo non sono solo a sinistra.
Il futuro dirà se la scelta strategica della Meloni di stare all’opposizione pagherà o meno, la politica è però anche tempismo e strategia ed è qui che Giorgia mi sembra sia mancata.
Sul piano tattico una presenza potenziale di FdI in maggioranza avrebbe infatti ancor di più sconquassato la sinistra facendo saltare i nervi ai comunisti “doc” di LEU e ai grillini, ingigantendone i malumori interni e aumentando così la probabilità di elezioni (il vero obiettivo della Meloni). Una presenza che avrebbe obbligato Draghi ad assumere posizioni più distanti da quelle di Conte, se la maggioranza dei suoi sponsor fosse stata di centro-destra e con il M5S diviso.
Ci sarebbe stato (e ci sarà) tutto il tempo per la Meloni per sottolineare la sua insoddisfazione sul programma, sui ministri, sulla maggioranza, ma chiudere in anticipo con un “no” non mi è sembrata una scelta vincente.
Non so se l’auto-esclusione pagherà poi sul piano elettorale visto che i sondaggi confermano che molti elettori di FdI un aiuto a Draghi lo avrebbero gradito, anche se va detto che – dopo le sue dichiarazioni iniziali – la Meloni ha progressivamente corretto il tiro, sottolineando soprattutto la sua scelta come gesto di coerenza, merce rara di questi tempi.
Una scelta (questo forse non lo ha pensato nessuno) comunque anche “produttiva” in termini di incarichi perché – se effettivamente solo FdI sarà all’opposizione – avrà diritto a pretendere tutte le presidenze delle commissioni parlamentari di controllo che, come noto, sono per regolamento parlamentare appannaggio proprio dell’opposizione.
Passato il voto di fiducia ci sarà poi anche da ricordarsi che sono in vista elezioni amministrative importanti (e per le quali la coalizione sta ancora andando per frasche senza proporre candidati credibili a sindaco di Milano, Roma, Torino e Napoli) verso le quali una maggiore compattezza generale del centro-destra è comunque indispensabile. Vedremo comunque nomi e programmi, ma soprattutto i risultati di Draghi che – se non arrivassero – darebbero ampia ragione a Giorgia Meloni.
PENNIVENDOLI MANOVRATORI
Lo avete notato? All’annuncio dal Colle dell’incarico affidato a Draghi in pochi momenti tutti i media hanno mutato vento.
Solo dieci minuti prima il premier Conte godeva di una fiducia e considerazione altissima, addirittura un suo partito personale si dava per certo avrebbe fatto sfracelli, era al “top” delle italiche preferenze (stando almeno alla stampa e alle TV amiche, cioè quasi tutte) con il suo fido scudiero Domenico Arcuri a gestire la pandemia… Incensate quotidiane, interviste, un tripudio di “osanna” alle sue lunghe apparizioni TV in solitaria.
Poi è arrivato Draghi e in pochi istanti Conte è finito improvvisamente e rovinosamente giù dal palco, dimenticato, costretto come un derelitto a montare un banchetto in piazza Colonna per una conferenza stampa improvvisata che sembrava il banco al mercato di un ortolano abusivo.
Conte è stato subito cancellato, sparito, mentre Mario Draghi è volato nelle preferenze tra i sorrisi di tutti, gli elogi sperticati, i sondaggi a razzo, gli “olè” in un veemente crescendo di entusiasmi fino ad essere (testualmente!) indicato dal TG5 come “l’ Uomo della provvidenza” dimenticando che l’ultima volta questa definizione non aveva portato molto bene al leader politico del tempo, visto che l’interessato è finito a Piazzale Loreto appeso a testa in giù.
Forse servirebbe ancora un momento di prudenza per giudicare il “Supermario” europeo che – tra l’altro – ancora Duce non è: se poi era tanto bravo, perchè non l’hanno chiamato prima?.
Draghi è sicuramente una persona in gamba, ma posso sussurrare che queste eccessive ondate di turibolo puzzano davvero un po’ di falso, di apologetico, di “lecchinismo” acuto a conferma che gran parte dell’ informazione italiana appare contagiata dal virus dell’apologia?
Anche perché non ho ancora capito come funzionerà un governo che tiene insieme Berlusconi e i comunisti “doc” di LEU, Salvini e le ceneri del M5S, lo scafatissimo Renzi insieme con Grillo e tutta intorno la salsa variopinta degli ex “costruttori” e “responsabili” di varia declinazione che dopo aver coltivato ambizioni ministeriali adesso si ritrovano inutili e perfino di troppo nella affollata ricerca soprattutto a un posto, quale che sia, possibilmente ben retribuito.
POST PALAMARA: QUANDO NAPOLITANO A PROCESSO ?
Mi auguro che molti lettori leggano il libro-intervista di Sallustri a Luca Palamara, ma soprattutto spero lo leggano molte persone di sinistra che – se oneste d’animo – dovranno pur porsi dei pesanti interrogativi sulla loro coerenza politica.
Credo che comunque preoccupi tutti leggere (senza smentite) non solo del mercimonio che da decenni contraddistingue le nomine della magistratura, ma anche gli intrallazzi di giudici, i ricatti, le nomine pilotate, il Quirinale che tresca contro il governo quando non è politicamente gradito organizzandone la caduta, i preconcetti dei PM nei processi e le sentenze già scritte.
Cose che fanno rabbrividire e che dovrebbero porre dei quesiti anche alle coscienze dei magistrati onesti che tacciono davanti a queste cose. Prima potevano far finta di non sapere, ma ora ufficialmente sanno: il loro silenzio è complice?
Sul piano politico, invece, SI PONE IL PROBLEMA DI UNA INCHIESTA OBIETTIVA SULL’OPERATO DI TROPPI PERSONAGGI A COMINCIARE DALL’EX PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO NAPOLITANO CHE RISULTEREBBE AVER AMPIAMENTE ABUSATO DEL PROPRIO INCARICO (compresi i suoi interventi di pressione nei processi di mafia), TRADENDO IN QUESTO CASO IL GIURAMENTO SOLENNE DI INDIPENDENZA CHE AVEVA FATTO DAVANTI AL POPOLO ITALIANO.
Nel libro c’è tutta una serie di fatti allucinanti: giudici ricattati, carriere comprate, contatti illegali tra politici e magistrati. Altro che accusare i politici di “voto di scambio”!!
Ma perchè bisogna ancora far finta di niente, perchè nascondere, perchè cancellare?
Un popolo DEVE sapere la verità o almeno cercare di conoscerla. Mi auguro che non si imponga il silenzio su questi fatti che – appare evidente! – quasi sempre hanno come soggetti magistrati di sinistra che manovrano e ricattano per fini personali e politici, creando un “sistema” politico-giudiziario da dittatura.
Il nuovo ministro della Giustizia dovrebbe intanto sospendere SUBITO tutti i magistrati coinvolti e i procuratori complici. Non pensavo si fosse giunti a tanto, ma se con Draghi non ci sarà un chiaro segno di discontinuità significa che NON si vuole cambiare, altro che la barzelletta del “La legge è uguale per tutti”!
GENTE DI LAGO 2
MARTEDI’ 16 FEBBRAIO ALLE ORE 21 sarà possibile partecipare alla conferenza di presentazione del mio nuovo libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove storie e nuovi racconti del Lago Maggiore ” Parteciperanno con me alla serata i co-autori Carlo Alessandro Pisoni e Ivan Spadoni. Per iscriversi e partecipare:
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STORIA A TELE VCO
Per chi ama la storia locale ricordo che dopo il successo dell’anno scorso su TELEVCO-AZZURRA TV (canale 19, oppure in streaming ) ogni martedì alle 14.30 vanno in onda le mie chiacchierate sulla storia locale – in collaborazione con UNI3 Arona – con repliche il martedì alle ore 15.30, 16.30 e 22.00 e altre repliche il sabato pomeriggio ore 13.30, 14.30 e 16.30.
Chi vuole connettersi in streaming cerchi su: www.vcoazzurratv.it agli orari indicati
UN SALUTO A TUTTI E BUONA SETTIMANA MARCO ZACCHERA