Mai, come in questo panorama politico “che peggio non si può quanto ad eterogeneità forzata”, realtà questa più prossima allo…stato confusionale che ad un minimo di necessaria ragionevolezza nell’interesse del Paese, ho provato un sentimento di stomachevole sconcerto; e ciò, senza nulla togliere al Presidente della Repubblica ed all’imminente Presidente del Consiglio, ultime pedine importanti da giocare onde evitare il ribaltamento definitivo dell’Italia in uno stato da non immaginare per l’imponderabilità delle conseguenze, ho provato – come dicevo prima – non certo delle sensazioni dai risvolti positivi.
Ieri sera, mentre suonavo alla fisarmonica il famoso “Carnevale di Venezia” (siamo nel periodo ad hoc), forse distolto da rimuginazione mentale politica, sono incorso in una stecca musicale che mi ha costretto ovviamente ad interromperne la registrazione. Sbagliare in questo contesto che richiede non solo una qualche risorsa fisica, ma anche e soprattutto un impegno interiore, può capitare specie alla mia non più giovane età, ma questa volta l’errore nel quale sono incorso non era ravvisabile in nessuna delle predette due motivazioni: mentre suonavo infatti accostavo…Arlecchino con il suo variopinto costume carnevalesco al governo in via di formazione, tanto da essere distolto dallo spartito musicale.
Ho smesso subito di suonare e, deposto lo strumento (anche perché uno stato d’animo disturbato non invita certo alla musica: un mio amico medico di Mestre diceva brutalmente che la…effe non vuol pensieri) mi sono lasciato andare a qualche riflessione sul momento politico ancora in itinere da cui è emerso, senza ombra di dubbio, che oggi non c’è più posto per la ragione. E quando quest’ultima sta esalando il suo ultimo respiro, si finisce per aprire le porte a certe strutture deputate alla salute mentale di cui, lo dico come nota di redazione, la mia attuale città, Feltre, ex-sito di eccellenza in materia, è stata smantellata dalla famosa legge Basaglia (Legge n. 180).
Dando spazio a questa riflessione, supportandola a fatica in base alla massima secondo la quale, in certi momenti, bisogna fare di necessità virtù, non mi è rimasto altro che “ingoiare” l’esito delle consultazioni fatte da Mario Draghi (altre possibilità del resto non le aveva) nella consapevolezza che, quando si mescolano elementi chimici diversi, ci scappa sempre una reazione, talvolta capace di esplosione e conseguenti seri danni.
Ora, il mélange politico che vede “dentro” tutti, non mi pare certo edificante, anzi! per cui, rimettendomi alle sicure buone ed oneste intenzioni di Mattarella e di Draghi, ho il presentimento che, pur sperando diversamente, che si corra il rischio, per nulla scontato, di assistere all’evidenza di un…rimedio peggiore del danno, ossia, come si dice in Veneto, “chel tacòn xe pexo del buso”.
Infatti, e di questo anche gli ipovedenti certamente avranno visto bene, che mettere insieme un relitto politico, e per di più condannato come Berlusconi con gente onesta, se vuoi anche politicamente “imbecille ma non troppo”, ciò grida vendetta. Se a questo si aggiungono inaudite metamorfosi dei vari Salvini e di altri che, fino a qualche minuto fa la pensavano in maniera diametralmente opposta, allora sono costretto ad accettare che i vari Di Battista abbiano ragioni da vendere, a meno che, gli Italiani non siano paghi di vivere in una Repubblica fondata, non sul lavoro, ma sulla …convenienza di alcuni. Ma allora, sarebbe necessario cambiare drasticamente l’articolo 1 della Costituzione che, nel caso di specie, non sarà esente da aggettivi…squalificativi, quanto ai principi indicati nella stessa, nemmeno in tempo di carnevale…
Arnaldo De Porti
Belluno – Feltre